Capitolo 8

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Quella era la terza volta, si, era la terza volta nell’arco di trenta secondi che quella giornalista le toccava il braccio, era pronta a metterci la mano sul fuoco.

La Presidentessa degli Stati Uniti era circondata da una mezza dozzina di persone che le spiegavano la necessità di far intervenire le forze armate in Nigeria e l'unica cosa sulla quale riusciva a concentrarsi era quella smorfiosa giornalista che aveva la mano sull'avambraccio del suo Capo della Sicurezza.

Mentre uno dei suoi consiglieri si era lanciato in un discorso pomposo sull'onore del paese in questione, vide con orrore Lauren sporsi un po' più verso l'altra donna e dirle qualcosa all'orecchio inducendola a portare indietro la testa e farla ridere come una bambina senza cervello, ciò le fece venir voglia di sventrarla con le sue stesse mani.
 
"Che ne dice Signora?" Domandò Jessica Jones, una delle segretarie amministrative
 
Camila distolse brevemente gli occhi da Lauren per posarli sulle sei persone che la guardavano in attesa di una risposta da parte sua.
 
"Penso che bisognerebbe rifletterci" disse alla fine non volendo prendere posizione su un argomento che non aveva neppure ascoltato.
 
Sentì un'altra persona prendere la parola ma la sua attenzione si rivolse di nuovo verso la scena che si stava svolgendo a qualche metro da lei, tra Lauren ed una giornalista della Casa Bianca della quale non conosceva neanche il nome.

Tre giorni, erano trascorsi tre giorni da quando Lauren e lei erano tornate ad "un rapporto strettamente professionale" e il minimo che si poteva dire era che Camila stava subendo una vera tortura, la maggiore aveva deciso di ignorarla, accontentandosi di fare il suo lavoro e niente di più, aveva ripreso a darle del Lei chiamandola di nuovo "Signora", anche se all'inizio della loro relazione Camila lo trovava molto sexy, in quel momento era pronta a dare qualsiasi cosa per sentirle pronunciare di nuovo il suo nome, ma non poteva dire nulla, perchè era lei che aveva voluto che si tornasse ad un rapporto formale, aveva detto che avrebbero dovuto accontentarsi di un rapporto professionale, come se fosse stato più facile dimenticare ciò che c’era stato, tre giorni erano passati e il suo cuore si chiudeva ogni volta che doveva affrontare il muro d’indifferenza che la maggiore aveva alzato fra loro, sì, erano trascorsi tre giorni da quando Lauren aveva ripreso a trattarla come una sua superiore e non poteva nemmeno biasimarla per questo, perchè era colpa sua, era stata lei che aveva scelto di ascoltare Dinah, era lei che aveva respinto seccamente Lauren quando la mora non faceva altro che essere carina con lei, era lei che aveva ferito l'altra donna, sì, era stata lei la causa del suo stesso male, malgrado tutto, Camila sapeva di aver fatto la cosa giusta, sapeva che la sua decisione era la migliore decisione che poteva prendere, doveva mettere la distanza necessaria prima che fosse stato troppo tardi, ma ora, dopo avere passato un nuovo giorno ad essere totalmente ignorata da Lauren, si trovò obbligata a guardarla, con nonchalance, appoggiata al bancone che separava la zona dei giornalisti dal resto dell’ala Ovest, rimorchiare sotto gli occhi di tutti quella biondina di una giornalista e l'unica cosa che il suo cuore non smetteva di ripeterle era che era troppo tardi, era un dato di fatto, lo sentiva, si era innamorata del Capo della Sicurezza della Casa Bianca e aveva fatto di tutto per cercare di dimenticarla, era necessario che si arrendesse all’evidenza, aveva miseramente fallito, perchè poteva anche crogiolarsi nelle sue illusioni, ma ciò che sentiva in quel momento ­mentre osservava un'altra donna parlare e flirtare con Lauren Jauregui proprio come aveva fatto lei qualche giorno prima ­era gelosia, pura e ingestibile gelosia
 
"Camila?"

Fu allontanata dalla sua contemplazione da Dinah che si mise davanti obbligandola a distogliere lo sguardo, notò che gli altri cinque consiglieri erano spariti e dedusse che la sua migliore amica gli avesse congedati senza che lei se ne rendesse conto.
 
"Perdonami" sospirò guardandola direttamente negli occhi.
 
Si accorse che la guardava irritata, mentre le sopracciglia si avvicinavano pericolosamente.
 
"Cos’hai?" Chiese avvicinandosi un po’ più a lei "sei tu che ha voluto questa riunione, eppure eri lontana chilometri da qui"
 
"Lo so" rispose lei "è solo che..."
 
Si fermò di colpo quando vide dietro di lei la giornalista scrivere qualcosa su un pezzo di carta e poi consegnarlo a Lauren.
 
"Scusami" disse a Dinah prima di sorpassarla e avanzare verso le due donne che avevano colpito la sua attenzione da una ventina di minuti.
 
Quando vide Camila avvicinarsi, la bionda perse subito il suo sorriso smorfioso e si sedette immediatamente, Lauren notò il suo cambio di atteggiamento e si voltò vedendo allora la Presidentessa arrivare proprio in quel momento.
 
"Signora" la salutò nervosamente la giornalista.
 
Camila le rivolse un sorriso freddo prima voltarsi verso Lauren che aveva perso la sua espressione seducente.
 
"Agente Jauregui" disse con una voce che sperava apparisse neutrale "potremmo vederci nel mio studio fra qualche minuto?"
 
"Sì certo" rispose sorpresa.
 
Rivolse un sorriso di scuse all'altra donna prima di seguire Camila, il breve tragitto fino allo Studio Ovale venne percorso in un pesante silenzio durante il quale le due donne potevano sentire la tensione palpabile che regnava, quando la porta si chiuse dietro di loro, Camila si voltò verso Lauren che sfoggiava quell’aria distaccata oramai abituale in quei giorni.
 
"Qualcosa non va?" Chiese la maggiore
 
"Sì" rispose di punto in bianco "tu per esempio, che flirtavi con quella.. quella sciacquetta...mentre sei in servizio, non è professionale e ancora meno etico"
 
"Dovrei scusarmi?" Rispose Lauren aggrottando le sopracciglia.
 
Era infantile e cattivo, Camila se ne rendeva conto, ma era accecata dalla rabbia per prestarci importanza, soprattutto perchè era molto più facile dare la colpa alla maggiore per la sua mancanza di professionalità piuttosto che ammettere che non sopportava di vederla sedurre qualcun’altra.
 
"Hai capito bene" disse mantenendo il suo sguardo.
 
Quello di Lauren era talmente penetrante che fu sorpresa di non aver abbassato il suo, ma era la prima volta dopo alcuni giorni che la maggiore non distoglieva lo sguardo incrociando quello della cubana, anche se in quel momento era nera di rabbia, Camila sentiva un certo sollievo nel perdersi in lei, finalmente, dopo un lungo momento trascorso a fissarsi silenziosamente, Lauren ruppe il contatto visivo, incrociò le braccia al petto e guardò verso i divani laterali lasciandosi scappare un’amara risata.
 
"Mi dispiace" disse infine con una voce priva di emozioni "non accadrà più, Signora"
 
"Basta con queste finzioni e i tuoi “Signora" Lauren" Esclamò amaramente.
 
Tutto quello stava diventando troppo per la maggiore che sentì di non riuscire più a contenere la collera che la invase completamente.
 
"INSOMMA, CHE VUOI CAMILA?" Urlò mentre il suo viso si riempiva di rabbia.
 
La cubana si bloccò improvvisamente, aprì la bocca ma non uscì nessun suono perchè se avesse voluto essere onesta con se stessa, non avrebbe saputo proprio cosa dire, tuttavia Lauren non sembrava aspettarsi una risposta dato che riprese a parlare.
 
"Stavo facendo il mio lavoro correttamente ma poi tu hai voluto che diventassimo amiche" Continuò con tono deciso "volevi che io fossi solo Lolo ed è ciò che ho fatto, poi mi hai detto che volevi che io tornassi ad essere un semplice agente ed ho fatto anche questo, ed ora perdi letteralmente la testa perchè mi vedi parlare con un'altra donna?"
 
Fece una pausa e si allontanò da lei, si passò entrambe le mani tra i capelli chiudendo gli occhi, poi si voltò di nuovo verso la cubana per continuare.
 
"Ho fatto tutto ciò che mi hai chiesto Camila" riprese oramai stanca "tutto santo cielo, smettiamola con queste finzioni e dimmi cosa ti aspetti da me"
 
La Presidentessa non rispose, limitandosi a fissarla mentre faceva un passo in avanti, con il volto ancora segnato dalla rabbia.
 
"Cosa vuoi Camila?" Chiese di nuovo, fermandosi solo ad un metro da lei.
 
Ne aveva abbastanza di quella situazione, stava perdendo la pazienza e quella disputa era l’ultima cosa che poteva sopportare, sentire Lauren così vicina, guardare nei suoi occhi verdi e pieni di collera, fece crollare Camila, ma in un modo che nessuna delle due immaginava, Lauren la vide fare due passi in avanti per colmare la distanza tra loro e, prima che avesse il tempo di realizzare cosa stesse succedendo,  sentì due mani stringerle il colletto della giacca ed un secondo dopo le labbra di Camila catturarono le sue con un gesto fugace, portandola a piegarsi leggermente, sotto quella pressione, il suo corpo sembrava muoversi da solo quando sentì gli occhi chiudersi, mentre dolcemente faceva scivolare le mani sul viso per approfondire il bacio, strappando un gemito a Camila che la fece indietreggiare fino a colpire il muro alle sue spalle, senza lasciare un solo secondo la sua bocca, il bacio era disperato, selvaggio e ardente, le loro labbra si erano lanciate in una danza sensuale ritmata, dalle loro lingue che si imbrogliavano e sbrogliavano allo scontro occasionale dei loro denti, le mani di Camila avevano lasciato il collo di Lauren per ritornare sulla sua nuca, era bello, troppo bello per essere vero, eppure lo era e non si era mai sentita così estasiata come in quel momento, si sentiva esplodere dentro, Lauren ribaltò le posizioni e spinse Camila contro il muro, quest'ultima soffocò un gemito quando sentì le mani della maggiore scendere verso il bacino e accarezzarglielo lentamente, Lauren le liberò le labbra per scendere a baciarle il collo continuando con le mani ad esplorare il corpo della cubana, si fermò all’altezza dei fianchi che strinse quando depositò numerosi baci languidi lungo la clavicola, respirando il suo profumo accattivante.
 
"Lau..." gemette Camila facendo scorrere le mani tra quei capelli castani.
 
Nel sentire il suo nome sussurrato in modo così sensuale, Lauren sentì le ginocchia cedere, trovò la strada per le labbra della cubana e le morse ardentemente.
 
"Mi fai impazzire" le sussurrò a fior di labbra, prima di staccarsi lentamente in modo da poterla guardare.
 
Quest'ultima aprì gli occhi e si tuffò in quelli chiari e desiderosi di Lauren che non smetteva di divorarla con lo sguardo, dopo due lunghi secondi, la cubana la spinse a sè per darle ancora un bacio passionale, era in stato confusionale, il suo cervello era completamente sconnesso e la sola cosa che il suo corpo reclamava era maggiore contatto, più attrito con quello premuto contro di lei, anche Lauren la faceva impazzire, più di quanto sarebbe stato possibile immaginare, e non poteva farci nulla, quando percepì la mano della maggiore scivolare lungo la sua coscia, Camila udì dei colpi provenire dalla doppia porta principale, ciò le portò a fermarsi bruscamente, si separarono e misero una certa distanza fra loro, giusto in tempo per vedere apparire dietro la porta Demi.
 
"Agente Jauregui" Esclamò la ragazza, con il suo solito tono scherzoso che ebbe il dono di infastidire più del solito l’interpellata.
 
Lauren guardò qualche secondo Camila, che a poco a poco aveva ripreso a respirare, prima di voltarsi verso l'altra donna che le stava osservando, in quel momento, con un'aria stranita.
 
"Tutto bene?" Domandò Demi guardando prima una poi l’altra.
 
"Cosa vuoi Lovato?" Domandò irritata Lauren, voltandosi verso di lei, questo fece sorridere Camila che comprendeva perfettamente il suo stato emotivo.
 
Aveva appena sperimentato il bacio più vertiginoso della sua vita e l'unico desiderio che aveva era sbattere la porta in faccia alla sua amica per ritrovare il sapore delle labbra di Lauren, il suo profumo inebriante e la sensazione di quel corpo contro il suo, Demi scosse leggermente la testa, ripetendosi che probabilmente si stava facendo pensieri assurdi, poi le rivolse un sorriso gentile.
 
"C’è una chiamata dal Direttore Simon per lei, dice che è abbastanza urgente"
 
"Molto bene, arrivo"
 
Demi inviò loro un ultimo sguardo interrogativo prima di sparire dietro la porta, Lauren tirò un grosso respiro, sentendo il suo cuore battere ancora all'impazzata, prima di girarsi dolcemente verso Camila che non aveva smesso di guardarla.
 
"È stato..." iniziò Lauren, passandosi una mano fra i capelli quando un sorriso le allungò le labbra.
 
"Già.." Camila sospirò con un’espressione identica disegnata sul viso.
 
Si fissarono silenziosamente per alcuni secondi prima che Lauren riprese la parola.
 
"Sarà meglio che vada, Simon mi aspetta"
 
Camila annuì dolcemente, sentendosi incapace di pronunciare una frase sensata.
 
"Ci vediamo domani?" Propose la maggiore indietreggiando lentamente verso la porta.
 
Sapeva che se fossero rimaste ancora vicine, c’era il rischio che sarebbe successo esattamente ciò che qualche secondo prima era accaduto e non era sicura di avere la forza di fermarsi questa volta.
 
"Ci vediamo domani" disse teneramente "potremmo…parlare"

"D’accordo"
 
Si scambiarono un ultimo sorriso prima che Lauren uscisse dalla stanza.

Camila guardò la porta chiudersi e si lasciò andare contro il muro alle sue spalle, muro contro il quale era stata spinta e baciata qualche secondo prima, con un gesto tremante, portò la sua mano contro le labbra sfiorandole con la punta delle dita, sentendo ancora contro di esse il fantasma di quelle Lauren, un sorriso compiaciuto apparve sul suo volto mentre scuoteva lentamente la testa, sì, era decisamente troppo tardi.

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