Capitolo 12

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"Andrà bene..."
Ripeté il biondo per l'ennesima volta.
"Andrà bene, vero?"
Mi chiese conferma.
"Dimmi che andrà bene!"
Esclamò afferrandomi dalla maglia.
"Fede, calmati."
Tentai.
"Mi spieghi come faccio?!"
Mi urlò quasi.
"Innanzitutto lasciando andare la mia povera maglia e poi facendo dei respiri profondi."
Gli consigliai. Liberò la mia maglia dalla sua presa e sospirò.
"Non ce la faccio..."
Sussurrò avvilito.
"Non so nemmeno io perché sono così agitato!"
Esclamò frustrato. Invece lo sapeva bene: avrebbe dovuto cantare per la prima volta 'Adrenalina' dal vivo. Avremmo dovuto tenere un concerto in una specie di festival quella sera e 'Adrenalina' era fra le nostre esibizioni. Quella canzone richiedeva un grande sforzo a livello vocale e il biondo non si sentiva all'altezza delle aspettative.
"Senti, ti va di andarci a fare un giro?"
Gli proposi.
"Ieri siamo arrivati tardi e non siamo riusciti a vedere nulla di Roma."
Gli feci notare. Lui sembrò titubante, ma alla fine accettò suo malgrado.

"Me lo fai un sorriso?"
Gli chiesi.
"Non sopporto vederti così musone."
Ammisi con una smorfia, cercando di imitare la sua espressione.
"Non ce la faccio."
Disse rigirando fra le mani il suo gelato.
"Avanti, Fede!"
Esclamai.
"Andrai alla grande, come sempre!"
Esclamai, ma lui non sembrò convincersi.
"Cosa devo fare per farti entrare in testa che sei un fantastico cantante?"
Gli chiesi.
"Lo so, sono uno stupido insicuro."
Disse tristemente.
"Stupido è sicuro."
Dissi.
"Grazie."
Rispose ironico.
"Dai, Fede, ci sarò io con te."
Gli ricordai. Alzò lo sguardo per incontrare il mio. Sembrava un cucciolo bastonato.
"Guarda me, fai come se ci fossimo solo noi e nessun'altro..."
Iniziai.
"Come quando cantavamo e suonavamo a casa mia o nella tua stanza, a casa da tua madre."
Gli rammentai. Lui accennò un sorriso.
"Quello che vedo è un sorrisino o sbaglio?"
Dissi iniziando a punzecchiargli i fianchi.
"No, Ben, dai."
Disse cercando di allontanarsi da me, ma niente da fare. Lasciò cadere il suo gelato, oramai quasi terminato, e iniziò a correre.
"Rossi, non ti conviene scappare, sono più veloce di te."
Gli ricordai ridendo.
"La mia fine è vicina, me lo sento."
Disse con fare drammatico. In breve tempo riuscii ad afferrarlo.
"Va bene, va bene, sorrido, ma risparmiami, ti prego."
Si arrese supplicandomi. Risi ancora. Ero lì che lo tenevo dai fianchi, lui con le spalle contro il mio petto e, in quel momento, pensai quanto sarebbe stato bello poterlo proteggere da tutto e tutti, averlo tutto per me. Quando si trattava di lui, diventavo totalmente egoista, non volevo dividerlo con nessuno, eppure pensavo che tutto il mondo avrebbe dovuto deliziarsi della sua vista, della sua presenza. Che incoerente che ero.
"Ben?"
Mi richiamò.
"Sì?"
Dissi ridestandomi dai miei pensieri.
"Ora puoi lasciarmi."
'No, non l'avrei mai fatto...' pensai.
"Sì."
Dissi liberandolo dalla mia presa. Lo sentii sospirare, per poi vederlo voltarsi verso di me.
"Se mi prende il panico? E se dimentico le parole?"
Sorrisi.
"Guarda me e leggi le mie labbra, la canterò con te."
Lo rassicurai.

Fortunatamente riuscii a distrarlo per tutto il giorno fino alla fatidica ora 'X'. Eravamo pronti e a breve avrebbero annunciato il nostro nome. Ero intento ad accordare la chitarra, mentre il biondo non faceva altro che camminare avanti e indietro con il microfono fra le mani.
"Fede, calmati."
Dissi senza guardarlo.
"Non ci riesco."
Disse sbuffando, per poi sedersi e coprirsi il viso con le mani. Sospirai andando ad accovacciarmi davanti a lui, dopo aver posato la chitarra.
"Ehi."
Lo richiamai, levandogli le mani dal viso.
"Andrai benissimo. Hai provato tanto, fino allo sfinimento."
Gli ricordai.
"Vuoi buttare tutti i tuoi sforzi all'aria, solo per un po' d'ansia?!"
Lo guardai quasi scioccato.
"Ho paura."
Disse appena.
"Lo so ed è normale."
Dissi.
"Ma non sei solo, ti basterà guardare accanto a te e ci sarò io."
Lo rassicurai ancora, poggiando una mano sulla sua spalla. Fece un respiro profondo ed annuì.
"Okay, sono pronto."
Disse. Sorrisi.
"Così ti voglio."
Sorrise a sua volta.

"Ragazzi, tra due minuti tocca a voi."
Ci avvisarono. Afferrai la chitarra ed afferrai Federico da un braccio, trascinandolo verso le scale che portavano al palco.
"Ben."
Mi richiamò.
"Dimmi."
Dissi infilando la chitarra.
"Lo so che ti avevo detto che non avrei voluto saperlo, ma..."
Iniziò.
"Ho bisogno di saperlo."
Lo guardai confuso.
"Cosa?"
Chiesi. Fece un respiro profondo.
"Ragazzi, manca un minuto, tenetevi pronti."
Ci informarono.
"Tra me e Alex, chi avresti scelto?"
Mi chiese incatenando i nostri sguardi.
"Non possiamo parlarne dopo?"
Gli chiesi. A breve ci avrebbero chiamati, non avevamo tempo per affrontare quel discorso.
"No, ho bisogno di saperlo ora."
Insistette.
"La risposta mi sembra ovvia."
Dissi con un'alzata di spalle. Lui sembrò come trafitto da una lama... Evidentemente non era poi così ovvia.
"Avrei scelto te."
Specificai.
"Ed ecco a voi Benji e Fede!"
Esclamò il conduttore. Mi affrettai a salire sul palco, seguito da Federico. Un coro di urli ci accolse, mi sentivo già carichissimo. Sentii il biondo afferrarmi da un braccio.
"Perché?"
Mi chiese.
"Perché avresti scelto me?"
Specificò.
"Non mi sembra il momento."
Gli feci notare, indicando il pubblico.
"Invece per me lo è, quindi parla."
Disse sicuro. Alzai gli occhi al cielo e sospirai.
"Perché io e lui siamo fratelli, mentre io e te non siamo niente."
Lui spalancò gli occhi.
"Quindi, per te, noi non siamo niente?!"
Disse innervosito.
"No, okay, detto così, non è propriamente corretto."
Constatai. Non erano quelle le parole che volevo usare.
"Quello che voglio dire è che io per te non sono niente."
Ritentai.
"Ma cosa dici?!"
La sua espressione divenne confusa.
"Non sono bravo con le parole."
Ammisi grattandomi la nuca. Un ragazzo che scrive canzoni, ma che non è bravo con le parole? Credevate non esistesse e, invece, eccolo qua.
"Intendo dire che Alex mi ha fatto molto male in passato e il minimo che lui possa fare è aspettarmi. Perciò, se io gli dicessi che non voglio più vederlo o cose così, lui rispetterebbe la mia scelta e se un giorno io volessi riallacciare i rapporti con lui, sono certo che correrebbe da me. Spinto dalla nostra parentela e dai sensi di colpa, lui ha dei doveri nei miei confronti, mentre tu no."
Iniziai.
"Tu mi hai fatto solo del bene, non hai doveri nei miei confronti, non hai sensi di colpa, non hai legami parentali con me, perciò potresti andartene quando ti pare e potrai rassicurarmi tutte le volte che vorrai, ma, per mentalità mia, non avrò mai la certezza che tu resterai, mentre di Alex sì."
Conclusi. Sperai con tutto il cuore di essere stato chiaro e che lui mi avesse capito davvero.
"Quindi tu mi sceglieresti solo per questo?"
Chiese con viso inespressivo e con sguardo di ghiaccio. Intanto era calato il silenzio attorno a noi.
"Io non ti capisco."
Dissi esasperato.
"Cosa vuoi che ti dica? Dimmelo e te lo dirò, perché sembra che ogni volta che dico qualcosa sia sbagliata!"
Esclamai.
"Sembra che sono bravo solo a ferirti!"
Voleva parlare? Bene, avremmo parlato. Fanculo il festival, fanculo le esibizioni, fanculo la gente, ero stanco di sbagliare, avevo bisogno di capire cosa c'era che non andava, a quanto pareva, in me.
"Io... Lascia stare."
Disse sorpassandomi per andare al centro del palco, ma gli impedii di allontanarsi da me.
"No, non lascio stare."
Dissi.
"Mi vuoi dire cosa sbaglio?"
Gli chiesi quasi in una supplica.
"Tu non sbagli nulla... Sono io che... Sono un po' confuso..."
Balbettó mordendosi il labbro inferiore.
"È solo che mi sembra come se tu mettessi me e quello allo stesso livello... Mi fai sentire come lui, anche se so di non esserlo, perché io non ti farei mai soffrire come ha fatto lui."
Disse sicuro.
"Ma io questo lo so, il fatto è che lui è pur sempre mio fratello, se non ci fosse questo legame di parentela tra di noi, per me sarebbe più facile allontanarmi da lui, ma... Non posso."
Gli spiegai. Lui abbassò lo sguardo.
"Voi non siete uguali."
Dissi.
"Se lui c'è o non c'è, non è poi molta la differenza per me, riuscirei a sopravvivere..."
Iniziai. Lui alzò lo sguardo incontrando il mio.
"Ma se quello a non esserci fossi tu, beh, non potrei sopportarlo."

Oramai dipendo da te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora