Capitolo 11

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A fatica ero riuscito a prendere sonno quella notte.

'Me o lui.'

Non potevo credere che mi avesse davvero chiesto di scegliere. Andiamo! Alexander era pur sempre mio fratello, mentre Federico, in fin dei conti, non era niente.
"Fede alzati."
Iniziai a chiamarlo. Di lì a breve saremmo dovuti partire con il treno per raggiungere Roma. Lo sentii mugugnare.
"Avanti, pigrone."
Lo scossi ancora.
"Altri cinque minuti."
Si lamentò.
"Abbiamo un treno da prendere."
Gli rammentai. Nulla. Sospirai.
"Se ti alzi ti lascio l'IPad per tutto il viaggio."
Cercai di corromperlo. Dopo qualche istante di silenzio, lo vidi alzare di scatto la testa.
"Sono sveglio!"
Esclamò. Risi scuotendo la testa. 'Il solito bambino.' pensai.

Ci sedemmo l'uno di fronte all'altro, ma io odiavo questa distanza, seppur minima, così mi alzai e mi misi accanto a lui.
"Perché ti sei spostato?"
Mi chiese alzando gli occhi dall'IPad per un attimo.
"Mi metto sempre accanto a te."
Gli ricordai, ma a lui sembrò non bastare quella risposta.
"Non mi piace starti lontano."
Dissi con un'alzata di spalle, mettendomi le cuffie. Sentii come un peso sulla spalla, al ché mi voltai appena, notando la testa del biondo poggiata su di essa.
"Mancanza d'affetto?"
Chiesi.
"Vorrei farti un discorso, ma prima devo addolcirmi."
Mi informò. Sorrisi.
"Che tipo di discorso?"
Chiesi.
"Inutile, non ti dico nulla."
Affermò.
"Fede?"
Lo richiamai.
"Mh?"
Non glielo dicevo spesso, ma, in quel frangente, non riuscii a reprimere la voglia di dirgli quelle parole.
"Ti voglio bene."
Lo sentii accoccolarsi meglio a me.
"Anche io."
Sorrisi.

"Ben, svegliati."
Una voce mi richiamò. Era quella di Enrico. Aprii gli occhi con mala voglia.
"Siamo arrivati?"
Chiesi assonnato.
"Non ancora, ma è ora di mangiare."
Annuii.
"Ci pensi tu a svegliare Fede?"
Mi chiese sorridendo. Notai il biondo praticamente avvinghiato a me. Teneva le sue braccia attorno alla mia vita e la testa poggiata sul mio petto. Sorrisi.
"Bell'addormentato?"
Lo richiamai dolcemente. Sentii la sua presa farsi più forte attorno a me, mentre Enrico si allontanava.
"Fede?"
Provai ancora, accarezzandogli i capelli. Mugugnò in apprezzamento.
"Dai, svegliati biondo, si mangia."
Lo informai.
"Non puoi davvero chiedermi di scegliere tra te e il cibo."
Si lamentò assonnato. Ridacchiai.
"Tu mi hai chiesto di scegliere tra te e mio fratello, almeno ora capisci come mi sento."
Dissi divertito. Lo sentii irrigidirsi, per poi staccarsi da me e andare via, senza dire una parola. Sbuffai.

"Ben, va tutto bene tra te e Fede?"
Mi chiese Enrico sottovoce.
"Insomma."
Dissi sospirando.
"Posso farti una domanda?"
Gli chiesi e lui annuì.
"Tu conosci la mia storia, quello che mi ha fatto mio fratello e sai cosa ha fatto Fede per me."
Iniziai. Lui sembrò prestarmi la sua totale attenzione.
"Vai avanti."
Mi incoraggiò.
"Se dovessi scegliere, dovrei scegliere Fede o Alex?"
Chiesi. Lui rimase un attimo interdetto.
"Beh, tutti ti darebbero la stessa risposta, ovvero Fede."
Sospirai.
"Ma io so che, nonostante tutto, tu ad Alexander ci tieni, è pur sempre tuo fratello."
Constatò.
"È quello che vorrei che Federico capisse."
Dissi.
"Federico si preoccupa solo per te, ha paura che tuo fratello possa ancora farti del male e non accetta il fatto che tu metta lui e Alex allo stesso livello d'importanza, perché è come se tu gli dicessi che loro due sono uguali, ma sappiamo entrambi che non è così."
Provò a farmi capire.
"Io non voglio perderli."
Dissi osservando il biondo.
"Lo so."
Disse dandomi una pacca sulla spalla.
"Sta tranquillo, qualunque sarà la tua decisione, sono certo che Federico non andrà da nessuna parte."
Tentò di rassicurarmi, ma vanamente.

Il viaggio proseguì tranquillo. Dopo mangiato, fu Federico a sedersi accanto a me, ma non ci fu nessun tipo di contatto tra di noi. Arrivammo ben presto a destinazione e una volta arrivati in hotel, ci buttammo sul letto, stremati.
"Che stanchezza."
Mi lamentai.
"Ben?"
Mi richiamò il ragazzo accanto a me.
"Dimmi."
Dissi voltando la testa verso di lui, facendo incontrare i nostri occhi.
"Io..."
Iniziò. Era come se volesse dirmi qualcosa, ma non riuscisse a trovare le parole o non era convinto di ciò che voleva dirmi.
"Volevo chiederti scusa per quello che ti ho detto ieri sera."
Disse.
"Okay."
Annuii.
"Ho detto che 'volevo', ma, francamente, non mi sento del tutto in errore."
Ammise mettendosi seduto.
"Forse ho sbagliato a chiederti di scegliere tra me e lui, anche se, secondo me, la giusta scelta sarei io, ma non per una questione di presunzione."
Sospirò.
"Ti sto dicendo che non devi più scegliere, solo per puro egoismo."
Disse sorridendo amaramente.
"Io non voglio sapere la risposta, perché una parte di me è consapevole del fatto che tu sceglieresti lui... Perché è tuo fratello."
Spiegò.
"Ma non riuscirei a sopportare di sentirmelo dire dalla tua voce, perciò non voglio che tu risponda alla mia domanda, fa finta come se non te l'avessi mai posta, okay?"
Disse con un sorriso tirato. Sospirai mettendomi seduto a mia volta.
"Fede..."
Lo richiamai, era giusto che lo sapesse... Credo.
"Alex mi ha chiesto di recuperare il nostro rapporto... Come fratelli, ovviamente."
Lo informai. Spalancò occhi e bocca e per poco non impallidì.
"Bello..."
Disse appena.
"Già... Ma non se significherebbe perdere te."
Dissi.
"Mi stai chiedendo il permesso?"
Sorrisi. In effetti poteva sembrare così... O forse era proprio così?
"No, ecco... Solo non voglio che tu arrivi ad odiarmi per questo."
Dissi distogliendo lo sguardo per un attimo.
"Non sono d'accordo con questa cosa, ma, come dici tu... È tuo fratello."
Disse interrompendo il nostro contatto visivo.
"Solo..."
Iniziò.
"Posso chiederti un favore?"
Mi chiese facendo rincontrare i nostri occhi.
"Dimmi."
Lui assunse un'espressione supplichevole.
"Posso essere presente ai vostri incontri?"
Lo guardai sorpreso.
"Non mi fido per niente di lui e potrai rassicurarmi tutte le volte che vorrai, ma... Ho paura che possa farti del male."
Ammise. Sorrisi intenerito dalla sua premura.
"Non dirò una parola, starò dietro di voi, non vi accorgerete nemmeno della mia presenza."
Tentò ancora di convincermi. Il mio sorriso si fece più ampio.
"Ad una condizione."
Dissi.
"Tutto quello che vuoi."
Si affrettò a dire. Lo guardai per qualche istante.
"Ho voglia di baciarti, posso?"
Gli chiesi. Lui strabuzzò gli occhi, per poi porgermi la guancia. Risi per la sia finta ingenuità del momento, per poi afferrargli il viso e avvicinarlo al mio. Iniziai ad osservare le sue labbra, così piene e carnose, mi sembrò di ricordare ancora il loro sapore.
"Io voglio queste."
Dissi facendo incontrare per un attimo i nostri occhi. Sorrisi e mi avvicinai lentamente a lui, per poi unire le nostre labbra. Non volevo chissà quale bacio appassionato, no, volevo solo ricordare la sensazione delle nostre labbra unite in una cosa sola. Mi sembrò quasi di sentire il battito del suo cuore, così sorrisi sulle sue labbra. Avevano proprio il sapore che ricordavo ed erano così morbide e calde. Mi allontai appena.
"Non ci sarà bisogno che tu sia invisibile..."
Lo informai.
"Io ho bisogno di sapere che ci sei."

Oramai dipendo da te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora