Capitolo 37

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Ecco cosa esce fuori quando ascolto Riki... Buona lettura 💕

Tre giorni dopo...

Passai quella notte ad ammirarlo in tutto il suo splendore. Dio, quant'era bello... Avevo provato a memorizzare ogni centimetro di lui, del suo viso, del suo corpo, così da mantenere il ricordo di lui impresso nella mia mente, ma più lo facevo, più la vista mi si appannava e delle lacrime iniziavano a rigarmi il viso. Non potevo accettare che lui, il mio Federico, potesse diventare solo un ricordo per me. Lui non poteva essere un ricordo, uno di quei momenti che la gente archivia nella propria mente e che via via, con l'andare del tempo, sbiadisce, fino a scomparire del tutto. No, Federico non sarebbe mai diventato questo per me.

"Fede, smettila di ignorarmi, per favore."
Ero lì che lo seguivo a ogni passo che faceva. Non mi degnava di uno sguardo, di una parola.
"Dobbiamo essere di sotto tra cinque minuti, sbrigati."
Disse con tono freddo... O almeno avrebbe voluto farlo risultare tale.
"Parliamone almeno..."
Ribattei appena, abbassando lo sguardo.
"Dobbiamo andare, Ben."
Disse prendendo le sue cose, ma lo bloccai.
"No! Noi non andiamo da nessuna parte! Mi sono già stancato di questa situazione e sono passati solo tre giorni!"
Mi guardava senza dire una parola.
"Ti prego, Fé... Ho bisogno del mio migliore amico..."
Lo supplicai. Non batté ciglio.
"Federico, ti prego... Vuoi che io ti ami? Okay, lo farò... Farò tutto quello che vuoi, ma, ti prego..."
Lo supplicai.
"Saresti disposto a fingere?"
Mi avvicinai ancora a lui.
"Sarei disposto a fare qualsiasi cosa per te e per tenerti con me..."
Avevo il cuore a mille e sentivo il disperato bisogno di stringerlo a me.
"Perché?"
Mi chiese... Stesso tono e stesso sguardo degli ultimi tre giorni. Freddo, distaccato, assente.
"Perché io ho bisogno di te... Ho fottutamente bisogno di te."
Ripetei per quella che mi sembrò la millesima volta. Rimase lì a guardarmi per qualche istante, per poi allontanarsi e darmi le spalle... ancora.
"Dobbiamo andare."

Provammo tutto il giorno per prepararci al concerto che si sarebbe tenuto nei giorni successivi. Federico mi ignorò, ancora, tutto il tempo, cosa che mi fece innervosire e star ancora più male. Se ne stava lì a cantare, lontano da me che, invece, me ne stavo lì a suonare e osservarlo. Solo in quel momento avevo capito cosa intendesse con quel suo 'Fine della storia.'... Non intendeva mettere fine alla nostra carriera insieme, ma intendeva mettere fine a tutto ciò che c'era tra noi, qualunque cosa fosse, ed avere quella consapevolezza mi faceva impazzire. Avete presente quella frase che dice 'Ti amo come si amano i tramonti, in silenzio e da lontano'? Beh, io non sarei mai stato in grado di farlo. Avevo disperatamente bisogno di sentirlo vicino a me, avevo bisogno della sua presenza, di lui. Ero sempre stato io il centro del mio mondo, ma, a quanto, pare, non era più così. Oramai tutto girava attorno a lui per me. Lui era il mio centro, il mio rimanere in vita, il mio essere felice, il mio essere me, dipendeva da lui. Ogni mia azione, pensiero, parola, emozione, sentimento, dipendeva da lui... Io dipendevo da lui.

"Federico, possiamo parlare ora?"
Lo supplicai ancora, seguendolo e, finalmente, si bloccò.
"Ben, lasciami in pace."
Mi supplicò a sua volta.
"Lo vuoi capire che non posso lasciarti in pace?!"
Lui si voltò di scatto, incenerendomi con lo sguardo.
"E tu capisci la gravità della stronzata che mi hai detto stamattina?!"
Mi urlò contro.
"Tu saresti disposto a fingere di amarmi, solo perché non accetti il fatto che io possa allontanarmi da te e credi davvero che sia una cosa bella?! Come puoi anche solo lontanamente pensarlo?! Credi che io voglia che tu finga con me su una cosa come l'amore?!"
Abbassai lo sguardo, colpevole.
"Io... Non so cosa fare..."
Ammisi.
"Nulla, Benjamin... Non puoi fare nulla."
Rialzai lo sguardo nel suo che era divenuto disperato.
"Sono io che ho sbagliato, mi sono illuso, anzi, ho lasciato che tu mi illudessi... Dovevo resistere, dovevo essere più forte... Ma con te tutte le mie barriere crollano."
Mi sentii morire... Nella mia ingenuità, io che avrei ucciso chiunque l'avesse ferito, ero stato il primo a farlo.
"Federico... Mi dispiace... Io..."
'Io' cosa? 'Mi dispiace' di cosa? Di averlo illuso? Ferito? Usato? Alle volte, manipolato? Di essermene fregato dei suoi sentimenti? Di cosa mi dispiaceva?
"Tu non hai la minima idea di come io mi sia sentito e di come mi senta tutt'ora... Fa male, Ben... Fa dannatamente male... Ma tu non lo capisci, non l'hai mai capito. Per te è tutto un gioco, per te è solo il volermi a tua completa disposizione, per te è il non voler dividere con nessuno ciò che tu consideri tuo, per te è il voler essere il centro di tutto, ma per me è ben altro."
Gli occhi gli divennero lucidi e il mio cuore venne trafitto ancora.
"Tu non hai la minima idea di come io mi senta quando mi abbracci... Quando mi baci, quando mi tocchi, o anche semplicemente mi sfiori, mi sorridi, mi guardi... Mi osservi... Non so nemmeno spiegare come mi senta davvero in quei momenti, so solo, però, che io provo qualcosa, mentre tu no."
Davvero io non provavo nulla? E, poi, lui come faceva a saperlo e ad esserne così sicuro? Aprii la bocca per parlare, ma da essa non uscì alcun suono.
"Mi sento impazzire... Sono tra il 'ti odio' e il 'ti amo'... Sono dannatamente arrabbiato con te, ma mi basta guardarti o vederti sorridere, o sentire la tua voce, che il mio amore per te, spazza via tutto il resto."
Sospirò, abbassando lo sguardo ed asciugandosi quelle lacrime scappate al suo controllo.
"Forse dovremmo..."
Non lo lasciai finire, immaginando cosa volesse dirmi.
"Federico, ti prego... Ti supplico... Ti scongiuro... Non lasciarmi... Non lasciarmi ancora..."
Furono i miei occhi a farsi lucidi stavolta.
"Non lo sopporterei... Io ho bisogno di te... Senza di te non provo nulla, se non dolore, tutto fa più male, tutto è più difficile da sopportare, affrontare e vincere..."
Ammisi.
"Ricordo ancora com'è stato perderti e non sono in grado di sopportarlo ancora, soprattutto dopo tutto ciò che abbiamo vissuto insieme... Non ce la farei... Federico, per favore... Resta con me..."
Lo supplicai con voce tremante e le lacrime che scorrevano lungo il mio viso, senza ritegno.
"Ti prometto che non farò più nulla che possa ferirti, starò attento, mi dispiace, non era mia intenzione farti del male, davvero... Ma non lasciarmi..."
Dissi ancora, mentre lui si limitava ad osservarmi. Sospirò ancora e scosse appena la testa, abbozzando un sorriso.
"Fede, io..."
Mi interruppe.
"No, Ben, non dire altro... Ti prego... Io ti amo, tu non mi ami... Va bene così..."
Non andava bene per niente.
"Scusami tu per il mio comportamento... Non posso certo costringerti ad amarmi..."
Disse amaramente e con un sorriso altrettanto amaro.
"Al di là di tutto ciò, io e te siamo migliori amici e anch'io ho bisogno di te, perciò, sta tranquillo..."
Si avvicinò e mi strinse a sé. Mai provata sensazione migliore.
"Non ti lascio."

Oramai dipendo da te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora