Capitolo XXIII

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Sono passate tre settimane dalla nostra litigata e non ho mai avuto il coraggio di chiamarla, ho perso il conto delle volte che ho fatto il suo numero ma non l'ho mai chiamata. Ogni volta che sto per premere il tasto mi ritorna in mente quello che è successo, il modo in cui si è coperta il viso, prima la paura e poi la sorpresa quando ha capito che non l'avevo colpita, e infine la rabbia e l'odio uniti in un sentimento così forte da farmi restare immobile mentre stavo perdendo la persona più importante della mia via.
Questa settimana sono andato a trovare la mia famiglia più volte, sperando che almeno loro da lassù potessero darmi un aiuto, farmi capire come devo agire.
Ma chi voglio prendere in giro, la verità è che ho paura. Una fottuta paura di rivedere L'odio nei suoi occhi, ho paura di quello che possa pensare di me, paura nel caso lei non mi voglia più nella sua vita.

Restando qui, senza far nulla non migliora la situazione, ma così posso illudermi di avere una speranza, posso sperare che sia un suo messaggio quando squilla il telefono, posso sperare di vederla entrare nel mio ufficio proprio come quel giorno. Porto istintivamente le mani sulle labbra, ricordo perfettamente la forma delle sue labbra, il tocco prima delicato e poi deciso dei suoi baci, il modo sensuale di muovere la lingua nella mia bocca.
"Aaaaaaa.." urlo dalla frustrazione, ma i mei pensieri vengono interrotti dal mio migliore amico.
"Travis vedo che stai molto meglio" dice prendendosi gioco di me, non mi rado da tempo e non dormo da settimane. Non c'è molta differenza tra me e uno zombie.
"Grazie, sei veramente gentile" dico facendogli il dito medio.
"Stai diventando anche più maturo"
"Sei venuto qui per prendermi in giro?. Perché non ho proprio voglia di queste cose"  spero vivamente che la smetta di torturami, ho solo voglia di prendere a pugni il mo sacco da boxe ed escludere tutto il mondo.
"No, sono qui perché questa sera usciamo, noi due, da soli" dice indicando prima me e poi lui
"E  voglio assicurarmi che tu non annulli tutto all'ultimo minuto" sbuffo.
"Va bene, questa sera usciamo. Ora puoi andare" dico senza voglia, in queste settimane non so quante volte ha provato a farmi svagare un po la mente, ma gli ho sempre dato buca. Alzo lo sguardo e vedo che lui è ancora li.

"Cosa vuoi ancora" sorride
"Forse non ci siamo capiti, io e te questa sera usciamo, quindi ora vatti a preparare, io sono già pronto, ti aspetto qui"
"Certo che come rompi le palle tu nessuno mai" dico mentre mi dirigo in bagno per farmi una doccia.

"Finalmente ce ne hai messo di tempo" dice Stefan mentre si alza dalla poltrona.
"Forza usciamo prima che cambi idea".

usciamo e mi porta in un locale, ci sediamo al bancone  e ordiniamo.
"È questa la tua idea farmi ubriacare per fare qualcosa di cui poi possa pentirmi"
"Ah, già lo fatto, ma ero completamente sobrio" dico ironico mentre lo guardo male.
"Magari questa è l'occasione giusta per fare un passo avanti" forse, ma non credo che riuscirò a perdere così tanto il controllo.

Dopo qualche drink mi sento più a mio agio e inizio a pensare che non sia stata una pessima idea uscire un po. Ordino un altro drink che mando giù in pochi secondi, Stefan mi sorride come se fosse orgoglioso di me, forse è solo la mia impressione e sto immaginando tutto.

Mentre stiamo parlando tranquillamente fra di noi, sento qualcuno toccarmi il braccio. Non ci posso credere, ancora lei
"Senti Tanya è meglio se te ne vai, non è proprio serata. Anzi sai cosa ti dico non è proprio vita." Dico spostando le sue mani dal mio braccio, fa la finta offesa per qualche secondo poi ritorna all'attacco
"Potrei distrarti un po, so bene cosa ti piace" mi sussurra all'orecchio, mentre con le mani mi accarezza le spalle, solo al pensiero della sua bocca su di me mi viene la nausea. Mi volto verso di lei con aria determinata
"Ascoltami bene, sei stata un bel passatempo, ma non illuderti non potrai mai essere nulla di più, l'unica donna che amerò per il resto della mia vita è Sofia, non ci sarà mai posto per nessun altra donna nella mia vita."
Vedo l'incredulità nel suo sguardo, non so perché, ma istintivamente mi giro verso l'entrata del locale e vedo lo sguardo di Sofi posarsi prima su di lei e poi su di me, la vedo stringere i pugni e scappare via, mentre Jess mi guarda con disgusto.
"Cazzo anche questa volta ha frainteso tutto" dico a me stesso, ma questa volta non la lascerò scappare. Mi alzo e la rincorro.

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