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Durante il pasto regna un religioso silenzio.
Velsin evita in ogni modo il mio sguardo, mentre Annabeth si aggira nervosamente per la cucina.
<<Oggi tesoro, vorrei che ci dividessimo.
Perché non vai con tua madre a scegliere un abito?
Io devo fare alcune commissioni, e qualche telefonata, giusto per non essere totalmente solo, in quel giorno così importante>>
Sunny si illumina, e rivolge uno sguardo accalorato alla mamma.
Annabeth, dal canto suo, non può fare altro che sorridere e dimostrarsi entusiasta.
<<Certo, è un'idea favolosa.
Ma non ti sentirai solo, tutto sperduto in questa cittadina?>> Si preoccupa immediatamente.
<<Ma no! Sono abituato a far da me, e poi non voglio che tu veda il mio abito.
Per scaramanzia!>> Le faccio un pizzicotto in una guancia.
<<Come vuoi! Andiamo tra poco, mamma?>> Chiede, non stando più nella pelle.
<<Certo tesoro.
Lasciamo papà con Tobias, aspettiamo il dottore, così sapremo se può presenziare>> vedo il dolore, mal celato, dietro quelle parole. Se fossi umano, se avessi un'anima, proverei pena per quella donna.
Un figlio prossimo alla morte, una figlia che le verrà portata via a giorni.
Ma io non lo sono, umano, non ho sentimenti e non provo pietà.
<<Bene, se tutti siamo d'accordo, mi accomiato.
Ci vediamo più tardi amore, per qualunque esigenza, hai il mio numero>> le lascio un casto, ma non troppo, bacio sulla bocca e svelto vado via.
Non devo comperare alcun abito, ma devo rintracciare Lou.
Ho fatto il passo più lungo della gamba e, adesso, mi serve il suo aiuto.
Mi incammino in una stradina deserta, senza notare nulla intorno a me.
Ad un certo punto, mi trovo in un vicolo cieco, giusto il punto ideale per incontrarmi con lui.
<<Ehi Lou, ci sei? Ho bisogno di te>> lo chiamo, sperando che risponda.
<<Eccomi qua!>> Si materializza a diversi centimetri da me, mollemente appoggiato al muro.
<<Dunque, dunque, Drake, cosa posso fare per te?>> Sorride come se sapesse dove voglio andare a parare e, forse, davvero è così.
<<Sposerò Sunshine, giovedì, ma non posso entrare in chiesa lo sai.
Hai una qualche alternativa? Perché rifiutarmi di farlo alle loro condizioni e rispettando il loro credo, desterebbe sospetti.>>
Abbassa la testa e si pizzica il labbro inferiore, tra pollice e indice, con fare pensoso.
Rimugina sul da farsi per un buon lasso di tempo, poi si illumina.
<<Ho trovato la soluzione al nostro problema.
Allora, faremo così...>>

Ascolto attentamente quel che mi dice, e a fine resoconto resto a bocca aperta.
<<Sei sicuro di volerlo fare?>> Me ne voglio assicurare.
<<Ovvio! È l'unica chance che ci rimane e sarà per breve tempo.
In questo modo ognuno ottiene ciò che vuole.
I Velsin avranno il matrimonio in perfetto stile Cristiano, tu ti assicurerai che Sun sia tua, e io... beh, questo non importa.
Tutti saranno felici e contenti.
Detto ciò, c'è qualcos'altro di cui ti devi preoccupare>> replica, infastidito.
<<L'angelo?>> Tiro le somme.
<<No, qualcosa di peggio.
Chantal Fleurie, che si sta dirigendo proprio adesso a casa di Sun.
Ha intenzione di metterla in guardia su di te, sa chi sei e cosa sei, vuole dirle di lasciarti e rivelare la verità.
Capisci bene che non possiamo permetterlo.
Tuttavia, dobbiamo agire assennatamente, procurare un altro incendio sarebbe rischioso.
C'è da trovare una valida alternativa, mon amie.>>
<<Accidenti, non lo avevo previsto!>> Mi rammarico.
Devo trovare in fretta una soluzione, ma quale?
<<Tu sai perché la terra è tremata quando Sun si è sentita male? Perché credo fortemente che, i due avvenimenti, siano ben collegati tra loro.>>
<<Mi spiace, non ne so nulla.
Forse dovresti sentire gli angeli.
Di certo loro sanno, o magari la famiglia di Sun>> informazioni imprecise, non degne di lui che sa sempre tutto.
<<Okay, dimmi solo quando>> riferendomi al nostro piano.
<<Stanotte, a mezzanotte. Nel cimitero sconsacrato a nord.
Sii puntuale.>>
Sparisce come suo solito, lasciandomi ad affrontare il problema Chantal. Faccio dietrofront e mi avvio lesto verso casa Velsin, per scongiurare il pericolo.
Cammino veloce, senza essere visto, trovandola a pochi passi dal vialetto della casa di Sun.
<<Madame Fleurie! Ma che piacere incontrarla>> la saluto, educato.
Il terrore nei suoi occhi è inconfondibile e, se non bastasse, il suo odore trasuda paura allo stato puro.
<<Stai lontano da me, abominio!
So chi sei, cosa sei, e che io sia dannata se ti permetto di rovinare quella povera ragazza>> è molto grintosa, non c'è che dire.
<<Chi le dice che io la voglia rovinare? Magari ne sono davvero innamorato.>>
<<Sciocchezze! Gli esseri come te non sanno amare.
Non hanno un'anima, né un cuore. Lo vedo benissimo, in te.
C'è solo buio, freddo e desolazione, sei un essere vuoto>> enfatizza.
<<Allora se davvero pensa questo, quanto le conviene sfidarmi? Ci pensi bene Chantal, vuole davvero mettersi contro un essere secolare, che le può staccare la testa da un momento all'altro?>>
Stavolta minaccio io.
Vado a segno, vedendola fare un passo indietro.
<<Facciamo così, lei si tiene per sé le sue considerazioni.
Si dimentichi di avermi visto, e soprattutto si dimentichi della crociata che vuol intraprendere per salvare Sunny.
In cambio, la lascerò vivere>> patteggio.
<<Non posso! Tu la rovinerai, alla meglio.
Cosa vuoi da lei? Sangue, anima? È solo una ragazzina!>> Ed è davvero in pena.
<<Quello che voglio non la riguarda.
Le dirò solo una cosa, non ho intenzione di ucciderla, se è questo che la preoccupa così tanto.>>
<<E tu davvero credi che me la beva?
Io non credo ad una sola parola di ciò che dici. Ho a che fare col male da molto tempo, lo riconosco a pelle, lo fiuto immediatamente.
E tu, mio caro, sei il male puro.
Ho letto di te, delle azioni aberranti che hai compiuto nella tua lunga e solitaria vita.
Donne e bambini.
Non mi importa di morire, se servirà a salvare la sua anima.>>
Faccio un passo avanti, così tanto da avvicinarmi.
<<Ascoltami bene maledetta, una sola parola a Sun e ti garantisco che ti braccherò come un coniglio e farò un bagno nel tuo sangue, mi hai capito bene?>> La terrorizzo davvero stavolta.
Sono così assorto da non sentire la porta che si apre.
<<Madame, che bella sorpresa!>> Le dice Sunny.
La donna mi fissa ancora una volta, poi si gira verso la mia fidanzata e dice: <<Perdonami>>.
Dopodiché sparisce, scappando velocemente, incurante dei richiami di Sunshine.
<<Che cosa è successo?>> Chiede, apprensiva.
<<Nulla.
Solo una piccola diatriba, che stava sfociando in un vero e proprio litigio. Credo che davvero il suo odio per me sia dovuto ad un fidanzato del passato. Mi ha elogiato di epiteti irripetibili, ma tu non crucciartene, le passerà>> minimizzo.
<<Va bene, se lo dici tu>> ma non ne è convinta.
<<Ascolta amore, mi aiuteresti a scegliere un abito? Credo di avere dei gusti troppo retrò per un matrimonio di quest'epoca>>
Scoppia a ridere, poi mi prende per mano.
<<Sai una cosa? Voglio sfatare una sciocca superstizione, perché non comperiamo assieme gli abiti, e ci vediamo prima della cerimonia?
Mi serve un parere sincero, che non otterrei da mia madre.>>
<<Cosa ti fa pensare che il mio lo sia? Ti vedrei bella in ogni caso, Sunny>> sto al gioco.
<<Grazie!
Ma è proprio per questo che lo chiedo a te, se qualcosa mi stesse male, sono convinta che non dubiteresti nel mettermi al corrente>> si fida davvero.
<<In questo caso, ne sarò ben felice.
Dove ci rechiamo?>> Domando, tirando fuori dalla tasca le chiavi dell'auto.
<<Nella città vicina, Starheaven. Sono solo due miglia, ma c'è un negozio fornitissimo di cui, per fortuna, conosco la proprietaria.
C'è la possibilità di ottenere anche uno sconto.>>
<<Sun i soldi non sono un problema, lo sai>> dico.
<<Non per te, ma io posso contare su un budget limitato.
E prima che tu lo chieda, non esiste che mi paghi tu il vestito, farò con ciò che ho.>>
<<Sei incredibile lo sai? Un'altra al tuo posto...>>
<<Drake, io non sono le altre, io sono io>> sorride, mi prende la mano e mi tira, impaziente.
<<Muoviti, pelandrone! Non voglio che ci soffino i modelli migliori.
Mamma, tu vieni?>> Ma Annabeth è impietrita alla porta.
<<No tesoro. È giusto che vi lasci un po' di spazio.
Godetevi la giornata e buono shopping>> è insincera al massimo del livello.
<<Va bene, ci vediamo a pranzo! Dai un bacio a Toby>>
Entra e chiude lo sportello.
Metto in moto e premo sull'acceleratore scappando via come un ladro. Ma in fondo, un po' lo sono, non è vero?

Il negozio è davvero ben fornito, come aveva detto lei.
Si sta provando diversi abiti, ma non ha molto occhio, infatti ne sceglie solo in stile impero.
<<Tesoro, posso essere onesto?>> Le chiedo, dopo l'ennesimo abito senza forma che prova.
<<Devi!>> Sorride.
<<Cercane altri che non siano in questo stile. Non ti donano, ti fanno sembrare un sacco di patate>> sono brutale, ma lo ha chiesto lei.
<<Ah, e che dovrei cercare?>> Non sembra averla presa a male.
<<Secondo me i modelli a sirena sono fatti su misura per te, slancerebbero la tua figura, non pensi?>>
<<Ma Drake, saranno scostumati.
Si vede troppo!>> Va nel panico.
<<No, se ci abbini un bolero>> suggerisco.
Chiama la commessa e le riferisce ciò che le ho detto specificando che non desidera nulla di troppo appariscente o volgare.
La ragazza capisce al volo e, tornando nel magazzino, si adopera per cercare qualcosa che rispecchi le direttive di Sunshine.
<<Tesoro vieni qua>> la chiamo.
Siede nella poltroncina imbottita accanto a me.
<<Perché tutto questo terrore?>> Capisce al volo.
<<Non voglio contrariare i miei genitori.>> Ma non è tutto.
<<Sun, dimmi la verità, tutta la verità>> indago.
Sospira e poi si decide a sputare il rospo.
<<Ho paura che se faccio una mossa sbagliata... Be', ho paura che decidano di non farci più sposare>> finalmente!
<<Sei seria? Perché mai dovrebbero reagire così, solo per un abito?>> Non ci arrivo.
<<Drake tu non hai vissuto con loro.
So come ragionano e quello che potrebbero fare.
Mi hanno già perdonato il non voler abbandonare gli studi, ma non posso tirare la corda più di tanto, altrimenti rischia di spezzarsi>> afferma.
<<Che cosa ti hanno fatto Sunshine?>> Voglio sapere.
<<Nulla di cui voglia parlare.
Possiamo concentrarci sulla scelta degli abiti? Per favore!>>
Vuole cambiare discorso, va bene, ma solo per questa volta.
Non appena sarà mia, la costringerò con ogni mezzo a dirmi la verità.
Dopodiché penserò a eliminarli una volta per tutte.
Veniamo interrotti dal ritorno della commessa, le cui braccia sono cariche di buste bianche, contenenti abiti in stile sirena.
<<Vai.
Almeno mi godrò ancora questa sfilata solo ed unicamente per me>> le strizzo l'occhio, sorride luminosa.
Dopo aver provato una decina di abiti, trova quello giusto per lei.
Bianco candido, come la neve; corpetto a cuore di satin, il cui scollo è interamente adornato di perline.
Il corpetto si stringe in vita, con delle rouches, per dare poi il cambio alla gonna in tulle.
Vaporosa sul finale, stretta ai fianchi. Una grossa rosa bianca è stata applicata dietro, a creare un intrico di tulle simile a delle onde, da cui si delinea un piccolo strascico.
Il bolero, in satin e tulle, è nello stesso stile del vestito.
Le maniche sono a tre quarti, chiudono a sigaretta e, sui polsini, altre piccole perline.
La stessa rosa, sul didietro dell'abito, è riprodotta sulla parte sinistra. Il velo candido che le parte dall'attaccatura alta della testa, scende in morbide onde a coprirle appena il volto.
Una sorta di piccola trasparenza.
<<Sei perfetta! Questo è l'abito giusto per te.
Ti risalta e ti rende la sposa più bella del mondo>> mi rendo conto che, in queste parole, c'è un pizzico di verità. È davvero bellissima, pura e splendente.
<<Allora lo prendo!>> Si emoziona.
Ma tutt'a un tratto si rabbuia.
<<Cosa? Che cosa c'è Sun?>>
<<Sarebbe stata una bella sorpresa, per il giorno delle nozze.
Un po' mi spiace che tu mi abbia vista prima.
A volte ho idee così stupide>> recrimina.
<<Non è vero!
Sarà di sicuro ancora più emozionante quel giorno.
La chiesa addobbata, la musica e... tu>> dipingo sul volto un'espressione sognante.
<<Come ci riesci?>> Chiede sbalordita.
<<A fare cosa?>>
<<A dire sempre la cosa giusta.
Le parole che sono in grado di motivarmi e risollevare il mio umore.
Sei l'unico che ci riesce e senza sforzo>> si complimenta.
<<Non è poi così difficile.
Dico solo la verità Sunshine.>> Si acciglia appena.
<<Sai, ho notato una cosa.
Quando sei felice, quando mi comporto bene, mi chiami Sunny, o Sun. Quando il mio dire non incontra il tuo volere, mi chiami Sunshine.>>
<<Caspita, sei davvero attenta.
Temo di farlo involontariamente, sai? Non mi rendo conto di questo.
Ma presterò attenzione da qui in avanti>> la rassicuro.
<<Non devi.
La mia non era una critica, né il tuo un difetto.
E in qualunque modo mi chiami, mi piace>> arrossisce appena.
<<Sunny, Sunny, vieni a darmi un bacio>> la tento.
<<Scordatelo! Non voglio celebrare il matrimonio nella prigione di contea, per atti osceni in pubblico luogo.
Ho una reputazione sai?>>
Mi fa una linguaccia e sparisce dentro il camerino, seguita a ruota dalla commessa.
Qualcosa mi si agita nel petto.
Diviene pressante portare a termine il piano, altrimenti...
Altrimenti sarò perduto, per sempre.

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