Ma quanto ci mette a scendere quest'ascensore, finalmente dopo un tempo che mi sembra infinito si aprono le porte, ma non riesco a fare neanche un passo perché Travis mi blocca la strada, è ansante, avrà fatto le scale di corsa per arrivare prima dell'ascensore, le sue labbra di alzano in un ghigno soddisfatto.
"Cosa vuoi ancora, fammi passare"
gli dico in tono duro, ma lui non si muove, anzi fa l'opposto di quello che gli ho detto entra e preme un piano a caso.
"Senti non ho nessuna voglia di scherzare" mi guarda con aria di sfida
"Neanche io" dicendo questo blocca l'ascensore.
" ma sei impazzito, sbloccala immediatamente o ti do un calcio nelle palle" dico furiosa ma lui non si muove e non mi fa arrivare al pulsante. Pesto un piede a terra frustata e giro la faccia dall'altra parte.
" la gelosia fa brutti scherzi vero?" Lo guardo con aria minacciosa
"Tu non hai idea di come sono io quando sono gelosa, questo è solo un piccolo assaggio"
Lui sorride e a me sale ancora di più il nervoso, in questo momento vorrei solo spaccargli la faccia."Cosa vuoi, torna nel tuo ufficio e chiamare la tua bambola di silicone, io non sono stupida, per tua sfortuna ho un cervello che funziona"
"Sei tu che hai creato un film in niente, sei partita in quinta dandomi colpe che non ho" cerca di giustificarsi
" ma davvero, povero ragazzo" lo prendo in giro
"E sentiamo cosa avresti fatto se non fossi entrata io. Avresti ascoltato quello che aveva da dirti, poi lei si sarebbe avvicinata, tu avresti cercato, in modo poco convincente di mandarla via e lei ti avrebbe baciato, poi cosa avresti fatto me lo avresti detto? Non credo proprio" si passa una mano fra i capelli, sembra nervoso non ha più quell'aria di sfida.
"Io non le avrei mai permesso di baciarmi" rido, ma è una risata nervosa
"Travis sono cose sentite e risentire, sei un uomo e quindi sei bravo con le bugie ma con me non attacca, forse dimentichi che non sono come le altre"
"Anche io non sono come gli altri uomini" dice mentre si avvicina, io indietreggio fino a toccare la parete, alzo un sopracciglio e sbuffo
"Sei davvero sicuro di te, eppure ti sei comportato come avrebbe fatto qualsiasi uomo. Se fossi stato migliore non le avresti permesso neanche di entrare nell'ufficio, quindi stai zitto e fammi uscire"
Colpisce la parete, poco distante dalla mi faccia, io con un gesto istintivo mi copro il viso. Appena capisco che non mi ha colpito lo guardo con rabbia e odio, mi avvicino a lui e mi alzo sulle punte, ora siamo faccia a faccia.
"Cosa vuoi fare, ah?" Lo spintono " vuoi provare cosa si prova a picchiare una donna, fatti avanti non ho paura ne di te ne di nessun altro" sento gli occhi bruciarmi per le lacrime che sto trattenendo, lui non risponde mi guarda come se non credesse nemmeno lui a quello che ha fatto, spingo il bottone per uscire da questa lattina di ferro e scappo via prima che lui possa vedermi piangere, mentre corro verso l'uscita lui mi chiama ma io non mi volto e continuo a correre.
Appena esco c'è la pioggia ad accogliermi, meglio, così nessuno noterà le mie lacrime. Mi stringo le braccia intorno al copro e Inizio a camminare sotto la pioggia, sono arrabbiata, delusa. non con lui ma con me stessa. Le lacrime iniziano a bagnare il mio viso insieme alle gocce di pioggia, mi è bastato un pugno alla parete per farmi tornare indietro con la mente, non ho paura di lui, so che non mi farebbe mai del male fisico, ma mi sono coperta istintivamente, lo faccio ogni volta che qualcuno alza la mano troppo vicino al mio viso, e proprio quando volevo mostrarmi forte è venuta fuori la mia debolezza.
Tiro un calcio ad una pietra, vorrei urlare, colpire qualcosa ma non posso. Mi odio, mi odio per essere così fragile, mi odio per aver attaccato lui, proprio come facevo con il padre di Ty, mi odio per non essere riuscita a scappare al primo schiaffo, mi odio per avergli permesso di distruggermi. Ma più di tutto odio lui, odio le sue mani che sapevano darmi solo dolore e mai amore, odio lui per avermi distrutto la mia adolescenza, lo odio perché ha fatto nascere in me tantissime paure e lo odio perché dentro ho più paura che amore. Lo odio.Continua a camminare e ad un certo punto ricordo di aver preso la macchina per uscire, sbuffo e ritorno indietro per andarla a riprendere.
Per fortuna non lo rivedo, so che dovrei dirgli che non ha fatto niente di male e che non ho paura di lui ma è stato un gesto spontaneo. Ma non ci riesco, apro la macchina ed entro, colpisco il volante ripetutamente poi metto in moto e parto.Travis pov
Non riesco a credere a quello che ho fatto, lei mi racconta che il suo ex la picchiava e che suo padre faceva lo stesso con la madre, e io cosa faccio?, colpisco la parete a pochi centimetri dalla sua faccia. Mi sento una merda, non sono neanche riuscito a rincorrerla, non ne ho avuto il coraggio.
Dopo aver cercato di fermarla sono scappato nel mio ufficio, ormai è ora di tornare a casa ma non ci riesco, sono qui seduto immobile da quando se ne andata. la paura nei suoi occhi, l'umiliazione sul suo viso e le lacrime che chiedevano di uscire, hanno spezzato il mio cuore in minuscoli pezzettini. Mi sento un verme, ho fatto il suo numero un centinaio di volte ma non sono riuscito a chiamarla non ce l'ho fatta.
Per la prima volta in vita mia non so che fare, vorrei correre da lei e chiederle scusa per tutta la vita, perché io non sono così, non ho mai alzato le mani su nessuna donna e non mi sfiora neanche l'idea di farlo con lei, certo mi arrabbio facilmente, ma non la toccherei mai in quel senso.
Passo dinuovo la mano fra i capelli ormai scompigliati e li tiro per la frustrazione, se mia madre fosse qui con me ora mi direbbe cosa sarebbe meglio fare e che sono stato un coglione, sicuramente mi direbbe di non lasciarla andare, perché amo Sofia più di me stesso, la amo così tanto da credere di non meritala, forse è meglio lasciarla andare e sperare che un uomo migliore di me la ami almeno un quarto di quanto la amo io.
Mi alzo e riverso a terra tutto quello che c'era la scrivania, mi avvicino alla finestra e resto immobile a guardare la vita che scorre sotto i miei occhi, mentre la mia sembra essersi fermata da quando è uscita da quell'ascensore.Decido di fare qualcosa, non posso rischiare di perderla per un gesto che non mi appartiene, prendo la giacca e le chiavi dell'auto e mi fiondo nel garage.
Sono sotto casa sua da quindici minuti, sono sceso e risalito in macchina già tre volte, non so se posso sopportare il suo sguardo quando le chiederò scusa, forse è meglio se lascio stare le cose come stanno, metto tutto nelle mani del destino, solo lui può aiutarmi ad uscire da questa situazione. Spero solo che almeno per una volta la vita giri per il vesto giusto e che la riporti indietro, fra le mie braccia.
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Ricominciare a vivere
RomanceUna ragazza che ha affrontato di tutto nella vita conosce l'uomo che può aiutarla a superare tutto, ma lei sarà pronta per lasciarsi andare o il suo muro e troppo spesso per distruggerlo. È la mia prima storia quindi non siate troppo duri con me. Gr...