Il giro dello yacht ed un veloce cambio di abiti non hanno richiesto molto tempo. Adesso che siamo seduti al tavolo, in attesa di cenare, posso finalmente tirare il fiato. Sunshine inganna il tempo facendo molte foto, alle piccole viuzze, al monumento nel mezzo della piazza e alle persone che vivono questa magica serata. Abbiamo scelto un ristorantino sulla passeggiata, piccolo ed accogliente, che ha messo a disposizione dei tavolini esterni, che si affacciano dritti sul molo. Nulla di pretenzioso, si è rifiutata categoricamente, ma intimo e tranquillo quanto basta. Accanto a noi una tavolata di donne dalle età più disparate che si sono ritrovate per festeggiare. I loro accenti fanno intuire che provengono da regioni differenti, ma nonostante questo sembrano molto unite. Discutono di libri e, a quanto ho capito, una di loro è una scrittrice. Sunny le guarda attentamente, anche se non capisce che cosa si dicono, e sorride spesso. Lancio al loro tavolo un'occhiata distratta. Sono vibranti di vita, allegre e un po' caciarone, se mi si passa il termine.
<<Che carine che sono. Tu sai che cosa dicono?>> Chiede la mia mogliettina.
<<Certo. Una di loro scrive libri, così si sono conosciute, stanno elaborando alcune teorie sull'ultimo romanzo, ma lei non vuole sbottonarsi.>>
<<Forte! Ma è una scrittrice famosa?>> Insiste.
<<No tesoro. Ma sembra che non le importi>> sorrido, carezzandole una mano. Il cameriere torna a prendere le nostre ordinazioni.
<<Un antipasto misto per due e poi polpo all'isolana>> chiedo, porgendogli i menù che abbiamo consultato.
<<Che cosa hai ordinato?>> Si informa.
<<Del pesce, vedrai ti piacerà. È freschissimo, appena pescato!>> Le spiego.
<<Mmmh, che bontà! Ho già fame>> ragiona, posando il tovagliolo sulle ginocchia.
Ha indossato un vestito lungo di cotone, con spalline fini, e dei sandali dorati, che abbiamo comprato in una piccola boutique. I capelli sono raccolti in una coda e non ha trucco. Ma è comunque bellissima. Non riesce a staccare gli occhi dall'allegro gruppetto, che proprio ora sta intonando un brindisi. I calici tintinnano e le risate esplodono.
<<Darei qualunque cosa per poter avere un pizzico della loro spensieratezza>> sussurra, rabbuiandosi.
<<Vuoi raccontarmi?>> Spero che lo faccia, sono davvero curioso di sapere come l'hanno trasformata in una creatura insicura e introversa.
<<Tu sei stato a contatto con loro per poco tempo, non riusciresti a capire>> non vuole sbottonarsi.
<<Capirò, vedrai>> la rassicuro. Tira un profondo respiro e poi inizia a raccontare: <<Vedi, quando ero piccola i miei erano molto, come dire, protettivi. Non avevo amici, non mi era permesso. Andavo a scuola e poi tornavo a casa, per aiutare la mamma, fare le faccende ed i compiti. Dopodiché andavamo in chiesa, per la funzione delle sei. Erano rigidi, è vero, ma sono certa che lo facessero per amore. Soprattutto dopo l'intervento>> racconta.
<<Quale intervento?>> Non ne so nulla.
<<Avevo una brutta voglia, sulla spalla sinistra, che hanno fatto rimuovere. Anche se la cicatrice non è del tutto scomparsa. Ma si vede poco perché ho la pelle molto chiara. Comunque sia, a parte questo, hanno cercato di insegnarmi a vivere secondo i comandamenti di Dio, vivere nel giusto. Non li biasimo per questo, nonostante mi renda conto di essere diversa dalle altre persone. So che ai tuoi occhi, questo comportamento ti sembrerà da fanatici. E forse un po' lo sono, ma è brava gente che ha cuore il mio benessere.>>
<<Posso chiederti una cosa?>> Devo togliermi questo dubbio.
<<Certo>> incrocia le mani e vi appoggia il mento.
<<Sei stata adottata? Scusa se te lo chiedo ma, non somigli a nessuno di loro>> finalmente sono riuscito a esporre il mio tarlo più grande.
<<No, Drake, non sono adottata. Sono figlia loro.>> Non mente, lo sento. O ne è assolutamente convinta, o questa è la verità.
<<Va bene, scusa>> bevo ancora un sorso di vino.
<<Non scusarti, non hai fatto nulla di male e, alla fin fine, non ci conosciamo. È lecito che tu chieda>> sorride, candidamente.
Il cibo arriva, Sun ci si getta con voracità e curiosità.
<<O mamma che buono>> dice, da dietro la mano che si è posata sulla bocca.
<<Assolutamente. Il pesce locale, assieme alla cucina, è qualcosa di... godurioso!>> Concordo. Le riempio il bicchiere per metà, ignorando la buffa smorfia che le si dipinge in volto.
<<Sun puoi bere! Sei maggiorenne e non più sotto il giogo della tua famiglia. Viviamoci la vita, vuoi?>> Faccio breccia, lo vedo benissimo.
<<E va bene.
Brindiamo alla vita, la nostra, insieme>> e dopo il brindisi, ci tuffiamo di nuovo sul cibo.
<<Prendiamo un dolce? Poi andiamo a fare due passi, voglio portarti alla fine del molo, vedi quella grande costruzione là in fondo?>> Segue la mia indicazione.
<<La chiamano Punta del gallo. Arriviamo lì e torniamo indietro, ti va?>> Scuote la testa affermativamente, mentre io richiamo il cameriere ed ordino due porzioni di tiramisù, belle abbondanti. Spolverato anche il dolce, ci alziamo e vado a pagare il conto. Quando esco, la trovo immersa in una conversazione con una delle ragazze del gruppo, che parla benissimo inglese.
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VampireITALIAN WRITERS AWARD. Dracula è qui, tra noi. E cosa accade se, il principe delle tenebre, mette gli occhi sulla figlia di un Reverendo? Cosa lo smuove, cosa si cela dietro quegli occhi verde veleno? Sunshine lo scoprirà fin troppo presto. E voi...