Passammo quasi tutto il tempo in acqua, ovviamente tutti tranne Lydia, secondo la quale "stare per un periodo troppo prolungato in acqua, soprattutto se marina, rovinerebbe la pelle o comunque le unghie, che si era sistemata appositamente per il mio compleanno".
Naturalmente tra i ragazzi si scatenavano varie risse, anche per un niente, ma noi ragazze li lasciavamo fare e continuavamo la nostra vita, che per una volta se la sarebbero cavata da soli.
All'ora di cena, a quanto pare ragazzo e migliore amica si erano preoccupati di prenotare una tavolata in un ristorante non troppo fine, adatto all'ammasso di gente che eravamo. Così verso le sei, io e Richard andammo in hotel per una doccia, mentre per quanto ne sapevo gli altri si sarebbero dati una sciacquata a casa di un' amica di Lydia che viveva poco lontano dal locale dove avremmo mangiato, e che le aveva consigliato il posto.
Quindi dopo un' oretta uscii dalla doccia calda, con Richard che borbottava a proposito di quanto ci mettessero le ragazze a lavarsi quei minuscoli corpicini che si ritrovavano.
E quindi mentre entrava lui in bagno io mi rassegnai al fatto che gli uomini mai avrebbero capito quanto ci vuole ad essere profumate, belle e sopratutto lisce come piace a loro.
Cercai qualcosa che non desse troppo nell'occhio, ma poi mi ricordai chi fosse artefice del mio guardaroba per quel giorno, e alla fine indossai una maglia nera con lo scollo di pizzo e dei pantaloni di jeans dello stesso colore. Mi stavo per legare i capelli in una coda alta, un po' disordinata, come piaceva a me, quando entrò in camera Richard e mi sciolse i capelli, allacciandomi al collo una catenella sottile come il filo di una ragnatela e un piccolo ciondolino nel mezzo. Era davvero bella, semplice ma elegante, con il ciondolo a forma di fiocco di neve, in quello che sembrava niente meno che oro bianco.
-Cavoli!- dissi meravigliata. -È stupenda... grazie.
Gli rivolsi un sorriso pieno di gratitudine e per tutta risposta mi strinse in un abbraccio dei più teneri che mi avesse mai dato.
-Dai mi vesto e andiamo... I ragazzi potrebbero preoccuparsi... di nuovo- aggiunse con una mezza risata. Lo guardai sbalordita, non mi ero nemmeno accorta che non fosse vestito. Più che altro non avevo sentito quel caldo confortevole e così umano, emanato dal suo corpo.
Mi mise in mano la borsetta con il cellulare e uscimmo dall'albergo.
Il locale era un po' in periferia, giusto perché un posto così non potevi proprio metterlo in centro Long Island.
Era una grande taverna, abbastanza alla mano, ma si mangiava davvero bene.
Il cuoco era simpaticissimo, il tipico pizzaiolo dall'accento napoletano, solo che in questo caso non era un pizzaiolo.
-Ma che cavolo mi ha detto quella deficiente?!- scoppiò ad un certo punto Lydia.
La guardai come se mi avesse detto che l'indomani si sarebbe lasciata da Itan. Di cosa stava parlando?
-Quella mia amica che ti ho detto che abita qui vicino... Mia aveva consigliato questo posto come un po' alla mano, adatto alle compagnie, ma raffinato ed elegante!
-Ehi adesso calmati. Prima di tutto devi ammettere che un posto adatto alle compagnie non può essere più di tanto fine; e poi non mi pare il caso di fare tutto questo casino per un cuoco un po' scherzoso...
Ma Lydia era fatta così: aveva delle alte aspettative verso tutto.
Mise il broncio, ma ci pensò Itan a tirarle su il morale promettendole una cenetta a lume di candela a casa sua.
-E così io le ho detto: "so' amare" e lei "dimostramelo", "assaggia ste' olive e poi dimmi se no so' amare"... Ci è rimasta... de sasso!
E così mentre il signore ci faceva ridere, io pensai alla giornata e a quelle ultime settimane.
Era partito tutto dal fatto che Richard aveva scoperto la mia cotta. Pensavo che lui non ricambiasse, che saremmo comunque rimasti amici, e invece no. Era cambiato tutto, una cotta da liceo, come si definiscono di solito era diventata tutt'altro. E poi c'era stata la leggenda, ma in quel momento non mi sembrava il caso di pensarci. C'era stato anche il viaggio in Messico, se era per quello, ma valeva la stessa cosa: non volevo badarci. Quando poi a casa sua mi aveva detto che mi amava, mi aveva baciata. E poi il giorno prima mi aveva portata a Long Beach,... Nonostante ci fossero stati degli ostacoli, a cui non volevo dare la minima importanza, era andato tutto bene.
Fino a quel momento almeno.
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Out the real [IN PAUSA]
Teen FictionAlice, la sorella di Derek, è innamorata segretamente del suo migliore amico. Quando finalmente lui sembra ricambiare i suoi sentimenti lei e tutto il branco dovranno scontrarsi con molti problemi... QUESTA STORIA NON L'HO SCRITTA IO MA UNA MIA AMIC...