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Busso alla porta, so che c'è riesco a percepire il suo odore.

<<Un attimo, arrivo>> dice, infatti.

Spalanca la porta e resta per un attimo senza parole.

<<Ciao, che ci fai qui?>> Non si capacita del perché io sia sull'uscio.

<<Volevo scambiare due parole con te, è possibile?>> Cerco di essere quanto più gioviale riesco, lanciandole uno dei miei sguardi tentatori.

Vado a segno, difatti si scansa e mi fa cenno di entrare.

<<Sei qui per Sunny, vero?>> Astuta, la ragazza.

Chiudo la porta, comandandole di non aprirsi, mi paro davanti a lei.

<<Sì, adesso mi dirai tutto ciò che sai su di lei>> intimo, stregandola.

Un'ora dopo, avute le informazioni ed un buon pasto, la lascio da sola.

Ho provveduto a cancellare ogni ricordo, fin dal momento in cui ho bussato alla porta.

Crederà di essersi appisolata e non rammenterà nulla, bene così.

Mi ha detto dove la posso trovare, in biblioteca a studiare, per cui coi libri alla mano, mi dirigo in quel luogo, pieno di sapienza.

Una volta varcata la soglia, mi guardo attorno, cercando il suo odore tra tutta la folla. È molto piena la sala, ma non dubitavo.

Affino l'odorato e la trovo, al piano superiore. Salgo di fretta, volendo scongiurare una possibile intrusione da parte di estranei, che possano avere l'ardire di sederle vicino.

Ma, come ho piacere di notare, lei è ad un tavolo per due. La sedia difronte alla sua ricolma di libri, così come il tavolo.

Sceglie quel momento per riposare il corpo e la mente, stiracchiandosi.

Osservo con occhio critico l'abbigliamento.

Una lunga gonna nera, con motivi floreali, un cardigan blu notte, sopra una camicetta color carta da zucchero, abbottonata fino in cima. Calza delle scarpe comode, che hanno tutta l'aria di essere dei mocassini da donna.

Alquanto pittoresco, dato che le sue coetanee fanno sfoggio di mise, a dir poco censurabili. I lunghi capelli color miele raccolti in una coda alta, un fermaglio le tiene ben saldo il ciuffo, che altrimenti ricadrebbe sugli occhi, più e più volte.

Le mani lunghe e affusolate, che posano la matita ed il quaderno, su cui ha preso appunti, con la grafia elegante e precisa.

Grazie alla mia vista potenziata, riesco a vedere che cosa sta studiando e quali appunti ha preso.

Una piccola ricerca su di me, Vlad di Valacchia.

Evidentemente il professore lo ha dato come compito extra.

Basta indugiare, è arrivato il momento di agire, così mi avvicino.

<<Salve, Sunshine, posso sedere con te?>> La sorprendo, data la reazione alla mia voce.

<<Ciao, stavo studiando. Ci sono tanti posti liberi, perché proprio qui?>> Non è stupida, o almeno è dotata di un buon istinto che, scommetto, le dice di non fidarsi.

<<Sei l'unica che conosco, e piacevole alla vista>> le sorrido, innocentemente.

Tentenna, vedo il dubbio che la rode e comprendo. Il padre, dato il suo "lavoro" deve averla messa in guardia dai pericoli, dal parlare e dare confidenza a uomini, per di più sconosciuti.

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