La prima scelta

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In un'unica piccola frazione di secondo, Anita comprese il valore della vita.
Urlò con quanto fiato aveva in gola.
Sarebbe morta, dunque? Avrebbe contato fino a tre.

Ma non lo fece. Sentì una forte stretta al petto.
Il tempo sembrò essersi fermato.

Le lacrime iniziarono a sgorgare come un fiume in piena.
Un braccio maschile la teneva saldamente e una voce dolce, una voce vera, le parlava:
"Stai calma. Va tutto bene adesso. Poggia il piede sulla ringhiera. Ti tengo, non puoi più cadere. Coraggio, lentamente, fai quello che ti dico"

Anita non smetteva di singhiozzare, ma ubbidì.

"Brava, ora scavalca. É quasi finita"
Lui la aiutò, afferrandole entrambe le gambe da sotto, e, sollevandola, la riportò con i piedi sul marciapiede.
Finalmente al sicuro.
Anita non sentiva più nessuna parte del suo corpo, il sangue sembrava essere scivolato via dalla testa. Aveva un forte capogiro e il pianto non la aiutava.
Guardó negli occhi il suo salvatore.
Era un ragazzo. Un bel ragazzo dagli occhi verdi e i capelli color miele.
Anita ricordò che il suo volto era teso, ma non agitato né tantomeno impaurito dalla situazione. Portava una grossa macchina fotografica appesa al collo abbronzato.
Le lacrime di Anita si trasformarono in piccoli urli soffocati e in brividi.
Lui la attirò a sé e la tenne stretta.
Aveva un buon profumo, la sua camicia bianca sapeva di pulito e di dolcezza.
"Ssh, coraggio. Non ti accadrá più nulla di male"
Le prese il viso tra le mani. Erano calde e grandi sul suo piccolo volto ghiacciato. Con il palmo le asciugò il viso e le sorrise timidamente, ma in un modo che ebbe il potere di calmare quel vortice di fremiti e singhiozzi.
"Come ti chiami?"
"Anita Owens"
Questa volta le mostrò una fila di denti bianchissimi e le tese la mano:
"Sono Andrew Wilson, ma mi chiamano tutti Andy. E tu... Anita?" pronunciò il suo nome italiano in un modo buffo, che ebbe il potere di far sorridere anche lei, mentre cercava di ricomporsi e di lavare via il trucco nero che le era colato sulle guance.
"Si. Ma chiamami Annie, se vuoi"
Il suo sguardo si posó sul petto di Andy.
"Oh... ho sporcato la tua camicia col trucco, mi dispiace"
"No, non preoccuparti. I miei amici penseranno che ho conquistato alla grande con tutto questo mascara sui vestiti" e rise, inclinando leggermente la testa.
"O che hai fatto piangere qualche povera ragazza indifesa"
"Nah, non é mia abitudine"

Anita non si sentiva affatto bene. Temeva di svenire davanti a lui dalla stanchezza e dal dolore.
"Ti ringrazio per quello che hai fatto. Sai, io... non so cosa mi é preso. Non volevo morire, davvero, io non volevo". Ricominciò a piangere, come era comprensibile.

"Lo so Annie. Nessuno vuole morire. Nemmeno le persone che si uccidono davvero vogliono farlo e io sono sicuro che chiunque si sia buttato da un ponte si sia pentito del suo gesto durante il volo, quando ormai era troppo tardi. La gente vuole vivere, te lo assicuro, ma quando la prospettiva di una vita migliore sembra troppo lontana o illusoria allora decide di farla finita, ma la morte non é mai la prima scelta"

Fu allora che Anita vide qualcosa che prima non aveva notato. Quegli occhi non erano sciocchi e banali come quelli di tutti gli altri passanti. Li trovava vispi, interessanti. Pensò che fosse adorabile il fatto che non le avesse ancora chiesto che cosa l'avesse portata a compiere quel gesto così estremo, infondo lo avrebbe fatto chiunque. L'unica cosa che riuscì a fare fu estrarre dalla borsa abbandonata sul marciapiede lo spry dal tappo giallo che la dottoressa Fassbender le aveva caldamente consigliato di assumere.
"Questo me lo ha dato la mia psicologa. Per aiutarmi a vedere più vicina una prospettiva di vita migliore"

Andy gliela prese dalle mani e la rigiró tra le dita, sollevando un sopracciglio.
"Beh, mi sembri una ragazza intelligente. Penso che tu sappia quello che devi fare" disse, e lo restituì ad Anita.
Lei capì e si avvicinò ancora una volta alla ringhiera. Tenne la boccetta sospesa nel vuoto per qualche istante e poi lasciò la presa.
Uno....due...tre.
Il piccolo contenitore di vetro si sfracellò sugli scogli, inghiottito dal mare.
Anita sorrise e questa volta di cuore.
Si girò verso Andy che la guardava con le mani in tasca, altrettanto soddisfatto.
"Quella boccetta meritava di farsi in mille pezzi, non tu"
"Grazie. Io non so cosa dire, tu mi hai salvata due volte oggi"
"Sei così pallida e stanca che credo che ti salverò per la terza volta offrendoti un piatto di spaghetti nel ristorante italiano all'angolo, dato che anche il tuo nome é legato all'Italia"
"Dovrei essere io a offrirti qualcosa, dopo quello che hai fatto"

Anita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora