Arrivata davanti alla maestosa doppia porta dello Studio Ovale, che aveva visto migliaia di volte, Lauren bussò ma non attese l'invito ad entrare, trovò Camila seduta dietro la scrivania, con un bicchiere di scotch in mano, fissare con aria assente la finestra sul lato, la donna, all'udire qualcuno entrare, distolse lo sguardo e si sistemò meglio sulla sedia, ritornando sui dossiers che aveva davanti, quando vide che era Lauren, sentì lo stomaco stringersi, la visione di Keana Marie nell'ufficio della mora continuava a tormentarla, ma non lasciò trasparire nulla mantenendo così un'espressione impassibile.
"Ehi" disse nervosamente la maggiore.
"Ehi" rispose semplicemente
"È stato un colpo basso da parte tua" continuò "il figlio di April" precisò, quando vide un'incerta Camila sollevare un sopracciglio
Le sorrise divertita, per farle capire che stava solo scherzando, ma la minore non rispose, si limitò a riportare gli occhi ai documenti che aveva fra le mani, in modo da evitare di incrociare lo sguardo dell'altra donna.
"Mi dispiace" dichiarò poi la cubana, con tono neutro "è stato infantile e si, davvero un colpo basso"
E non era da lei, la sensazione che aveva provato nel vedere Keana nell'ufficio di Lauren, non era da lei e tutto ciò non le piaceva affatto, l'agente perse subito quell'espressione giocosa e fece qualche passo verso la scrivania.
"Stavo scherzando" le disse dolcemente, abbassando la testa per cercare di incontrare gli occhi di Camila.
Quest'ultima non accennò alcun gesto o mezzo sorriso per dimostrare che scherzava anch'ella, invece mantenne quell'aria seriosa e cuotendo la testa freneticamente, aggiunse
"No, hai ragione, non sarebbe dovuto accadere, mi sono lasciata influenzare dalla storia tra te e Keana quando la questione non mi riguarda"
Lauren attese alcuni secondi, durante i quali si limitò ad osservare la donna che aveva davanti infine reagì, tirò un respiro e si diresse lentamente verso la scrivania, oramai conosceva Camila così bene, da sapere che quell'atteggiamento era dovuto al suo naturale modo di difendersi, quando si sentiva vulnerabile, era solita nascondersi dietro umorismo o indifferenza, per non mostrare ciò che realmente provava, e quella era una di quelle occasioni, e la colpa era completamente sua.
"E so benissimo" continuò guardando finalmente la mora "che il fatto che andiamo a letto insieme non mi da il diritto di immischiarmi nei tuoi affari"
Uno schiaffo avrebbe avuto lo stesso effetto su Lauren, dopo le parole che aveva udito.
"È così che vedi il nostro rapporto?" Domandò lentamente "come una semplice storia di sesso?"
Accennò un passo indietro lanciando a Camila uno sguardo ferito che fece realizzare alla donna ciò che aveva appena detto, la cosa peggiore era che lei non pensava minimamente quelle cose, infine, rendendosi conto che le cose stavano prendendo una piega sbagliata, si tolse quell'espressione finta dal volto e sospirò.
"No, certo che no, ma non è che perchè io vedo le cose in un modo, devo imporre a te la mia stessa visione"
Quelle parole furono ancora più pesanti per Lauren, che sentì la rabbia crescerle dentro.
"Quindi pensi che per me sia solo sesso?"
"Mi sbaglio?"
Se la voce di Camila non stesse tremando e l'espressione del suo volto non stesse mostrando un'evidente insicurezza, la rabbia di Lauren sarebbe esplosa difronte a quella domanda invece sentì il bisogno di aggirare la scrivania e andare ad abbracciarla perchè se ci fosse dovuta essere una persona che doveva sapere cosa la minore rappresentava per lei, quella persona sarebbe stata Camila stessa.
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The Free World
FanfictionCamila Cabello segna la storia degli Stati Uniti d'America diventando il primo Presidente donna del paese. Con il peso del mondo libero sulle spalle, dovrà adattarsi alla sua nuova vita alla Casa Bianca, dove conoscerà il suo staff e in particolare...