Dodici spari

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I lamenti di Andy risuonavano in tutto il bosco. Gli alberi sembravano incupirsi agli ultimi raggi di sole.

"É buio ragazzino. Lo sai cosa significa? Che abbiamo bisogno di un po' di luce"
Uno di loro gettò della benzina ai piedi di Andy. Il puzzo gli faceva girare la testa. Avevano davvero intenzione di dargli fuoco? A volte gli sembrava ancora solo un incubo.

"Perché, perché ti ostini a non parlare? A che scopo sacrificare la tua vita?"

Andy non rispose, si limitò a guardarlo negli occhi. Era stanco, talmente stanco che ora anche la paura sembrava averlo abbandonato.
Voleva che finisse tutto, il prima possibile, per poter finalmente riposare un sonno eterno.

"Bene. Ho perso la pazienza. Uccidete la ragazza, portatela via da qua. Vi raggiungerò dopo"
Presero Anita per le braccia, mentre urlava e si dimenava. Rivolse un ultimo sguardo a Andy, sembrava supplicarlo.
Ma non c'erano più parole.

Anche Andy urlava tra le lacrime, ma lui le parole le aveva: le disse, in quei pochi istanti che gli erano concessi, che l'avrebbe vendicata, che l'avrebbe raggiunta poco dopo, che era tutto finito e che la amava.

Ma Jeff lo pugnalò sul fianco, zittendolo. Non era un colpo mortale, ma bastò per sporcare abbondantemente di rosso la sua camicia.
"Non c'è più bisogno di fare l'eroe adesso. Lei non saprà mai che l'hai tradita. Dimmi dov'è il codice e io ti lasceró andare. Non é disonorevole, Wilson, ti stai salvando la vita perché non puoi salvare la sua. Che senso ha morire in due?"

"Salvate Anita... ve lo dirò se la salvate..."
"Sarebbe morta comunque. Non è colpa tua"
"Uccidimi. Per favore"

Un colpo di pistola squarciò il silenzio. E poi un altro, un altro, un altro.... dodici spari.
Jeff sembrò stupito e si fermò in ascolto.
Poi sembrò rasserenarsi, provare quasi soddisfazione e distese le rughe del suo viso.
"É morta. La figlia di James e Camilla Owens é morta. Questo é un grande giorno"

Lasciò che Andy si sfogasse. Sembrava che la sua carne si stesse lacerando dal dolore e che la ferita che gli sanguinava dal fianco non gli facesse alcun male.
"Pensi di dirmelo adesso?"
Andy gli sputò in faccia.

"Molto bene"
Jeff si pulì con la manica della veste nera. Prese un accendino e incendiò l'erba ai piedi di Andy. Il fuoco si propagò in un istante, intaccando il legno del palo a cui era legato.
"Addio Wilson"
Girò le spalle e se ne andò.

Andy soffriva moltissimo, e questa volta anche fisicamente. Sembrava che quelle lingue di fuoco che iniziavano ad afferrargli le gambe gli conficcassero milioni di spilli ardenti in ogni centimentro di pelle. Il caldo lo stava facendo impazzire. Non respirava più bene a causa del fumo nero che si levava dal suolo.
Svenne e non sentì più niente.
***

Quando si risvegliò, si trovava disteso sull'erba, a torso nudo, con una benda stretta sul fianco.
Aprì gli occhi debolmente cercando il viso della persona che lo stava assistendo.
Era un uomo dai capelli bianchi, con gli occhi duri e uno strano abbigliamento. Aveva già visto quell'uomo, si...

"R-richard?" balbettò.
Era l'amico del padre di Anita, quel vecchio burbero che gli aveva consegnato il codice, la fonte di tutte le loro disgrazie. Il motivo della morte di Anita.

"Stai zitto ragazzo. Va tuto bene ora. Sei arrivato a un passo dalla morte"

Anita....Anita.
Non riusciva a pensare ad altro. Se solo ne avesse avuto la forza, si sarebbe messo ad urlare, sarebbe fuggito via, mille miglia lontano dal mondo. Ma non si sentiva più le gambe. Non poteva andare da nessuna parte.

"L-le mie gambe..." sussurrò, allungando le dita per toccarle.
Percepì il dolore della bruciatura tutto di colpo, come se fino a quel momento il suo cervello fosse stato ancora addormentanto.
Urlò.
Fece uscire dal petto tutto quanto. Tutta la rabbia per essere ancora vivo, la frustrazione, il desiderio di vedere Anita ancora una volta.
"É MORTA!" urlò, prima di vedere Richard iniettargli qualcosa nel braccio.
Dopo una manciata di secondi, cadde in un nuovo sonno.
***
Era mattina.
Sembrava essere una bella giornata.
Andy si trovava in una camera molto ordinata, tutta bianca. La morbidezza del letto lo faceva sentire coccolato, al sicuro.

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