Era veramente esausta, infatti ha passato metà del pomeriggio dormendo.
L'ho fatto anche io, dopo il nauseante spettacolo a pranzo.
I genitori di lei si sono messi a pregare, ringraziando per il cibo e tante altre cavolate.
Hanno portato qualcosa anche a Tobias, che come sospettavo non ha toccato cibo.
Dopodiché è partito di nuovo l'interrogatorio.
Annabeth ha subdolamente chiesto a Sunny dello smidollato.
Lei ha riferito di averlo incontrato e di essersi salutati e basta.
Ma Annabeth lo sapeva bene, dato che il microcefalo le ha telefonato subito dopo averci incrociati.
Piangeva come un poppante, che schifo.
<<Drake, sei sveglio?>> Bussa piano.
<<Sì, entra>> la porta, con un cigolio, si apre.
<<Ciao>> saluta, imbarazzata.
Lo sento dall'odore e lo vedo dallo spostare il peso corporeo da un piede all'altro.
Batto sul materasso e le indico di sedere affianco a me.
<<Cosa ti turba, tesoro?>>
<<Be', hai fatto una strana faccia, a pranzo.
Ho fatto qualcosa di male?>> E questa?
<<Certo che no.
Sono solo stanco, tesoro>> la rassicuro.
Accidenti, è più attenta di quello che pensavo.
<<Non mi sembrava.
Avevi un'espressione... feroce>>
Ecco, devo imparare a mascherare meglio.
<<Ma no, che dici!
Anzi, hai ragione, mi sono indispettito sentendo nominare Noah.
Non mi piace quel ragazzo e non capisco proprio perché i tuoi, si ostinino a volertelo far sposare.
Insomma Sunny, puoi avere di meglio>> la stupisco, per l'ennesima volta.
<<Ma io ho te>> afferma candidamente.
La brama e l'istinto prendono il sopravvento.
Mi drizzo a sedere, le afferro il viso e la bacio, con ardore, fame e foga.
All'inizio è rigida e tesa, poi tutto d'un tratto si lascia andare.
Posa le mani sul mio petto, ed emette dei mugolii di piacere.
Lo prendo come un invito, approfondisco il bacio.
La assaporo, le mordicchio il labbro e... sento i canini premere per uscire.
Mi stacco bruscamente.
Mi guarda senza capire.
<<Ci potrebbero vedere Sun, hai lasciato la porta aperta.
Non gioverebbe alla causa.>>
Che patetica scusa! Ma non posso di certo dirle che, se avessimo continuato, l'avrei posseduta e poi sbranata.
<<Certo, hai ragione>> si ricompone subito.
<<Ti lascio solo, scendo da Tobias.
Non ho ancora passato del tempo con lui, a più tardi>> scappa via, veloce come il vento.
La sento scendere frettolosamente le scale, mi riappoggio alla testiera del letto ed osservo l'ambiente.
Anche qui, sembra di essere all'epoca dei pionieri.
Tutto è antico, vecchio, all'inverosimile e quasi dappertutto ci sono immagini sacre.
Per fortuna nulla d'argento. Mi alzo e prendo un cambio, voglio fare una doccia, per togliermi di dosso un po' tutto.
Il malumore, l'odore di stantio che mi permea e affligge questa casa, la puzza di medicinali.
Raccolgo l'occorrente e me ne vado in bagno.
Mi spoglio ed apro l'acqua tuffandomici sotto.
Il bello di essere me è che non sento né freddo né calore.
Inizio a lavarmi e tendo l'orecchio.
La sento che parla con Tobias. Sta raccontandogli di come ci siamo conosciuti, di cosa fa a scuola.
Lui sembra molto interessato e contento per lei, ha buttato giù la maschera, finalmente.
La sua risata penetra oltre lo scroscio dell'acqua, cristallina e pura un po' come lei.
Mi affretto, voglio vedere che cosa stanno combinando.
Devo tenerla d'occhio e sfruttare ogni appiglio a mio favore.
Mi asciugo e mi vesto, a velocità sovrumana.
Scendo di sotto e la trovo a ridere a crepapelle con Tobias.
<<Che c'è di tanto divertente? Fate ridere anche me!>> Siedo in fondo al letto, evitando di storcere il naso per l'odore.
<<Niente>> dice lei, rossa come un peperone.
Toby sghignazza ed io inizio a farle il solletico.
In tutto questo tempo, mentre ride e scherza, mentre io mi sento diverso, non mi rendo conto di una cosa...
Il calore che si è sprigionato in me.Veniamo interrotti dalla madre di Sunny, che ci richiama per fare merenda.
Merenda a questa età, che diamine!
<<Su ragazzi, venite. La merenda è pronta, pane e marmellata>> Ci dice in tono cospiratorio.
<<Grazie Annabeth, ma non ho molta fame, sono ancora sazio dal pranzo>> già è stato difficile mandare giù quella roba, non so davvero come poter resistere altri giorni qui, con questa gente.
<<Ma è fatta in casa, tutta naturale e senza zuccheri>> sembra quasi offesa.
<<In questo caso, non posso rifiutare.>> Sorrido, ma vorrei staccarle la testa.
Io e Sunshine la seguiamo in cucina dove lei ha già allestito tutto. Dei fazzoletti aperti, con ricami, sul tavolo, con sopra dei piattini e due fette di pane, certamente fatto a mano, con una spalmata abbondante di marmellata alle ciliegie.
Ha lo stesso colore del sangue. Mi lecco le labbra al pensiero, sono a digiuno da un po', è tempo di rimediare.
Questa sera... ho deciso.
<<Sedetevi e mangiate. Sunny perché non porti il tuo fidanzato a conoscere le signore della parrocchia? Ne sarebbero felici>> suggerisce la donna.
L'istinto omicida sale a livelli di guardia.
<<Certo, ti va?>> Chiede, guardandomi.
<<Ovvio che sì, sono felice di scoprire qual era la tua vita, prima di me>> ne è sollevata, si vede.
Mangio velocemente, buttando giù i bocconi quasi interi.
<<E meno male non avevi appetito>> sorride la mia ragazza.
<<Non ne avevo, ma questa marmellata è deliziosa>> ometto di aver pensato che fosse sangue, mentre mangiavo.
<<Bene, andiamo allora. Siamo ancora in tempo per i pasticcini della signora Ferris. Sentirai che bontà, ne va matta tutta la città>> Mi tira per la mano.
Prima di uscire si affaccia a salutare Toby.
<<Ne porto un paio anche a te, ma non dirlo a mamma>> sussurra.
<<Fai pure come se non ti sentissi!>> La sgrida, Annabeth, dalla cucina. Ma il tono è affettuoso.
Questa è una cosa che mi ha colpito molto. La madre non ha differenza di tono, quando parla ai figli, il padre sì. Mi è sovvenuto il pensiero che Sunny non fosse figlia sua. Ma non ce la vedo Annabeth a commettere un peccato come l'adulterio. E poi nella sua mente non ho trovato nulla, come in quella del reverendo.
<<Noi andiamo, a più tardi>> saluta Sunny.
<<Fate i bravi>> ci redarguisce.Una volta fuori da quella casa, riesco solo a tirare il fiato, finalmente.
<<Allora, raccontami di questo circolo parrocchiale>> Mi informo per sapere che cosa mi aspetta.
<<Sono cinque signore, che cantano nel coro. Vanno dai settanta agli ottanta anni passati.
La più longeva è la signora Ferris, che ha ottantatré anni suonati. Una donna simpatica e alla mano, grande cuoca e molto attiva nella comunità. Poi c'è la signora Donovan, settant'anni, rimasta vedova di recente. Una donna di spirito, direi proprio così. La signora Colin invece è un po' la pettegola del paese. Sa tutto di tutti, ma fondamentalmente non è cattiva, solo un po' impicciona. Preparati al terzo grado. Un'altra di loro è la signora Stevenson, che gestisce la contabilità di quasi tutta la cittadina. Una donna molto colta e intelligente, ti piacerà. Ed ultima, ma non per importanza, Madame Fleurie. Una bellissima donna di origine francese, che nei primi anni '50 era un'acclamata attrice teatrale. È una donna stupefacente, dietro quell'aria un po' sbarazzina, tipica degli attori. Ha un gran cuore. Direi che è tutto. Tu sii te stesso, e vedrai che le incanterai.>>
<<Sembrano molto simpatiche e pittoresche, così diverse tra loro, ma molto unite>>
<<Come lo hai capito? Ti ho solo dato descrizioni marginali.>> Si stupisce.
<<Vedi, io sono molto attento quando parli. Sento le varie inflessioni che usi nel descrivere qualcosa o qualcuno. Ho potuto sentire tanto calore ed affetto, mentre raccontavi. Questo mi fa capire che vuoi loro bene, che hanno un pezzetto del tuo cuore>> discutendo, siamo arrivati ad una piccola casetta bianca. Portico in legno, vialetto in pietra, con tanto di cassetta postale all'inizio. Un acchiappasogni appeso vicino alla porta, un tavolino in legno bianco laccato e intarsiato, con due sedie della stessa fattura, su cui si posano due cuscini beige con stampa a cuori. Le finestre sono oscurate da delle tende, sembra in cotone, bianche con ricami. La zanzariera, prima della porta di ingresso è chiusa.
Sunny avanza e vi bussa, piano.
<<Signora Ferris, sono Sunshine!>> Si annuncia.
Sento le loro voci, sono nell'altra stanza.
<<Dovresti suonare tesoro, magari non ti sentono>> suggerisco.
Mi ascolta e preme il campanello. I passi strascicati, si avvicinano.
La porta si apre e fa la sua apparizione la suddetta signora.
<<Sunshine! Che bella sorpresa, vieni cara, entra>> la accoglie con calore.
<<Grazie, ma non sono sola. Ho portato una persona con me, ci tengo a farvelo conoscere>> la vecchietta si sporge e mi vede.
<<Bontà divina! Chi è questo marcantonio?>> Le brillano gli occhi.
<<Buonasera, signora, sono Drake, il fidanzato di Sunshine>> allungo una mano.
<<Tu sì mia cara che hai buon gusto! Non come quella sciocca della figlia di Connors, che ha preso quel damerino imbalsamato!>> Mi stringe la mano, con vigore.
Artrite, è la prima cosa che penso. La sento nelle sue ossa, così come sento il male che la affligge, dal suo sangue.
<<Non state sulla porta come due stoccafissi, entrate!>> Fa qualche passo indietro, per permetterci di entrare. Varcata la soglia, le riservo un mezzo inchino.
<<Che mi venga un colpo, sei anche molto ben educato. Complimenti Sunshine! Accalappialo prima che qualche svergognata gli metta gli artigli addosso>> questa esilarante battuta ci fa scoppiare a ridere.
<<Venite, le altre signore vorranno di certo bearsi di questo gran bel pezzo di ragazzo>> ci fa strada, Sunny è sgomenta. Le leggo dentro, sentendo che è stupita dal comportamento della Ferris. Mai le ha sentito dire cose simili.
Facciamo il nostro ingresso, mentre le signore sono intente a bere del tè e gustare dei pasticcini. Le mani si fermano a mezz'aria e le bocche si aprono a formare tante piccole o.
<<Signore, buonasera>> saluta Sunny.
<<Sunshine, che bello vederti>> le dicono in coro.
<<Questi è il mio fidanzato, Drake>> sgancia la bomba. Si alzano come se avessero avuto delle molle sotto al sedere, accerchiandomi.
<<E brava la nostra piccina... io sono Marge, piacere>> stringo le mani a tutte, ricordando perfettamente il nome di ognuna, con annessa faccia. Le signore quasi sgomitano per arrivare prime, tranne una.
È vestita con un abito lungo e vaporoso, color turchese. Così come è sui toni del turchese la fascia che porta in capo. Dei fiori imponenti sono applicati sulla parte superiore del tessuto. Orecchini fini con pendente, alle orecchie, anelli di ogni tipo alle dita. Una grande collana d'oro e pietre, le circonda il collo. Mi osserva stranita, poi si fa avanti.
<<Salve, sono Chantal Fleurie, è un piacere>> tende la mano, la stringo.
Spalanca gli occhi e la toglie di scatto. Si volta e prende le sue cose, senza rivolgere parola a nessuno. Anche le altre signore sono basite e, in testa a tutte, Sunshine.
<<Perdonatemi, devo andare via>> afferra la borsetta, la stringe al petto e ci sorpassa. Sbatte la porta e sparisce.
<<Ma che diavolo le è preso?>> Dice una di loro, a nome di tutte. Ognuna esprime la propria opinione, ma io non le ascolto più. So perché se ne è andata, lo so fin troppo bene, essendoci già passato.
Lo so, perché Madame Fleurie è...
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VampireITALIAN WRITERS AWARD. Dracula è qui, tra noi. E cosa accade se, il principe delle tenebre, mette gli occhi sulla figlia di un Reverendo? Cosa lo smuove, cosa si cela dietro quegli occhi verde veleno? Sunshine lo scoprirà fin troppo presto. E voi...