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I cinque rintocchi della campana mi destano dal sonno. Non ricordavo neppure più come fosse bello dormire. Ho sognato la mia terra, la mia casa, la mia famiglia. Ripercorro ogni singolo fotogramma del sogno, mentre mi alzo e vado in cerca del bagno.
Mi spoglio e faccio una doccia veloce, pensando poi a radermi. Erano secoli che non prendevo in mano un rasoio ed infatti la mano mi trema appena. Un piccolo taglietto, una goccia di sangue. Quasi mi stupisco del non andare fuori di testa alla sua sola vista. È solo sangue, nulla più. Sorrido a me stesso riflesso nello specchio.
<<Drake, sei sveglio?>> la voce di Charles.
<<Sì reverendo. Mi sto sistemando, esco tra poco>> deve aver necessità del bagno.
<<Non occorre, fai pure con calma. Sono solo passato ad avvisarti che anche Sunshine è arrivata. Per nessuna ragione al mondo devi andare nella stanza accanto al mio ufficio. Lei è lì>> avverte.
<<Non si preoccupi, rispetterò la tradizione>> sghignazzo, al pensiero di lei nella mia stanza, ieri sera.
<<Bene, ti aspetto di sotto, faremo colazione insieme, come una famiglia>> non accetta un no, si comprende bene.
Riprendo ciò che avevo interrotto, dandomi anche una regolata ai capelli. Approfitto del fatto di essere umano, per dare loro una piccola spuntata. Nulla di che, solo qualche doppia punta, ammesso che ne abbia. Un quarto d'ora più tardi, sono a posto. Scivolo silenzioso sulle scale, cercando il piccolo cucinotto.
L'odore del caffè mi aiuta, infatti lo seguo, beandomi di poter di nuovo sentire gli aromi.
<<Oh, eccoti!>> Mi saluta, il mio quasi suocero.
<<Buon giorno!>> Sono davvero felice.
<<Hai sistemato i capelli, vedo. Ne sono felice, quei ciuffi così lunghi ti davano l'aria di un hippie, appena uscito da Woodstock>> e stavolta sono davvero basito, la bocca mi si apre e resto lì, come un perfetto idiota.
<<Che c'è? Il fatto che sia un fervente cristiano, non significa che non conosca gli avvenimenti nel mondo. Dovresti aprire un po' la mente, figliolo>> e se possibile, questo discorso, mi sorprende ancor di più.
<<Scusi, non volevo sembrare... non saprei bene nemmeno io come definire tutto questo. Non mi aspettavo che citasse Woodstock, tutto qui>> cerco di rimediare.
<<Siedi, voglio raccontarti una cosa>> mi invita con la mano, prendendo poi due tazze colme di caffè, fumante.
<<Prima di trovare la vocazione, e di conseguenza decidere di essere un ministro di Dio, ero un tipo molto alternativo. Un rockettaro, mi definireste voi giovani. Adoravo la musica rock e non mi perdevo un concerto. Poi... be', conobbi Annabeth.
Stravolse la mia vita e mi indicò il giusto sentiero. Così decisi di entrare in seminario e prendere i voti. Da allora la mia vita è diventata il Signore e la mia famiglia. Questo non toglie che in passato sia stato un giovane molto "curioso", diciamo così>> mai avrei detto che nel cuore di Velsin, si nascondesse un giovane così impetuoso.
<<Wow, mi lascia senza parole. Ma a dire il vero, adesso, comprendo a chi somigli Sun. Ha fatto un ottimo lavoro con i suoi figli>> che grandiosa bugia! Riesco a mentire ancora benissimo.
<<Bene, detto questo, voglio solo aggiungere una cosa: ti potrò sembrare un uomo duro e distante, ma voglio che sia chiaro, se le fai del male, se le spezzi il cuore, farò in modo che tu te ne penta, d'accordo?>> Resto impassibile alla minaccia.
<<Non ne ho intenzione, signor Velsin>> rimarco.
<<Direi che puoi chiamarmi Charles e darmi del tu. Tra poco entrerai in famiglia, certe formalità sono fuori luogo.>>
<<Grazie, Charles>> sorrido, per poi ingurgitare una sorsata di caffè. Mi brucia la lingua ma non mi interessa. Tra poche ore tutto questo sarà solo un ricordo, voglio goderne quanto più possibile. Charles sta per aggiungere qualcos'altro, ma veniamo interrotti da delle risate. Certamente Annabeth e Sunshine. Poco dopo si accosta anche la voce di Tobias.
<<A quanto pare l'allegria oggi regna sovrana. Vieni, ti riporto nella tua stanza. Hai necessità di aiuto per la cravatta o altro?>> Domanda, sinceramente ansioso di rendersi utile.
<<Non è necessario, ti ringrazio. Ma se avessi bisogno, stai certo che ti chiamerò>> mi alzo, poso la tazza nel lavello ed esco.

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