L'effetto speciale

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ANDY'S POV

Beh, ecco tutto.
Ecco me e il mio rimorso. Non c'é altro.
Solo io e lui.
Trascorrevano per me giorni da spettatore, giorni in cui vedevo la vita degli altri scorrermi davanti, mentre io, osservatore infelice, rimanevo fermo. Tutto si muoveva tranne me.
Specialmente quando, seduto sulla panchina dei giardini del mio quartiere, osservavo Bradley e Anita insieme. Erano passate due settimane dal nostro incontro e da quel giorno, come mi ero ripromesso, avevo seguito le loro mosse.
Bradley non mi piaceva. Chiunque potrebbe dire che é naturale, dato che mi aveva soffiato la ragazza. Ma non era questo il punto. Bradley non mi piaceva perché non era il ragazzo giusto per Anita, lo avevo intuito e ora lo toccavo con mano. Ridevano un sacco, é vero, lui la raddolciva in tanti modi, la abbracciava, sembrava che esaudisse ogni suo desiderio. Ma Anita non aveva bisogno di questo, aveva bisogno di essere capita, sopportata, incoraggiata. Ero certo che Bradley non sapesse niente del codice e che non sapesse niente di lei.
Non si erano accorti di me, che li guardavo da un pezzo. Erano coricati sull'erba, Bradley la teneva tra le sue gambe, mentre le accarezzava la testa posata sul suo petto.
Mangiavo il mio panino con l'amaro in gola, dovuto non al mio pranzo piuttosto disgustoso, ma al desiderio di essere al posto di quel Brad.
Chissá perché mi piaceva tanto farmi del male. Potevo andare avanti anche io. C'era una ragazza carina e molto dolce che frequentava il mio corso di fotografia: mi veniva dietro da un po' e io avrei potuto provarci in qualsiasi momento, senza paura di essere rifiutato. E invece no. Continuavo a fare l'idiota per la ragazza che ora era di un altro.
Da una decina di minuti Bradley le sussurrava qualcosa all'orecchio, alternando le parole con dei lunghi baci sul collo, e la faceva arrossire.
Mi alzai e andai via.
Ero io l'estraneo.

***
NARRATORE
"Stai bene?" le chiese Brad.
Anita annuì, pensierosa.
"Come potrei stare male?"
Brad si morse il labbro, scuotendo la testa. La baciò con passione, come non aveva mai fatto.
"Annie, é ora di chiederti che cosa sono io per te. Non posso continuare a baciarti senza sapere cosa pensi di me"
Era arrivato il momento che Anita aveva rimandato il più possibile. Che cosa poteva dirgli?
"Brad tu sei per me una persona speciale, hai un grande cuore. Sei l'unico che mi rimane e io ti voglio bene, mi piace stare con te. Però io ho sempre Andy nella testa e questa é la veritá"
Brad si rabbuiò, del sorrisetto ironico di prima rimaneva un pallido accenno.
"Vorresti che ci fosse lui al mio posto adesso?"
Anita pensò di averlo offeso e cercò di raddrizzare il tiro: "No Brad, certo che no. Lui non deve fare più parte della mia vita, ma purtroppo fa ancora parte della mia testa e io non riesco a scacciarlo via. Ma non vorrei nessun altro vicino a me adesso"
"É un vero peccato che tu non riesca a provare l'attrazione che provo io per te. Ci divertiremmo un mondo noi due..."
Anita si irrigidì un pochino. La situazione le stava sfuggendo di mano. Non disse nulla e guardò altrove, ma Brad, dopo averle scoperto il collo dai capelli, le sussurrò: "Se venissi a letto con me tu e Andy sareste pari. Sarebbe una rivincita per te e un grande desiderio realizzato per me...". Parlava in modo suadente, come un tentatore pronto a vedere la sua preda cadergli ai piedi. Ma Anita non cadeva facilmente ai piedi di nessuno, anzi.
"Io non vado a letto con un ragazzo per fare un dispetto ad un altro. Non sono quel tipo di ragazza"
"Andy invece é quel tipo di ragazzo, però"
"Andy può essere quello che vuole"
Detto questo si spostò da Brad, stizzita e agitata. Non si aspettava una richiesta del genere da parte sua, non ancora, non in quel modo.
"Scusa, non volevo. Non dovevo chiedetelo così, lo so che non sei quel tipo di ragazza. Sono stato superficiale"
"Un bel po' " rispose, sollevando un sopracciglio come solo lei sapeva fare.
Anita lo aveva giá perdonato. Gli voleva davvero bene, dopo tutto.
"Senti, ti va di accompagnarmi un attimo a casa? Devo prendere degli appunti per l'universitá, li ho dimenticati"
La ragazza accettò, contenta del fatto che la situazione si fosse sistemata.
"C'é mio padre a casa, ma non preoccuparti, non ti fará domande imbarazzanti" disse, strizzandole l'occhio. Anita lo sperava davvero.

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