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Mando giù frettolosamente l'ultimo sorso d'acqua e mi affretto a sedermi sulla poltrona.

Sono a casa.

E' l'una di notte.

I miei non ci sono.

Mac e Tinus sono ancora con i loro amici, nel nostro giardino.

Non ho risposto alla domanda di Tinus, ho solo chiesto a Mac di accompagnarmi a casa.

Nicole è lì fuori, seduta sulle gambe di Tinus, con le dita intrecciate alle sue.

Mi rendo conto solo dopo di essere piantata di fronte alla finestra.

Li sto davvero spiando?

E' inutile, non ce la faccio.

Decido di mandare un messaggio a Mich.

Hai voglia di venire dentro?

La sua risposta arriva fulminea.

Aprimi, ho già gl'occhi dei tuoi amichetti puntati addosso da quando siamo qua.

Gli apro la porta e lo lascio entrare.

"Cavolo" esclama "è la fotocopia della casa in Italia!"

Sorrido, facendo spazio ai ricordi nella mia mente di quando passavamo le giornate in salotto, saltando dal divano fino alle poltrone.

Si siede sul divano e inizia a scrutarmi.

Sento le guance andare a fuoco.

"Tutto okay?" gli domando, notando che si è palesemente incantato sulle mie labbra.

Scuote la testa e, quando nota che sono in cerca di una spiegazione, le sue guance divampano.

"Niente, tranquilla." risponde, facendo un gesto vago con la mano.

"Allora, per quale motivo sono stato convocato?"

"Ci deve essere un motivo?" domando, cercando di non fargli capire che voglio parlare di Tinus.

Mi aggroviglio i capelli in una coda, nervosa.

"Non puoi mentire con me." risponde, fissandomi negl'occhi.

I miei diventano lucidi ma cerco di trattenere le lacrime, sedendomi sul tappeto e voltandomi verso il camino spento.

A quel punto, sento una mano toccarmi la spalla.

"E' proprio scemo a non accorgersene."

Mi giro lentamente, tirando su con il naso.

"Andiamo Sa, gli muori praticamente dietro. Ogni volta che Nicole lo sfiora, ti irrigidisci. Solo un idiota non capirebbe che sei innamorata di lui."

"Allora Martinus Gunnarsen è un idiota."

Respiro profondamente, cercando in tutti i modi di non crollare.

Mi porto le mani sugl'occhi.

"Dio, se è idiota." mormoro.

Michael stringe la stretta sulla mia spalla.

Raddrizzo la schiena di scatto.

Non so ancora se è cambiato totalmente o no, quindi devo andarci piano.

Si alza velocemente e si dirige verso la cucina.

"Avanti, piccolina, mangia qualcosa. Fa sempre bene mangiare quando si è tristi."

Alzo lo sguardo e gli sorrido.

"Anche tu con questa storia della 'piccola'? Abbiamo tre mesi di differenza noi due."

"Chissene frega dei tre mesi" sorride " è la tua altezza che mi preoccupa."

Rido, afferrando dei biscotti alla crema.

"Sono 1.59. Insomma, un po' di rispetto." rispondo mentre addento un biscotto.

Michael inizia a ridere mentre un brivido mi percorre il corpo.

La sua risata mi fa venire in mente quel pomeriggio, prima della partenza di mio cugino.

La gola mi si secca all'istante.

Vado verso il frigo e bevo qualcosa, ringraziando la sensazione stupenda del succo di frutta sulle mie labbra.

Passo almeno dieci minuti a chiaccherare con Michael, fino a quando non se ne va.

Appena esce dal giardino, bussano alla porta.

"Immagino siate stati ad origliare tutto il tempo."

"Non esisti solo tu a questo mondo, Sa."

Tinus sguscia dietro le mie spalle e si siede sul divano mentre Mac si siede sul bracciolo del divano.

Chiudo la porta e mi sistemo di fronte a loro.

"Cos'è successo?"

Li scruto attentamente, ma il mio sguardo si posa inevitabilmente su Tinus.

Si massaggia le nocche con il pollice cercando di non farsi vedere.

"Martinus..." sbuffo, prendendogli del ghiaccio e posandoglielo sulla mano.

La nostre mani si toccano e, sia io che lui, facciamo un breve scatto.

Sono piccoli gesti ma non se a farli è Martinus.

Riformulo la domanda, ponendola a suo fratello.

"Cos'è successo?"

Sento lo sguardo dei fratelli Gunnarsen puntato addosso.

"Dave" mormora Tinus " ha detto una cosa."

Dave è un compagno della squadra di calcio di Mac e Tinus, a volte ci parliamo ma la sua presenza non mi fa né caldo né freddo.

"Cosa?" lo guardo negl'occhi e, ammetto, mi ci perdo per qualche istante.

Tentenna un po' nel rispondermi, ma alla fine cede.

"Ha detto che sei una troia. Solo perchè hai chiamato Michael dentro." risponde, stringendo i pugni.

Mi mordo il labbro inferiore e Tinus sposta lo sguardo, socchiudendo gl'occhi.

"Che cosa hai fatto?"

Non risponde.

Ho bisogno di sapere cosa ha fatto.

"Mac."

"Lo ha picchiato" risponde, ridendo leggermente sotto i baffi " e anche alla grande."

Mi alzo da terra e mi accovaccio sul bracciolo del divano, di fianco a Tinus.

"Perchè lo hai fatto?" sussurro.

Mac, nel frattempo, se ne va in cucina.

Tinus deglutisce e mi guarda.

"Ti viene dietro da circa cinque mesi ma tu non lo hai mai considerato."

Rimango a bocca aperta.

Notando la mia espressione, sussulta.

"Sei seria? Praticamente mezza squadra ti viene dietro."

Questo includerebbe anche lui?

No, non posso chiederglielo.

Mi chino, appoggiando le ginocchie sulle sue gambe.

Gli prendo la mano e gli tolgo il ghiaccio.

Ci passo il pollice sopra con delicatezza.

Poi, pian piano, gli bacio dolcemente ogni nocca rossa della mano.

"Puoi tranquillamente dirgli" sussurro "che il mio cuore è stato rubato da un altro giocatore."

Sorrido a contatto con la sua mano.

"Fidanzato, purtroppo." aggiungo.

"Ma non innamorato." bisbiglia.

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scusate se è corto ma ho cercato di descriverlo al meglio. Cercherò di fare capitoli più lunghi, promesso. :)

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