capitolo 26

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"Siamo in diretta dal giardino presidenziale dove sta per svolgersi il 49° Torneo di Pallacanestro della Casa Bianca" Annunciò il giornalista al cameramen "torneo istituito dal Presidente Kennedy il quale, in prima persona, vi partecipò, lo aveva ideato con lo scopo di mantenere unito il legame tra i suoi dipendenti attraverso una serie di incontri durante i quali avrebbero gareggiato, affrontandosi, i sei dipartimenti"
 
Fece una breve pausa, poi continuò:
 
"Questo Torneo è diventato una tradizione che ci piace seguire ogni anno e in questa occasione la nostra Presidentessa non fa strappi alla regola, che ne dite se andassimo ad intervistarla?"
 
Il reporter si fece spazio tra la folla che si era radunata intorno ai vari campi da basket costruiti per l'occasione e si diresse verso la Presidentessa che sembrava attenderlo.
 
"Signora Presidentessa" la salutò "come sta?"
 
"Molto bene James, grazie e lei?" 
 
"Benissimo, si sente pronta a sfidare i suoi dipendenti?" Aggiunse con una certa malizia sulle labbra.
 
Camila si lasciò sfuggire una leggera risata.
 
"Più che pronta" affermò indicando con un movimento della mano la sua tenuta.
 
Si trattava di un paio di pantaloncini ed una maglia blu da basket con su scritto a stampatello Team Presidenziale davanti e C. Cabello dietro.
 
"Perchè partecipare a questo torneo è così importante per lei?" Domandò l’uomo.
 
"Prima di tutto perchè trovo giusto onorare la tradizione istituita dal Presidente Kennedy, per un pomeriggio saremo tutti sullo stesso livello e approfitteremo di questa atmosfera informale per rilassarci e avvicinarci e poi sarà l’unico momento in cui i miei dipendenti saranno autorizzanti a prendermi a calci nel sedere"

Il giornalista scoppiò a ridere, completamente catturato dal fascino naturale che emanava la Presidentessa.
 
"Credo che ne approfitteranno al massimo" commentò.
 
"Lo spero" disse divertita "ho promesso loro di non portare rancore se dovessi perdere"
 
Anche in questo caso al giornalista sfuggì una risata.
 
"Sembra che lei sia davvero molto vicina ai suoi dipendenti" le fece notare
 
"È proprio così, siamo una grande famiglia"
 
Il suo sguardo si spostò dall’uomo che aveva davanti, a Lauren, in piedi pochi metri dietro la folla di giornalisti e ammiratori, che si divertiva con Normani ed un pallone da basket, come al solito, quando il Capo della Sicurezza era nelle vicinanze, un sorriso felice appariva sul volto di Camila che aveva sempre difficoltà nel toglierle gli occhi di dosso.
 
"Mi chiedo chi sarei diventata senza di loro" disse senza spezzare quel contatto visivo
 
Erano trascorse alcune settimane dalla loro riconciliazione e Camila non ricordava di essere mai stata più felice in tutta la sua vita, si erano ritrovate e avevano messo a nudo i loro sentimenti, alla cubana sembrava di vivere dentro ad una bolla, una bolla rosa così carina che credeva quasi irreale per quanto fosse bella, nonostante vivessero un rapporto segreto, questo non impediva loro di avere una reale relazione, si amavano, litigavano, si riappacificavano come una coppia vera e lei, che non aveva mai intrapreso una storia seria prima di allora, amava tutto questo, Lauren dormiva quasi ogni notte insieme a lei e non doveva neppure sgattaiolare all’alba per non farsi scoprire dato che oramai la maggior parte dei membri della sua squadra erano a conoscenza della loro storia e Camila non poteva che esserne contenta perchè non aveva mai dormito cosi bene come negli ultimi mesi, amava svegliarsi con Lauren al suo fianco, trascorrere notti di passione o semplicemente dormire l’una tra le braccia dell’altra, amava averla tutta per sè dopo aver passato la giornata a vederla nei sensuali panni del Capo dei Servizio Segreti, sì, Camila si sentiva come su di una nuvola da alcune settimane e questa serenità si riversava anche nel suo lavoro, perchè stare con Lauren la ispirava, le dava idee, la aiutava a prendere le decisioni più giuste, non si lasciava sfuggire le migliori occasioni e questo non faceva che accrescere la sua popolarità, i giornalisti sembravano aver dimenticato quel crollo che aveva avuto dopo il gala di compleanno, collegandolo alla stanchezza, non facendo che cantare le lodi del loro Leader Nazionale. L'intervista si concluse definitivamente, senza che il giornalista dimenticasse di augurarle buona fortuna per la gara, Camila lo ringraziò, poi avanzò spontaneamente verso il bar allestito per quell’occasione, si avvicinò alla zona in cui si trovava l’acqua e lentamente si accomodò a pochi centimetri dal suo Capo della Sicurezza intento a mettere a posto delle bottiglie.
 
"Pronta per una sconfitta schiacciante?" Chiese fingendo di prendere un contenitore di plastica che aveva di fronte
 
Lauren si raddrizzò e sorrise adocchiandola poi col solito sopracciglio tirato all’insù.
 
"Pensi davvero che tu e la tua squadretta di pappe molli riuscirete a battere NOI, super addestrati agenti dei Servizi Segreti?" Domandò con sarcasmo "con in più un ex campione di basket" aggiunse riferendosi a Sam.
 
Camila la squadrò per un lungo sitante, rimanendo in silenzio, limitandosi a mordersi il labbro, se non si fossero trovate circondate da tutti i membri della Casa Bianca e una miriade di giornalisti, non avrebbe esitato un solo secondo a riempire i pochi centimetri che le separavano per farle sparire quell’aria di sufficienza dal volto.

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