8.Di nuovo a casa, di nuovo insieme

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Subito dopo quella tremenda notizia eravamo tornati a casa e ora ci eravamo ripresi tutti dalle ferite, anche Kira, Scott e Peter.

Ero rimasta a casa tutto il giorno dopo al nostro rientro, senza uscirne per più di ventiquattro ore. Non sapevo perché, ma forse se fossi rimasta lì dentro il più tempo possibile, si sarebbe sistemato tutto da solo. Ma sapendo che le cose non potevano certo sistemarsi così, lunedì uscii di casa per andare a scuola. Mentre scendevo le scale (avevo dieci piani da farmi a piedi perché il condominio dove vivevo con Derek e Peter non aveva l' ascensore), pensai alla teoria di Peter e del motivo per cui essa gli era nata nella mente.

Sapeva che secondo alcune leggende della famiglia Black, i Cullen erano la più antica famiglia di vampiri mai esistita, ciò voleva dire che probabilmente Deucalion, così si chiamava l'Alfa Supremo, voleva un vampiro nel suo branco. Poi Peter aveva aggiunto che se Richard lo fosse stato non sarebbe stato un vampiro qualunque, ma un Cullen. Proprio come per i lupi mannari un Black.

Però c' era una cosa che non riuscivo a capire e, per una volta questo "ignoto" era positivo: Richard non era un vampiro. Di questo ero assolutamente certa: avevo sentito il suo cuore battere, il respiro regolare, il calore tiepido della pelle. Quindi c' era una speranza, quanto grande non lo sapevo, che Deucalion si fosse sbagliato ancora.

Non avevo confidato ne a Derek ne a Peter questo mio dubbio per mantenere viva quella fiammella che si era accesa dentro di me. Persa nei miei pensieri ero arrivata alla portineria e quando aprii il portoncino d' ingresso per poco non ebbi un infarto. Richard era appoggiato al muro proprio di fianco al portoncino e aprendolo non lo avevo notato.

-Ehi! Buongiorno! Come va?- Mi salutò.

-Fino a quando qualcuno non ha cercato di farmi morire dallo spavento, stavo anche bene, grazie-, risposi sarcastica.-Come mai da queste parti?-Me lo ero chiesta non appena lo avevo visto.

-Un piccolo favore per un' amica- disse semplicemente. -Cioè?- Lo guardai interrogativa.

-Un passaggio per la scuola-.

Lo guardai confusa:-perché dovresti accompagnarmi a scuola?-

-Se non mi sbaglio meno di due giorni fa sei uscita da un capannone in Messico sanguinando-.

-Se non mi sbaglio sono un lupo mannaro e la guarigione accelerata mi ha guarita più velocemente di qualsiasi altro metodo-, ribattei risoluta. -Dovresti vederti, sembri un gattino spaurito!- Aggiunsi divertita.

-Be' non vorrai rifiutare l' invito di un amico premuroso che, per una volta nella vita, non ti fa fare la strada per la scuola da sola, vero?- Disse ignorando ciò che gli avevo detto.

-No, non mi dispiacerebbe risparmiare un po' sulla benzina, il prezzo si è alzato un po' nell' ultimo periodo-, dissi.

-Oh, e da quando fai caso al prezzo del carburante?- Chiese ironico.

-Da... ora-, risposi mentre una risata mi fece incurvare le labbra. Risi come non facevo da tempo e lui con me.

-Vinceresti sicuramente l' Oscar, come peggior attrice protagonista,-aggiunse ricominciando a ridere. Mise in moto l' auto. Non mi ero neanche accorta di essere salita. Arrivammo a scuola che stavamo ancora ridendo e quando arrivai all' entrata, dove c' era Lydia, lei mi lanciò un' occhiata interrogativa. Le feci segno che le avrei spiegato tutto dopo e mi diressi al mio armadietto con Richard di fianco.

Fu la giornata più bella della mia vita.

Per tutte le ore che avevo con Richard (quattro su sei, quel giorno), non facemmo altro che ridere e scherzare, si sedette accanto a me ogni volta che ce n' era l' occasione e quello che mi aveva colpita era il fatto che faceva tutto di sua iniziativa, insomma non glielo avevo mai chiesto io. Ma mi andava più che bene così, quindi mi godetti quella giornata in sua compagnia. Il pomeriggio lo passammo un po' al centro commerciale, un po' al parco e un po' a casa di Richard, facendo un po' di compiti. La sera mi invitò a casa sua per cena e così cenai con Melissa e chiacchierammo molto. Scoprii che era proprio come mi avevano detto, (quel "essi" sottinteso si chiama Lydia, forse lo si capiva già), simpaticissima e premurosa. Richard mi riportò anche a casa e, prima di entrare, mi abbracciò. Anche io lo strinsi facendo una cosa che non avevo mai fatto ma che desideravo fare da quando lo avevo visto per la prima volta: passare una mano in quei suoi capelli neri e corti. Fu la sensazione più bella della mia vita. Si staccò lentamente da me e mi augurò la buona notte sussurrandomi all' orecchio:- sogni d' oro!-

-Anche a te.- e mi diressi su per le scale. Ci misi almeno venti minuti per salirle tutte, maledetto condominio senza ascensore, pensai aprendo piano la porta del loft. In silenzio mi cambiai, mi lavai i denti e mi infilai nel letto.

Out the real [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora