capitolo 23

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Il crepitio del fuoco nel camino era l'unico suono udibile nello Studio Ovale, Camila vi era seduta davanti, sul pavimento, da molto tempo, la schiena appoggiata al divano, le gambe sollevate contro il petto e lo sguardo fisso nel vuoto, non aveva smesso, nemmeno per un attimo, di pensare e ripensare alla conversazione che aveva avuto con Lauren poche ore prima, diciotto ore erano passate da quando aveva lasciato l'appartamento della maggiore, da quando le aveva detto che l’amava, senza avere alcuna risposta, lei le aveva detto che l’amava, per la prima volta nella sua vita, aveva pronunciato quelle parole, per la prima volta nella sua vita, si era innamorata di qualcuno e per la prima volta si era ritrovata col cuore spezzato, diciotto ore erano passate da quando aveva sentito il suo mondo crollare e da quando aveva cercato di capire come riuscire a risollevarsi, aveva sperato che il suo amore sarebbe stato sufficiente, che quello che provava per Lauren sarebbe sufficiente, ma si sbagliava, aveva sempre pensato che la sua carriera fosse la cosa più importante della sua vita, aveva sacrificato tutto per conquistare la posizione che occupava in quel momento, per onorare Sofi e non aveva mai messo in discussione il suo ruolo, amava ciò che faceva, amava il suo Paese e non aveva mai permesso a qualcuno o a qualcosa di intralciarle il cammino così da poter fare sempre ciò che le sembrava più giusto per la Nazione, dopo tutto, lei era un buon marinaio nella tempesta, era la persona che suo padre aveva cresciuto e che era pronta a dare tutto per il suo popolo ma in quel momento, non ne aveva più voglia, quel giorno, per la prima volta da quando aveva seguito la strada del potere, della politica, desiderava un’altra vita, una vita in cui nulla si sarebbe potuto mettere fra lei e Lauren, una vita in cui avrebbe potuto urlare al mondo che amava quella donna, quella straordinaria donna che l’aveva fatta sentire viva, completa, al posto giusto, quella donna che le aveva fatto capire che le era sempre mancato qualcosa, la mora, entrando nella sua vita, era riuscita a colmare quei vuoti, quella donna che l'aveva abbandonata perchè l’amore che provava non era sufficiente, deglutendo faticosamente e sentendo gli occhi bruciare e la gola stringersi, Camila abbassò lo sguardo verso il grande fascicolo che teneva fra le mani, un fascicolo che le era tanto familiare e che, nonostante questo, non aveva mai aperto, gli occhi le si posarono sulle grandi lettere che componevano il nome intero di Lauren, restò immobile, esitando ad aprirlo, alla fine non aveva più nulla da perdere, ma aveva  la possibilità di scoprire da sola ciò che c’era nascosto dentro visto che Lauren non le avrebbe mai più potuto svelare il contenuto di quel dossier, dopo un tempo che sembrò un'eternità, sganciò la clip che teneva chiuso il fascicolo e lo aprì con un gesto esitante, chiuse di nuovo gli occhi e fece un respiro profondo, prima di afferrare la risma di fogli che c’erano dentro, per fissarli intensamente, alcuni secondi passarono, durante i quali non si mosse, poi, con un gesto istintivo, gettò il contenuto della cartella sul fuoco che continuava a crepitare davanti ai suoi occhi, anche se Lauren non faceva più parte della sua vita, le era troppo difficile leggere cosa c'era in quei documenti, così rimase a guardare i fogli consumarsi sotto i suoi occhi, realizzando che aveva appena perso ogni possibilità di sapere di più della persona che aveva stravolto la sua esistenza, un rumore nei pressi della doppia porta del suo ufficio attirò la sua attenzione, portandola così, a distogliere lo sguardo dal camino vide Demi attraversare l’uscio ed entrare, con esitazione, nella stanza, dopo essersi chiusa la porta alle spalle.
 
"Ehi" la salutò avanzando lentamente.
 
"Ehi" 
 
Si sforzò di sorriderle, quando poi il suo sguardo cadde sul fuoco del camino, Demi si fermò a pochi metri da lei per osservarla, conosceva Camila ormai da molti anni, da molto prima che diventasse Governatrice, erano amiche già da prima che lavorasse per lei e non ricordava di averla mai vista in quello stato in cui si trovava già da alcuni giorni e più il tempo passava, più sembrava che le cose peggiorassero, così si era detta che era meglio non mettersi in mezzo, in quel momento però non ci riuscì, in quel momento voleva solo cercare di aiutare la persona che considerava la sua migliore amica, la persona che era rimasta la stessa nonostante il ruolo che era riuscita a ricoprire, la persona umile e altruista che era Camila Cabello, che non esitava mai a sacrificare la propria felicità per quella degli altri quindi, anche se sapeva che c’era la probabilissima possibilità di essere malamente mandata via come era già successo a Dinah, decise di fare un passo avanti e sedersi accanto a lei sul pavimento.
 
"Siamo amiche, non è vero?" Chiese  dolcemente "questo non è cambiato, giusto?"
 
"Certamente" rispose senza voltarsi.
 
Demi tirò un sospiro di sollievo e trovò il coraggio di continuare.
 
"Bene, quindi, dato che siamo amiche, dovresti confessarmi cosa c'è che non va e non venirmi a dire che va tutto bene" aggiunse quando vide Camila aprire la bocca "perchè sarebbe una bugia enorme e io preferirei che tu fossi sincera"
 
Ci fu silenzio mentre Demi attendeva che la minore rispondesse, ma quest’ultima rimase zitta, continuando a fissare il fuoco nel camino, sospirando, Demi abbassò lo sguardo verso il tappeto sul quale erano sedute e cominciò a giocherellare con il materiale di cui era fatto.
 
"Si tratta di Lauren non è vero?" Chiese nervosamente.
 
Camila sentì il suo battito accelerare udendo quel nome, così portò, finalmente, lo sguardo verso il volto gentile della sua amica.
 
"Che c’entra l’Agente Jauregui con questa storia?"

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