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Entro in classe con la mia solita aria, sapendo bene dove sia lei.

Non alzo lo sguardo nella sua direzione, non mi volto e me ne vado dalla parte opposta.

Sento la sua amica che le chiede cosa sia successo, mentre Sunny le dice che le racconterà dopo dato che la lezione sta per iniziare.

Piego la testa sul libro, come uno studente modello, ignorandola pur sentendo i suoi occhi su di me.

La lezione scorre serena con lei che interviene qualche volta con commenti precisi e mirati. Anche oggi sfoggia uno dei suoi look retrò, pantaloni larghi color senape, camicetta e maglione beige, solite scarpe.

Ma c'è qualcosa di diverso, oltre all'aver sciolto i capelli.

Mi volto solo un attimo, ed è allora che capisco. Si è messa un poco di trucco.

Solo uno strato di mascara, che le allunga le ciglia a dismisura. Questo tocco femminile la rende diversa e molto più carina, facendo passare il resto in secondo piano.

Mi lascio trasportare dai pensieri, immaginando cosa ci sia sotto quegli abiti informi e fuori moda.
Sembra essere molto esile nonostante sia molto soda.

Per quanto si sforzi di coprire il corpo, i pantaloni danno una chiara immagine del sedere rotondo e sodo.

Un'immagine di me e lei mi passa per la mente, anche se alla velocità di una meteora.

Resta il fatto che, piano o non piano, sono comunque un uomo, in termini di sesso. Ho dei bisogni, che non sono soddisfatti da un po'.

Devo trovare una donna quanto prima, disponibile e con un buon fluido sanguigno.

Devo, altrimenti rischio di fare una carneficina, e di certo tutto desidero tranne che si gridi al serial killer.

Già più rilassato, le concedo solo uno sguardo.

Mi volto veloce, beccandola in pieno a fissarmi, per poi volgere lo sguardo altrove, imbarazzata. La lezione termina qualche minuto dopo, facendo uscire in volata il corpo studentesco. Mi prendo il mio tempo, fingendo di rassettare lo zaino, sentendo il suo odore farsi sempre più vicino.

<<Drake?>> Chiama, con voce flebile.

<<Ciao Sunshine, cosa posso fare per te?>>
Educato all'inverosimile, mentre tutto in me grida all'attacco, vedendo la vena pulsare.

<<A dire il vero, mi volevo scusare. Le cose che ti ho detto ieri non sono state affatto carine, soprattutto non conoscendoti. Sono stata sciocca e superficiale, ti chiedo perdono. Vorrei, sempre se sei d'accordo, provare ad avere un rapporto di amicizia>> l'ultima parte del discorso la dice in fretta, quasi mangiandosi le parole, tant'è l'agitazione.

Le sorrido, con finta riconoscenza, pensando di aver fatto un gran passo avanti, proprio come mi aspettavo.

<<Certamente, niente mi farebbe più felice. Mi sento solo, in questa grande città, avere un'amica è giusto quel che mi serve. Che ne dici di siglare il patto, prendendo un caffè?>> Propongo.

<<Se ti fa piacere, volentieri. Non prendo caffè è pecc... non mi piace, ma ti faccio compagnia con una spremuta di arancia>>

Uhhhh, è davvero ligia, se neppure assaggia il caffè.

<<Sai cosa, ti faccio compagnia. Questo clima mi debilita, essendo abituato al caldo. Una bella iniezione di vitamina C è ciò che mi serve, adesso>> sorride come se le avessi rivelato il più grande mistero Biblico, mette la cartella a tracolla e mi precede.

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