Ciò che sono destinata ad essere.

1.9K 129 30
                                    

  Consiglio di far partire il video.

Il bussare alla porta mi distrae dall'ultimare i preparativi per la festa di bentornato in onore di Toby.
<<Arrivo, un attimo>> urlo, dirigendomi verso la porta. Sono sola in casa, Drake è uscito con i miei per andare a prendere il mio dolce fratellino.
<<Chantal? Che piacere vederla>> mi scosto per farla passare.
<<Ciao cara, ho saputo la novità. Non potevo evitare di correre qui da te. Sono davvero tanto contenta per il piccolo>> esclama, anche se ho come la sensazione che stia celandomi qualcosa.
<<Grazie. Non sa che meraviglia, sapere che è salvo e vivrà una vita piena e felice. Ma mi dica, ho come la sensazione che non sia qui solo per questo, sbaglio?>>
<<Sei sempre stata molto sveglia, attenta alle più piccole cose, devo essere onesta. In effetti il mio istinto mi sprona a parlare con te, tuttavia, credo che certe cose debbano essere svelate dai diretti interessati. Ad ogni modo, porgi le mie più sentite congratulazioni ai tuoi genitori e, se puoi, non dire a tuo marito che sono passata. I nostri contrasti non sono del tutto appianati, non voglio creare malcontento, in un giorno così lieto. Stammi bene, Sunshine>> detto questo, si volta e se ne va.
Resto sinceramente sorpresa da questo suo comportamento, è vero che è sempre stata eccentrica, ma non a questi livelli. Ma adesso è il momento di occuparsi di altro e, con questo proposito, ricomincio a sistemare le decorazioni.
Ultimati i preparativi, mi avvicino alla finestra, notando un giovane ragazzo, non più di vent'anni, molto alto. Chioma castana e mossa, corpo snello ma muscoloso.
<<Posso esserti utile?>> Lo chiamo, sulla porta, vedendolo in difficoltà.
<<Tutt'altro, Sunshine. Sono qui per aiutare te>> dice, incamminandosi verso di me.
<<Perdonami ma la vedo difficile, dato che non ti conosco.>>
<<No, è vero, non mi conosci, ma io conosco molto bene te.>> Ed a queste parole, scatta in me un campanello d'allarme.
<<I miei genitori e mio marito saranno qui tra poco. Qualsiasi cosa tu abbia in mente, sappi che...>> ma non riesco a finire, dato che in un battito di ciglia me lo trovo davanti.
<<Non aver paura>> dice, prima di afferrarmi le braccia. Urlo, più per la sorpresa che per altro, poi lui fa una cosa impensabile.
Mi guarda fissa in volto e spalanca le ali, enormi e brillanti.

<<Dove siamo?>> Chiedo basita, guardandomi attorno. Tutto ciò che mi circonda non è altro che una sterminata distesa d'erba.
<<Siamo in aperta campagna, più o meno nei pressi di Los Angeles. So che non sei stupida, hai capito chi sono, vero?>>
<<Sei un angelo>> non ho dubbi.
<<Esatto, mi chiamo Daniel e sono un angelo del Signore. Ho il compito di portarti al sicuro, lui ti sta cercando.>> Criptico come non mai.
<<Chi?>> Ma ho paura della risposta.
<<Lucifero>> non mostra espressioni di sorta, mentre a me si ghiaccia il sangue.
<<Quel Lucifero? Il re degl'inferi? Il diavolo?>>
<<Sì, cara Sunshine. Ma non è tutto, c'è molto altro dietro ed è giunto il momento che tu sappia. Questo è quello che devi sapere...>>
Ascolto il suo racconto con crescente dolore e disagio. Quello che mi sta dicendo è impossibile, anche solo da pensare, figuriamoci da credere.
<<Se è uno scherzo non è per nulla divertente.>> Sibilo.
<<Sai bene che non lo è. Sono un angelo, sto dalla parte dei buoni, non ho ragione di mentire. Questo è ciò che è, la verità pura e semplice. Sta a te accettarla o rinnegarla, come preferisci fare. Ma una cosa voglio che ti sia chiara, se scegli la via della negazione, le conseguenze saranno disastrose. Adesso ti riporto a casa, la tua famiglia sta per tornare>> e detto questo, mi afferra e un attimo dopo sono sulla soglia della mia abitazione.
<<Addio Sunshine. Lascia però che ti dia un consiglio, vai da Chantal, riferiscile tutto e fatti aiutare. Sii felice, per quanto tu possa.>>
Un secondo dopo al suo posto c'è il vuoto. Sono immobile, non riesco a pensare, muovermi e neppure respirare. Ma devo fare qualcosa, devo andare da Chantal, come ha detto l'angelo.
Corro verso casa della Fleurie, senza sentire o vedere nulla attorno a me.
Arrivo alla porta ed inizio a picchiare il pugno, con così tanta forza che mi sbuccio le nocche.
<<Arrivo>> la sento, mentre si avvicina.
<<Sapevo che saremmo arrivati a questo, vieni, entra>> si fa da parte, per permettermi di passare. Mi conduce al lussuoso salotto, indicandomi di sedere sul sofà, in stile new age.
<<Lui è venuto e ti ha parlato, vero? Ma tu non credi, e vuoi risposte da me, non capisci, è così?>> Non si perde in chiacchiere.
<<Esatto>> anche io non tergiverso.
<<Bene, e sia allora. Tu conosci la storia di Dracula, Vladimir Tepes?>> Interroga.
<<A sommi capi, perché?>> Non afferro il nesso.

SIAE Drake SU AMAZON.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora