Capitolo 10

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Era tutta la notte che avevo sentito come una strana sensazione addosso che solo a tratti si placava. Aprii gli occhi, sollecitato dalla luce del sole che trapelava dalla finestra e, appena mi guardai intorno, vidi Federico, seduto sulla poltroncina presente nella stanza, a guardarmi.
"Dov'è Alex?"
Fu la prima cosa che chiesi, dato che notai di essere solo in quel letto a due piazze.
"È andato via."
Disse il biondo freddamente. Non ne rimasi sorpreso, sapevo che non l'avrei trovato al mio risveglio, non era la prima volta che capitava. A volte succedeva che non ricordavo nulla, della febbre, delle allucinazioni e di quello che faceva Alex per aiutarmi, probabilmente credeva che sarebbe successo anche quella volta, così preferì sparire.
"Come ti senti?"
Mi chiese il ragazzo davanti a me.
"Molto meglio."
Ammisi.
"Bene, allora sbrigati, abbiamo un instore che ci aspetta."
Disse uscendo dalla mia camera. Era arrabbiato, come biasimarlo?

"Ben, ti vedo in forma oggi."
Disse sorridendomi Enrico. Sorrisi a mia volta.
"Fede ha fatto miracoli."
Credette.
"Veramente..."
Iniziai cercando un modo carino per dire ciò che era successo la sera prima, ma il biondo rispose al mio posto.
"Veramente non è merito mio, ma merito di suo fratello che tanto fratello non è, ma, a quanto pare, c'è chi preferisce farsi aiutare da chi ha solo saputo fargli del male, piuttosto che da qualcuno che ha sempre cercato di fargli del bene."
Ecco. Prima frecciatina del giorno, primo rimprovero, primo 'Sei un bastardo, non puoi immaginare quanto io mi senta ferito in questo momento'.
"Fede..."
Altra interruzione.
"Dobbiamo prepararci."
Affermò dileguandosi. Sospirai. Un'altra cosa che destavo di lui? Il fatto che non lasciasse mai parlare per spiegare e giungeva a conclusioni affrettate.

Era da almeno quattro ore che avevamo iniziato con il terzo instore e Federico aveva cercato di ignorarmi quanto più possibile. La cosa che più mi preoccupava era scoprire come avrebbe reagito quando Alex si sarebbe presentato lì. Sì, avevo chiesto a mio fratello di incontrarci lì perché volevo ringraziarlo. Sospirai. Forse non era stata una buona idea.
"Ragazzi, piccola pausa?"
Ci chiese uno dei responsabili e noi annuimmo. Andai a bere un po' d'acqua, mi sentivo la gola secca, quando sentii delle fan parlottare tra loro. Dicevano frasi del tipo 'che ci fa qui?', 'ma è davvero lui?', 'si somigliano molto', così mi voltai per guardarmi intorno e vidi Alex poco distante da me che mi sorrise. Lasciai la bottiglietta e, superando il biondo che mi seguì con lo sguardo, raggiunsi mio fratello.
"Grazie per essere venuto qui."
Dissi sorridendogli.
"Cosa volevi dirmi?"
Mi chiese diretto.
"Volevo ringraziarti per ieri, davvero."
Dissi sincero. Sospirò.
"So di non essere stato il migliore dei fratelli, ma..."
Venne interrotto dalla voce di Federico che si fece sempre più vicina, seguita dai suoi passi veloci e decisi.
"Che ci fai tu qui?"
Chiese a denti stretti, mettendosi tra di noi.
"Ti sei svegliato storto biondino?"
Chiese divertito mio fratello, con quel suo fare strafottente, per provocarlo.
"Quale parte di 'stai lontano da Benjamin' non ti è chiara?"
Chiese ancora il biondo. 'Quando gli aveva detto questa frase?' pensai. Iniziai a temere che quei due avevano avuto una qualche conversazione di cui io non ero a conoscenza.
"È il mio fratellino e poi mi ha chiamato lui."
Lo informò. Vidi il corpo di Federico irrigidirsi e le sue mani stringersi in due pugni lungo il suo corpo. Gli sguardi di tutti i presenti erano puntati su di noi.
"Fede..."
Tentai, ma mi interruppe.
"Sparisci."
Ordinò a mio fratello. Alex rise provocandolo ancora.
"Vuoi che ti tiri un altro pugno?"
Lo minacciò il biondo.
"Non capisco cosa ti faccia arrabbiare di più, se il fatto che io abbia fatto del male a mio fratello in passato, o il fatto che io l'abbia posseduto in un modo in cui tu non l'avrai mai."
Disse guardandolo dritto negli occhi, come se volesse provare a leggere in quelli del ragazzo di fronte a lui. Quelle parole non mi fecero alcun male. Forse ero strano, avevo dei problemi. L'unica cosa che feci fu alzare gli occhi al cielo, esasperato dagli atteggiamenti di superiorità di mio fratello. In un nano secondo, vidi Federico sfoderare un pugno in pieno viso ad Alex, facendolo finire per terra. Sussultai a quel gesto improvviso. Mio fratello rise.
"È così palese... Non capisco perché tu non voglia ammetterlo."
Disse tamponandosi il punto da cui fuoriusciva del sangue.
"Hai forse paura?"
Chiese rincontrando gli occhi del biondo.
"Sta zitto e sparisci."
Gli ordinò ancora una volta, per poi girarsi verso di me, senza degnarmi di uno sguardo e superarmi con una spallata. Lo guardai andare via mentre mi affrettai a soccorrere Alex.
"Stai bene?"
Gli chiesi.
"Il tuo amico sembra tanto dolce, ma devo ammettere che picchia forte."
Constatò. Sorrisi appena.
"Perché devi sempre provocare le persone?"
Mi lamentai.
"È divertente."
Disse sorridendomi con un'alzata di spalle.
"Certo che sei un caso perso."
Dissi divertito.
"Ancora non l'hai capito?!"
Mi chiese divertito a sua volta.
"È meglio che vada."
Disse dopo qualche istante di silenzio. Annuii.
"Comunque..."
Iniziò, per poi avvicinarsi a me.
"Cerca di essere meno ottuso e apri un po' di più gli occhi."
Mi sussurrò all'orecchio, per poi allontanarsi ed indicare con un cenno del capo un punto dietro di me. Voltandomi, vidi Federico in lontananza, intento a fissarci.
"Ciao fratellino."
Disse, per poi sparire come suo solito.
"Ciao Alex."
Dissi in un sussurro, dato che oramai era troppo lontano per sentire una mia qualsiasi parola.

Fortunatamente riuscimmo a ristabilire l'ordine e a proseguire con l'instore.
"Siete stati fantastici anche oggi."
Si congratularono tutti.
"Sono a pezzi."
Si lamentò il biondo.
"Fede, possiamo parlare?"
Gli chiesi guardandolo, sotto gli occhi attenti dei presenti.
"Non abbiamo niente di cui parlare."
Evitò l'argomento. Gli afferrai la mano con cui aveva colpito mio fratello.
"A me non sembra."
Affermai. Sospirò alzandosi.

"Cosa mi vuoi dire?"
Mi chiese una volta fuori.
"Posso sapere che ti prende?"
Chiesi confuso e con un velo di rabbia e fastidio. La prima volta che colpì Alex, tempo prima, mi andò bene, perché mi stava difendendo in quel momento, mio fratello mi aveva stuprato insieme ad altri tizi, ma, stavolta, non aveva avuto alcun motivo per colpirlo. Lui spalancò occhi e bocca.
"A me che mi prende?! Sul serio?!"
Mi chiese innervosendosi.
"Io davvero non ti capisco."
Disse alzando gli occhi al cielo.
"Dici sempre che io ti ho migliorato la vita, che te l'ho cambiata in meglio, che ti faccio stare bene, ma ieri hai preferito l'aiuto di uno che ti ha fatto solo del male, piuttosto che il mio, hai preferito passare la notte abbracciato a lui, hai chiesto a lui di restare, hai lasciato che ti baciasse, l'hai fatto venire qui per ringraziarlo, seriamente Benjamin, cazzo di problemi hai?!"
Sbottò.
"Dici sempre di tenerci a me, che hai bisogno di me e cose così, ma ieri hai preferito avere lui al tuo fianco, piuttosto che me!"
Inarcai un sopracciglio. Era una mia impressione o la sua era una vera e propria scenata di gelosia?
"Sei geloso?"
Chiesi.
"Cosa?! No!"
Disse stranito dalla mia domanda.
"Sto dicendo che tu hai preferito lui che ti ha fatto solo del male, piuttosto che me che, a quanto dici, ti ho fatto solo del bene."
Sospirai.
"Fede, è mio fratello."
Mi giustificai.
"Io me lo ricordo, lui no però."
Constatò riferendosi al passato.
"Ogni volta che mi veniva la febbre, mi veniva così alta da portarmi ad avere delle allucinazioni e davano il compito ad Alex di somministrarmi una sostanza, un medicinale, perché solo a lui importava qualcosa della mia guarigione e anche perché io mi fidavo solo di lui."
Gli spiegai.
"Solo quella sostanza mi guarisce, solo Alex sa come e dove procurarla, io non so nemmeno cosa sia, come facevo a dirtelo? Solo Alex poteva aiutarmi in quel momento."
Spiegai ancora.
"Perché poi gli hai chiesto di restare?"
Mi chiese serio.
"Non lo so, quando eravamo piccoli lui poi rimaneva sempre con me. Ero sotto farmaco, non avevo la mente lucida e comunque non vedo il problema, ho semplicemente dormito con mio fratello."
Gli feci notare.
"Un fratello che ti ha costretto a fare sesso con lui in diverse occasioni."
Mi ricordò.
"Perché ti sei lasciato baciare?"
Ritornò col suo tono isterico.
"Serviva per distrarmi dal dolore."
Mi giustificai.
"Non poteva trovare un altro modo? Non potevo distrarti io?"
Sbottò ancora. Alzai gli occhi al cielo. Feci qualche passo verso di lui, facendo scontrare la sua schiena contro il muro, per poi accarezzargli il viso.
"Non sapevo che saresti stato disposto a distrarmi in quel modo. La prossima volta lo terrò presente."
Dissi divertito avvicinando i nostri visi ed alternando il mio sguardo dai suoi occhi alla sua bocca.
"Benjamin..."
Mi richiamò, così riportai il mio sguardo sui suoi occhi.
"Me o lui?"
Mi chiese.
"Cosa?"
Chiesi confuso.
"Me o tuo fratello?"
Continuavo a non capire.
"Non puoi avere entrambi nella tua vita."
Spalancai occhi e bocca.
"Mi stai chiedendo di scegliere tra te e mio fratello?!"
Chiesi conferma, scioccato e allontanandomi da lui di qualche passo.
"Esatto."
Confermò.
"O me, o lui. Spetta a te decidere."

Oramai dipendo da te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora