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Transilvania 1476

È steso sul letto, con le cicatrici della battaglia, ben visibili sul corpo nudo, coperto solo da un lenzuolo rosso sangue, di seta purissima.

Gioca con i capelli, arricciandoli e poi rilasciandoli, fino a formare un'onda ben definita.

È stanco, provato, dalla battaglia e dall'essere sempre un passo avanti, per sbaragliare i nemici.

Sogna una vita diversa, fatta di pace e senza guerra, ma sa che è solo una pia illusione.

Il mondo che tanto ama, sta andando in rovina.

Accetta questo fatto, anche se a malincuore.

Si volta su un fianco guardando oltre le mura del grigio castello.

Il cielo promette tempesta, un po' come il suo nome, ogni qual volta viene pronunciato.

Sbadiglia, pigro, lasciando le palpebre chiudersi, in cerca di quel riposo che oramai è un miraggio lontano.

È così che lo troveranno, i nemici.

È così che lo ridurranno in fin di vita, così che pregherà qualcuno affinché lo salvi, dalla morte e dall'inferno.

Ma non è Dio, colui che risponderà all'appello, emesso con voce morente.

Qualcosa di pericoloso ed oscuro, che gli offrirà una via di scampo, pagando un piccolo prezzo.

Quel prezzo, lo porterà ad una vita immortale e a poteri smisurati.

Lo porterà ad essere ricordato nei secoli, con timore e rispetto.

Lo porterà...

Oggi...

<<Ehi Sun, hai sentito la novità? >> chiede Melissa, sussurrando al mio orecchio.

<<Dovrei?>> replico, seccata. Mel e i suoi gossip!

<<Nuovo professore di storia. Ho sentito dire, in refettorio, che sia un fico astronomico>> come sempre, ne sa una più del diavolo, beata lei.

<<Davvero? Non ne sapevo nulla, meno male ci sei tu, che mi tieni sempre informata>> stempero subito il malumore, dato che non ha colpa.

Mi sono alzata male, non col piede sbagliato ma con tutto il corpo. Oltretutto sono in pre ciclo e ho i nervi a fior di pelle.

<<Servono a questo le amiche no?>>

Si bea, del mio complimento.

Per lei, essere sempre informata e fonte primaria di info, è vitale. Come se non esistesse altro, al mondo.

<<Direi che domani lo sapremo con certezza, vediamo se queste voci di corridoio, per una volta, sono fondate>> le do corda, per fare ammenda col comportamento di prima.

<<Non vedo l'ora! Siamo a corto di bei ragazzi, e oramai me li sono già girati tutti>> sghignazza come se fosse una cosa normale, ma è fatta così, alla fin fine non è cattiva, solo un po' leggera.

<<Ma se abbiamo un intero ateneo? Cosa stai dicendo Mel!>> La rimbrotto, amichevolmente.

<<Beh a me non bastano, per cui... sono felice di avere carne fresca, su cui affondare gli artigli>> mima il gesto, facendomi scappare una gran bella risata.

<<Sei tremenda sai, panterona!>> La prendo ancora in giro, ma lei ride di più.

<<Lo puoi dire forte, nessuno mi sfugge, cara. E ora basta, preparati che dobbiamo uscire, la festa ci aspetta. Da che cosa ti mascheri, da dama dell'ottocento, come l'altra volta?>> La nota di biasimo non mi passa inosservata.

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