Capitolo 30.

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"... E non avrò paura di volarti accanto, disegnando un arco mi ritroverò sulle tue mani grandi che mi salveranno, io ti dirò soltanto che ti amo e tu sarai la cura per rinascere!"
-Laura Pausini, Ogni colore al cielo.

Mesi dopo...
Gianluca
Mi sveglio di soprassalto e con uno strano presentimento che mi tormenta, intorno a me solo la stanza d'albergo di Madrid, dove con i ragazzi questa mattina dobbiamo registrare per un programma spagnolo. Afferro atterrito il telefono e compongo il numero di Lucrezia, uno, due, tre squilli, dopodiché risponde.
-"Pronto, Gian?",
"Tesoro, stai bene?" Le chiedo,
"Si amore, sto benone, ma tu che hai? Sei strano..",
"Niente amore, mi sono svegliato spaventato e ti ho telefonato per sapere se era tutto okay..",
"Stai tranquillo, io e la piccola stiamo bene, papà ansioso" ride e mi si apre il cuore,
"Posso stare tranquillo? Sicura?",
"Gian, seriamente sto bene, qualunque cosa io faccia, arrivano tutti a bloccarmi! Tua madre poverina insiste a voler fare tutto lei, mia madre mi telefona in continuazione, ma che avete tutti stamattina?" ridacchia, poi continua,
"Sta tranquillo, ma ora ti conviene andare perché sono le dieci e tu mi hai detto ieri che alle dieci e mezza devi essere già in studio",
"Oddio la sveglia, scusa amore, devo scappare davvero, grazie di avermelo detto, ti amo, ciao!" La saluto e la sento ridere dall'altro capo del telefono.
Mi vesto in fretta e scendo giù nella hall dove trovo Piero, Ignazio e Barbara già pronti per andare in studio, faccio colazione velocemente, dopodiché usciamo.

Lucrezia
È pomeriggio e qui a Montepagano fa un caldo tremendo anche a settembre, anche se i giorni più brutti sono stati quelli dovuti al caldo torrido di agosto, per fortuna che esistono i climatizzatori.
Mi alzo dal divano per andare a bere un bicchiere d'acqua e sento qualcosa scivolarmi giù per le gambe, mi guardo, guardo il divano bagnato e guardo di nuovo me. Oh cazzo. Ho rotto le acque. Panico.
"Eleonora! Ele!" Grido,
"Lucrezia tesoro, che cosa.. Oddio! Hai rotto le acque?" Domanda lei scendendo da su,
"Si, presto, chiama Gian, ti prego" urlo quando una contrazione mi costringe persino a piegarmi,
"Si lo chiamo subito, aspetta un attimo quanto vado a chiamare anche mio marito che ti aiuta a salire in macchina" dice uscendo fuori correndo per andare a chiamare mio suocero, nel frattempo io mi siedo sul divano cercando di respirare piano.

Gianluca
Sto per salire in aereo per ritornare a casa insieme ai ragazzi e Barbara, quando il telefono prende a squillare, guardo il display: Mamma.
-"Pronto, mamma?",
"Gian, dove sei?" Mi domanda affannata,
"Sto salendo sull'aereo, ma cos'hai? Stai correndo?",
"Gian non svenire però eh, sto andando a chiamare papà, dobbiamo portare Lucrezia in ospedale, sta per partorire!" Dice ed io mi accascio sul sedile dell'aereo,
"Come? Mamma scherzi?" Domando,
"Certo che no! Quando arrivi a Roma prendi il primo treno disponibile e corri all'ospedale",
"Va bene, farò di tutto per arrivare in tempo, non mi perderei la nascita di mia figlia per niente al mondo, fammi sapere come procede" dico riattaccando e sperando che questo cavolo di aereo arrivi presto a Roma.
* * *
Lucrezia
"È dilatata, ma sento che il travaglio sarà lunghissimo.." dice l'ostetrica alla collega,
"Potremmo procedere con un cesareo se durerà troppo, o la bambina rischierà" dice l'altra,
"No vi prego! Il cesareo no!" Piango,
"Calma tesoro, respira, piano piano, era solo un'idea, non procederemo così" mi rassicura,
"Tesoro, cerca di stare tranquilla" dice mia madre che è arrivata poco fa mentre le stringo la mano ed Eleonora mi asciuga il sudore,
"Ele dov'è Gian? Ti prego chiamalo, ho bisogno di lui.. Ahia, ahia!" Piango ed urlo di dolore,
"Sta arrivando tesoro, sta arrivando.." sussurra lei, dopodiché esce lasciandomi sola con mia madre.

جيانلوكاDove le storie prendono vita. Scoprilo ora