Chi ti salverá?

38 8 2
                                    

Era il momento.

Anita provò ribrezzo al tocco della mano di quell'uomo e arricciò le labbra. Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. La pistola mirava ancora alla sua testa, ma non le importava: doveva provare a liberarsi. E se non ci fosse riuscita... beh, allora quella pistola poteva spararle e sarebbe stato meglio così.

Chinó la testa e con forza, senza pensare alle conseguenze, tiró una testata all'indietro, dritta sul naso di quell'uomo odioso. Non aspettò di guardarlo in faccia: approfittando di quel momento gli strappó la pistola dalla mano e la puntò contro di lui.
Non ne aveva mai usata una, ma tenerla stretta la rendeva invincibile.
L'uomo aveva urlato e, leggermente piegato dal dolore, teneva entrambe le mani sul naso, che ora sanguinava.

Poi si voltó verso di lei, con gli occhi in fiamme, accecati dalla rabbia. Le corse incontro, come per volerla fare a pezzi. Ma Anita lo precedette. Sul lavandino c'era una grossa tazza in cui era solita tenere gli spazzolini: la afferrò e con tutta la forza di cui era capace la scaravetò contro la testa dell'uomo, che cadde a terra, insieme ai cocci della tazza che era andata in mille pezzi sul pavimento.
Anita estrasse la chiave dalla porta del bagno e lo chiuse lì dentro, dopo aver trascinato con sé un piccolo asciugamano bianco che aveva lasciato appeso vicino al lavandino.

Non capiva più nulla, solo che doveva scappare il più lontano possibile da lì.
Si coprì con l'asciugamano e uscì di casa, correndo a piedi nudi.
Scese le scale reggendosi allo scorrimano: temeva di cadere a terra dal terrore. Teneva ancora stretta la pistola, unica prova del fatto che ciò che era appena accaduto non era stato solo un brutto sogno.

Aprì il portone di ingresso e si catapultò sul marciapiede.
Aveva incominciato a piovere. I lampioni, con la loro luce fredda, illuminavano la strada coprendola di chiazze arancioni.
Aveva freddo con tutti i capelli bagnati che le gocciolavano sulla pelle, ma non se ne accorgeva: cercava solo una persona.

Quando Andy la vide, sussultò. Forse, per un secondo, non la riconobbe nemmeno, tanto era grande la trasfigurazione del suo volto, dovuta alla paura. Quando la vide lì, scalza sul marciapiede, con una rivoltella stretta nella mano destra, tutta bagnata con solo un piccolo asciugamano a coprirla dal vento e dalla pioggia che si faceva più fitta, si sentì morire. Capì all'istante che era successo qualcosa di terribile.

Le corse immeditamente incontro dall'altro marciapiede, urlando il suo nome. Quando le fu vicino lei si accasció tra le sue braccia, facendo cadere la pistola ai suoi piedi. Andy la prese in braccio e raccolse la rivoltella da terra.
Non perse tempo a chiederle che cosa fosse accaduto. Lei gli teneva le braccia strette al collo, mentre piangeva disperata e gli urlava di portarla via da lì, con la bocca contro la sua pelle e gli occhi chiusi in una stretta di dolore.
Sentiva il cuore di Andy battere velocissimo, mentre correva sotto la pioggia. Una goccia di sudore gli imperlava la fronte.
Anita si sentiva ancora la bambina di dodici anni prima, che correva nel buio infreddolita, a piedi nudi, stretta al suo orsacchiotto. Il ricordo le lacerò l'ultimo pezzo di cuore rimasto intatto.

In pochissimo tempo arrivarono a casa sua e Anita si ritrovò nel letto in cui si trovava quella mattina: se glielo avessero raccontato, lei stessa non avrebbe mai creduto di poter cambiare così tanto nell'arco di un solo giorno.

Tremava e si contorceva dallo spavento, nascondendo il viso tra le mani. Andy si precipitó vicino a lei, inginocchiandosi per terra per essere all'altezza del suo viso.

"Annie, Annie ti prego, rispondimi, devo chiamare l'ambulanza?" continuava a ripeterle, in preda all'ansia.
Nella disperazione, gli disse di no.

"Hai una ferita alla tempia. Dio, tu sei stata aggredita... devo chiamare aiuto", ma mentre stava per rialzarsi, Anita lo prese per un braccio e lo costrinse a rimettersi giù, con tutta la forza che le proveniva dalla rabbia e dallo shock. Sembrava una furia ed Andy era davvero spaventato, vedendola in quello stato. Non sapeva come comportarsi, non poteva farla stare meglio da solo, pensava di non esserne capace questa volta.
Ma dal momento in cui lei gli impediva di fare qualunque cosa, iniziò ad accarezzarle il viso, guardandola con tutta la dolcezza di cui era capace.
"Ok ora guardami. Guardami" le disse, tenendole il volto tra il polloce e l'indice. Lei smise di agitarsi per un attimo e guardò quegli occhi.
"Sei con me ora"

Anita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora