-Di certo non ti sarai dimenticata che Deucalion vuole un vampiro, e non uno qualsiasi, nel suo branco. Il problema è che questo vampiro pare essere il tuo Richard, che, te ne sarai accorta, non lo è. Ho comunque sostenuto ciò che ho detto in Messico perché, come tu che sei una Black, anche un Cullen sviluppa le caratteristiche che lo rendono un vampiro col passare del tempo e questo potrebbe ancora non essere successo.-
Avevo capito fin dall' inizio che quella conversazione non avrebbe certo portato buone notizie, ma solo in quel momento capii perché Peter non aveva voluto dirmi niente. Mi resi anche conto che probabilmente lui sapeva tutto dall' inizio. Sapeva che Richard mi era sempre piaciuto, sapeva che presto non sarebbe più stato il ragazzo che avevo conosciuto e sapeva come avrei reagito a quella notizia.
Quando ero tornata dal Messico, dopo ciò che ci aveva drammaticamente riferito lo zio, non ne avevo parlato con Richard. Forse però avrei dovuto. Sì, perché quella situazione a quanto pareva riguardava me quanto lui, e nessuno dei due poteva far finta che tutto fosse solo un brutto sogno.
-Peter dici che se ne parlassi con Richard, andrebbe bene?
-Sinceramente era proprio ciò che intendevo farti fare. Dovete scavalcare gli ostacoli comuni insieme, come fate tutto il resto, d'altronde- E un sorriso gli illuminò debolmente il volto, mettendo in mostra la dolcezza che, anche se molto nascosta, si celava dietro quegli occhi azzurro chiaro e l'espressione da duro.
-Bene, sarà meglio che io vada a scuola, non voglio arrivare in ritardo. Ti prometto che gli parlerò- gli dissi prendendo lo zaino e uscendo dal loft.
Scesi le scale e, come mi ero immaginata, trovai Richard che mi aspettava fuori dal portoncino. Dopo i negativi argomenti della chiacchierata con Peter, il suo sorriso era bello come il cielo sereno.
-Giorno- mi salutò stampandomi un dolce bacio sulla fronte.
-Anche oggi un passaggio per la sottoscritta?- chiesi avviandomi verso l' Alfa-Romeo di Richard parcheggiata lì vicino.
-Pensavo che non ci fosse più da chiederlo, è già da una settimana che ti porto a scuola- rispose imitandomi. Gli rivolsi un sorriso e lui dopo qualche momento mise in moto.
Sapevo che dovevo parlargli, che avrei dovuto affrontare ciò che non avrei mai voluto, ma non in quel momento. Vederlo lì, con quegli occhi scuri e profondi attenti alla strada, le braccia muscolose al volante, la camicia leggera aperta su una maglietta chiara che gli metteva in evidenza il torace, mi fece passare la voglia di rovinare quel momento.
Arrivati a scuola vidi Lydia che stava parlando con il resto del gruppo, ma quando arrivammo si misero tutti a fissarci.
Capivo benissimo il perché. In Messico, Richard ovviamente non era stato
Messo al corrente della scandalosa novità, e Derek nei giorni precedenti doveva averlo detto al resto del Branco, probabilmente sottolineando che avrei dovuto dirglielo io. E lo avrei fatto, quando non lo sapevo, ma ci sarei riuscita.
Dopo aver raggiunto gli altri, entrammo a scuola, tutti chiacchierando come se niente fosse.
-Ehi Richard, questo pomeriggio possiamo vederci?- gli chiesi mentre mettevamo il resto del materiale nell' armadietto.
-Certo, dimmi solo dove e quando, se vuoi facciamo ancora a casa mia.--No, avrei pensato di andare a fare una passeggiata, se ti va, okay?- proposi. Avevo deciso di parlargli quel pomeriggio, e stare in casa, al chiuso, in una giornata piena di sole come quella, non mi sembrava il caso.
-Hai intenzione di dirlo a Lydia?- mi chiese. Io gli lanciai un' occhiata.
-E perché mai dovrei farlo?- chiesi sbalordita. Sì certo, Lydia ed io eravamo migliori amiche dalle medie, ma non vedevo il motivo di riferirle tutte le volte e i motivi dei miei appuntamenti.
-Be' perché Lydia è la tua migliore amica e pensavo che vi diceste ciò che fate durante la giornata. Soprattutto se questo comprende passare il pomeriggio con il tuo ragazzo.- disse con un' occhiata da dietro l' antina metallica dell' armadietto.
-Be' forse glielo dirò. Dei pomeriggi passati da te le ho detto, ma non pensare che tutte le volte che usciremo insieme glielo andrò a dire, sarebbe come un suicidio!
-Ah...okay...- farfugliò con un mezzo sorriso e un' occhiata interrogativa. -Oh mamma mia, si vede che non conosci bene Lydia. Mi chiederebbe ogni volta resoconto completo in tutti i minimi dettagli, e fidati saprebbe benissimo se non glieli dicessi tutti.
Dopodiché ci dividemmo, io avevo inglese, mentre lui sarebbe andato a fisica con le ragazze.
Inglese mi piaceva, probabilmente avrei dovuto scegliere un liceo diverso e non quello scientifico, ma era l' unico di Beacon Hills e per nulla al mondo mi sarei divisa dai miei amici, men che meno dal ragazzo che mi piaceva.
Le prime ore passarono velocemente, un po' noiose ma pur sempre meglio di biologia (anche se c' era Richard, rimaneva una delle materie che proprio non sopportavo). All' ora di pranzo raggiunsi la mensa e vidi Lydia seduta con Richard e Itan al solito tavolo. Quando fui più vicina mi accorsi che stavano confabulando vivacemente, ma non appena mi videro smisero di parlare e addentarono i loro pranzi (Lydia la sua insalatina dietetica e i ragazzi due enormi panini).
Mi sedetti di fianco a Richard e con un' occhiata curiosa a tutti e tre, chiesi:- di che stavate parlando?
-Oggi a fisica la Smith ci ha ammazzati- disse Richard. -Verifica a sorpresa!- precisò con finto entusiasmo Lydia.
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Out the real [IN PAUSA]
Teen FictionAlice, la sorella di Derek, è innamorata segretamente del suo migliore amico. Quando finalmente lui sembra ricambiare i suoi sentimenti lei e tutto il branco dovranno scontrarsi con molti problemi... QUESTA STORIA NON L'HO SCRITTA IO MA UNA MIA AMIC...