9.

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Sento che si irrigidisce.

Ma poi capisco.

Sento qualcuno arrivare dalla strada.

Dio, ti prego.

Fa che non sia Michael.

Ma ovviamente, nessuno lassù mi ascolta.

"Allora sei duro di testa, eh, bambinetto?"

Tinus si stacca con forza dall'abbraccio.

Un po' troppa forza.

Già mi manca il calore delle sue braccia.

Mi porta dietro di se, come a proteggermi.

Si gira e mi guarda.

"Andrà tutto okay." mi dice con gl'occhi.

"So cosa ti ha fatto." mi sussurra.

"Non capiterà mai più."

Davvero, lui sa?

Michael, sì, era il mio migliore amico, prima che se ne andasse.

Poi un giorno è tornato, probabilmente per venirmi a salutare, non so.

Sta di fatto che, mi ha vista sulla soglia di casa, mentre abbracciavo un ragazzo.

Se vogliamo essere più precisi, mio cugino.

Partiva per gli Stati Uniti, per questo lo abbracciavo con forza.

Lui è venuto verso di noi, furioso.

Credeva lo avessi sostituito.

Credeva mi fossi trovata un fidanzato.

Io, all'epoca, non sapevo di piacergli, ma lo capii poco dopo.

Forse un po' troppo tardi, dato che mio cugino tornò a casa con un occhio nero.

Ed io con dei segni rossi sulle guance.

Mi aveva schiaffeggiata come fossi un antistress.

Prima uno, poi arrivò il secondo.

Dopo il quinto, non ho più contato.

Quando ritornò cosciente, si allontanò, bisbigliando qualche 'oddio', 'cosa ho fatto?' e 'mi dispiace'.

Cercò di avvicinarsi, ma ricordo bene di aver fatto uno scatto all'indietro.

Ho sempre provato ad eliminare il ricordo di quello che mi fece dopo.

Per questo, a primo impatto, l'ho abbracciato.

"Che cosa stai facendo?" chiede Michael, dopo minuti di silenzio infiniti.

"Non potrai proteggerla per sempre, Gunnarsen."

"Che cosa te lo fa pensare?" interviene Mac, saltando dalla ringhiera su cui si era seduto, per venire verso di noi.

"In verità" accenna Michael "io starei parlando con il tuo fratellino."

"Forza, cosa devi dirmi?" risponde Tinus, lasciando i miei polsi, per poi portare le braccia al petto.

Fino a quel momento mi ero sentita sicura grazie a quella presa, ora mi sentivo peggio di un animale ferito.

Mac mi afferra la mano, notando subito la mia trsitezza.

Gli sorrido.

"Non provare ad avvicinarti a lei." afferma Michael.

Si ferma, per qualche istante.

Vedo che mi cerca con lo sguardo.

Lo trova.

Per un secondo, rivedo il mio migliore amico.

Gentile e simpatico.

"Ha già sofferto abbastanza, non credi?" azzarda Tinus.

Gl'occhi di Michael cambiano, e lo sguardo del mio vecchio migliore amico scompare.

Diventano neri e minacciosi.

Si avvicina verso Tinus.

Oh no, ora basta.

Mi libero dalla presa di Mac e mi metto di fronte a Tinus.

"Forza" dico "colpiscilo. Però, prima, dovrai colpire me."

"Sara..."

"No, Tinus, tranquillo. Se davvero vuole provare ad essere di nuovo il mio migliore amico, ovvero uscendo con me, non ti colpirà."

Mi giro verso di lui e lo guardo.

Mamma mia, quanto sono belli i suoi occhi.

Quando mi giro, ho Michael a due millimetri di distanza.

Lo sta per colpire.

Scherzavo, è me che vuole colpire.

La mano di Michael mi colpisce forte la guancia, ed io cado per terra.

"Perchè?" grida Michael.

"Hai sempre preferito gl'altri a me!"

Si libera della presa di Tinus, che è indeciso se ammazzarlo adesso o tra qualche minuto.

Si avvicina e mi tira un altro schiaffo.

Io inizio a piangere, peggio di una bambina.

Non ancora.

Non posso cancellare questo momento, non riesco.

Appena vede le lacrime rigarmi il viso, Tinus si volta, ed un pugno finisce nel bel mezzo del volto di Michael.


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