In silenzio mi cambiai, mi lavai i denti e mi infilai nel letto.
Avevo passato una giornata fantastica, pensai, insieme a Richard tutto il tempo, wow! Un piccolo innocuo pensiero mi attraversò la mente: e se lui stesse pensando di ricambiarmi?... Ma ero già profondata in sonno tranquillo e appagante.
Era ormai da tre giorni che non facevo altro che stare in compagnia di Richard, e mi decisi a chiedergli il perché di tanto affetto nei miei confronti.
Così giovedì mattina quando mi stava accompagnando a scuola gli chiesi: -hai notato che è da una settimana che mi accompagni a scuola, e io non ti ho mai chiesto niente, vero?-
-Sì, me ne sono accorto-, rispose asciutto.
-Vorrei saperne il motivo-, ma appena avevo pronunciato l' ultima parola, spense l' auto e io mi accorsi che eravamo arrivati a scuola.
Visto che non mi rispondeva dissi impaziente:- allora?-, ma lui non mi degnò di uno sguardo.
-Ti dispiace davvero così tanto farti accompagnare a scuola?- mi disse asciutto.- Ci vediamo in classe-. Detto questo se ne andò, lasciandomi lì come una scema. Mi ripresi da quel suo cambio drastico d' umore e mi avviai all' armadietto. Presi il libro di storia e andai in classe. Durante la lezione Richard si comportò in modo strano. Era silenzioso come non lo avevo mai visto e quando, a pranzo provai a chiedergli di nuovo il motivo di tanto affetto, lui si spostò in un altro tavolo e finì di mangiare con quattro sfigati.
Al cambio d' ora tra la quinta e la sesta lezione uscendo dall' aula non mi diressi verso il mio armadietto, ma verso quello di Richard: ero decisa ad avere spiegazioni.
-Allora mi spieghi il motivo di un comportamento tanto anormale?- Mi guardò, c' era qualcosa di triste nel suo sguardo.
-Mi spiace di essermi comportato così, ma per saperlo devi aspettare ancora un po', solo fino a oggi pomeriggio-. Mi guardò supplichevole. Non potevo dirgli di no, come avrei potuto? Era troppo, ma troppo carino.-Va bene,- risposi,- ma oggi pomeriggio me lo dici, okay?-
-Promesso!- Disse ridendo e portandosi una mano sul petto. Finite le lezioni mi portò a casa sua e facemmo un po' di compiti.
Quando la sera arrivò Melissa, decisi di aiutarla a cucinare: in fin dei conti mangiavo anche io lì e oramai non ero neanche più un ospite, ma una di famiglia. Quando pensai questo, mi venne in mente il matrimonio, ma cancellai subito quello sciocco pensiero. Ero ancora troppo giovane per pensare a cose del genere.
Richard arrivò in cucina mentre io stavo affettando il formaggio e ne prese una fetta. Non mi aveva ancora spiegato niente, e io stavo cominciando a essere impaziente, così dissi:- perché non ti da fastidio che io sia qui tutti i giorni a mangiare a casa tua? - Mi guardò dolcemente e anche un po' divertito e si arrese. Mi mise le mani sui fianchi e abbassò la testa per poi sussurrarmi all' orecchio:- per lo stesso motivo per cui non da fastidio a te!- Ci misi un po' a capire il senso della frase e quando finalmente ci arrivai, lo ricorsi su per le scale, ma lui era già entrato in bagno, l' unico posto dove non potevo seguirlo. Aspettai lì per un tempo che mi sembrò infinito e quando uscì, gli saltai al collo con un sorriso così ampio che mi facevano male le guance. Poi mi staccai lievemente da lui guardandolo. Si poteva vedere palesemente il desiderio che aveva di baciarmi e così lo accontentai. Appoggiai delicatamente le mie labbra alle sue godendomi ogni istante di quel momento, ma non appena la mia bocca si schiacciò contro la sua una sensazione di paurosa adrenalina mi invase. Sapevo cosa voleva dire. Mi staccai di scatto da lui e indietreggiai di qualche passo. Sentii i denti affilarsi in bocca, le unghie crescere e appuntirsi, gli occhi cambiare colore. Mi ero trasformata. Mi ero veramente trasformata. Non potevo crederci. Un' ondata di rabbia mi invase tutta. Come aveva potuto quella parte di me saltare fuori così, e proprio in quel momento poi. Richard sarà incavolato nero, pensai.
Lo guardai: era sbalordito. Lo capivo benissimo. Trasformarmi proprio in quell' istante, ma che cosa mi era preso? Ero arrabbiatissima, e per giunta con me stessa, non lo sopportavo.
-Scusami, io... veramente, non volevo... è, non riesco ancora a controllarlo, scusami...- provai a dire, ma le parole mi morivano in gola.
-No, non è successo niente, non preoccuparti-. Disse tentando di calmarmi. Però era ancora stupito e si teneva a distanza.
-Ehi, ragazzi, tutto a posto lì sopra?- La voce di Melissa mi giunse distante. Scesi le scale, aprii la porta d' ingresso e davanti ai loro occhi me ne andai, facendo appena in tempo a sentire la voce di Richard che tentava di fermarmi. Ma come avrei potuto stare in quella casa un secondo di più? Avrei potuto ferirlo in un milione di modi, come poteva cercare di fermarmi?
Mi misi a correre e dopo dieci minuti arrivai a casa. Salii di corsa le scale e quando arrivai al loft, mi rifugiai in camera chiudendo la porta a chiave.
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Out the real [IN PAUSA]
Teen FictionAlice, la sorella di Derek, è innamorata segretamente del suo migliore amico. Quando finalmente lui sembra ricambiare i suoi sentimenti lei e tutto il branco dovranno scontrarsi con molti problemi... QUESTA STORIA NON L'HO SCRITTA IO MA UNA MIA AMIC...