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(Martinus)

Non mi importa niente del nostro patto.

Sara è li per terra con le lacrime agl'occhi.

Gli tiro un pugno nel bel mezzo della faccia.

Lui cade per terra e mi guarda, con una mano sul naso.

Gli faccio cenno di andarsene, e lo fa.

Prima però, una minaccia esce dalla sua bocca:

"Sta pur certo che te la porterò via, biondo. Fosse l'ultima cosa che faccio."

In questo momento non mi importa.

Vado verso Sara e mi chino.

"Io vado ad assicurarmi che quel pazzo se ne sia andato, vi raggiungo più tardi."

Detto questo, mio fratello si dirige verso la strada e non riesco più a vederlo.

Mi concentro su Sara.

La prendo in braccio.

Non so perchè, so benissimo che può camminare.

Ma ho sempre desiderato farlo.

Appoggia la sua testa sulla mia spalla e sento il suo respiro nell'incavo del collo.

Sembra una bambina.

E' stupenda.

Quanto mi piace.

Prima, con quell'abbraccio, mi ha colto di sorpresa, ma ho capito che anche lei prova qualcosa.

Volevo che quell'abbraccio non finisse mai.

Avevo sognato quell'abbraccio da un anno.

Scaccio dalla mente questi pensieri, quando mi rendo conto che siamo sul suo portico.

Fermi.

Entro in casa sua e la appoggio sul divano.

"Non c'era bisogno di prendermi in braccio, riuscivo a camminare." mi dice sorridendo.

"Vado a prenderti un bicchiere d'acqua." le rispondo, ricambiando il sorriso.

Quando torno, è seduta sul divano, con le ginocchia al petto.

"Dobbiamo parlare." diciamo in coro.

La fisso negl'occhi e vedo che arrossisce.

Prendo un respiro profondo.

Finalmente, il discorso che da mesi provo di fronte ad uno specchio, diventa realtà.

"Sara, tu mi piaci. Sinceramente, non sono bravo con le parole, quindi cerca di seguirmi."

Mi fissa attentamente, ma noto che nei suoi occhi c'è una luce diversa, più brillante.

"Fin dall'inizio, ti ho trovata una ragazza sicura di sé, che non fa molto caso a ciò che pensano gl'altri di lei.

E' forse uno dei mille motivi per i quali mi piaci. Ma più che altro, sono le piccole cose. Quando sei con Rita, che non ti viene matematica e inizi a mordecchiarti il labbro, sei adorabile. Quando inizi a giocherellare con la collana che porti da quando sei piccola, sei bellissima. Quando ti isoli, inizi a cantare e il mondo non esiste. Io starei ore a guardarti suonare. Appena entri in una stanza, ho la voglia matta di abbracciarti, perchè sei così piccola, mi piace sapere che, abbracciandomi, sei un po' più al sicuro dal mondo esterno. Ma forse anche quelle due perle che gl'altri chiamano occhi, mi ipnotizzano ogni volta. Sono così grandi ed espressivi, riusciresti ad esprimere un'intera frase, solo con lo sguardo. Te lo giuro, non mi era mai capitato di provare emozioni così forti. Sei così bella, neanche te lo immagini. Ho sempre la voglia matta di baciarti. E sì, mi sa quasi che ti amo."

Io, in tutto questo tempo, sono un pomodoro, ma lei non ci fa caso.

Lo vedo.

Ha gl'occhi lucidi.

Vorrei avvicinarmi, ma esito.

Si avvicina lei.

Due secondi dopo le sue labbra, che bramo da più di un anno, si appoggiano sulle mie.


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