Andy si era poggiato al tronco di un albero, in attesa che i due uscissero, ma non riusciva a stare fermo per più di dieci secondi: andava avanti e indietro su quel terreno ghiaioso e controllava continuamente l'orologio. Sudava per la fretta e il nervoso e si era tolto il giubbotto, in cui aveva nascosto il codice, lasciandolo in macchina.
Chissà cosa stavano facendo quei due lì dentro.
Ad ogni modo, ci avrebbero impiegato un bel po' e non c'era più tempo da perdere. Così mise da parte la vergogna e si decise a dirigersi verso il cancello e suonare.
Ma proprio a due passi dal cancello, si fermò e senza farsi sevedere poggiò la schiena al muretto di pietra. Qualcuno parlava al telefono, con voce bassa bassa, ma tranquilla:
"Abbiamo preso la ragazza. Cosa ne dobbiamo fare?"
Seguì una piccola pausa, il tempo che Andy impiegò per assumere un espressione sconvolta, che si accentuò al suono di queste parole:
"Ho un sacco abbastanza grande. Si certo. Mio figlio ha fatto il suo dovere. Sentiremo quella piccina gridare forte, eh? Oh si, senza dubbio. Sará il migliore degli ultimi dodici anni. Ora vado di sotto. A dopo" e riattaccò.Per la prima volta Andy capì cosa significa percepire il sangue scivolare via dalla testa. Vide tutto intorno a sé girare, girare, girare.... e il formicolio alle gambe non lo aiutava.
Quell'uomo parlava di Anita, non c'era alcun dubbio. E dall'altra parte del telefono c'era chi voleva farla fuori. Brad l'aveva tramortita e avevano intenzione di metterla dentro un sacco e spedirla al macello.
C'erano due assassini in quella casa.
Pensò a tutte queste cose in una manciata di secondi velocissimi e poi non ci rifletté su un istante di più.
Con una mossa fulminea prese il cellulare e il primo numero di telefono che gli capitò sotto glu occhi fu quello di Charlotte, l'amica di Anita. Le spedì una registrazione, in cui parlava con una voce talmente tremolante da rendrgli difficile separare le parole:
"Charlotte, sono nella casa di Bradley Walker, via Kennedy 43, quartiere di Potts Point. Hanno rapito Anita, dei pazzi vogliono ucciderla e io sto entrando nella casa. Chiama la polizia. Questo non é uno scherzo, ti prego. Chiama subito la polizia"Poi prese una grossa pietra da terra: era abbastanza forte da tenerla con una mano sola, mentre con l'altra si aiutò a scavalcare il muretto di pietra, dopo essersi accertato che l'uomo gli stesse dando le spalle, mentre si dirigeva a passo lento verso la casa.
Piano piano gli andò dietro, lentamente, senza fare rumore calpestando le foglie secche sul prato, foglie scure, spente. Le aveva ingiallite la morte, quella che lo attendeva in quella casa, se qualcosa fosse andato storto.
Sarebbe morto, si, e sarebbe morto per la persona che amava, quindi, nel modo migliore.
Quando fu abbastanza vicino all'uomo, lo colpì alla testa con la pietra. Lo colpì forte, ma non abbastanza da ucciderlo. Voleva tramortirlo, Andy non era un assassino. Sapeva come fare per farlo svenire e ci riuscì, ma non subito: la paura aveva reso molle il suo braccio, così riuscì solo a farlo cadere. L'uomo iniziò a lamentarsi per il dolore e prontamente, Andy gli tirò un forte calcio che lo fece tacere subito.
Pregò che nessuno avesse visto niente e di corsa, ma a passo leggero, si diresse verso il portone della casa, che fortunatamente era solo accostato.
Cigolò appena, mentre Andy la apriva con mano tremante.Silenzio.
La sala era calma, vigeva quella tranquillitá che ha l'inquietante abitudine di sparire in un macabro istante.
La porta della cantina era aperta.
Anita doveva essere lì sotto e forse anche Brad.
Che cosa poteva fare? Nascondersi e aspettare? Fare l'eroe e andare a salvarla, pronto a un corpo a corpo con Brad?
Decise che non poteva starsene lì impalato e lasciare la sua ragazza nelle mani di quel mostro.
Perché si, lei era la sua ragazza, lo era sempre stata, non c'era mai stato un solo giorno in cui i loro cuori erano stati divisi, mai. Scelse, dunque, l'opzione più pericolosa, quella più folle e irrazionale. C'era un coltello abbandonato sul piano della cucina e lo prese: gli dava sicurezza. Mentre si accingeva a scendere il primo gradino, si sforzò di rendere il suo corpo quasi immateriale, leggero come se a camminare fosse solo la sua anima.
Ma quegli scalini, al minimo tocco, cigolarono di dolore e sorpresa.
"Cazzo..." pensò, con la bocca arida dischiusa in un'espressione di terrore.
Aveva paura. Non poteva nasconderlo, era un umano.
Eppure non accadde nulla, la piccola luce che illuminava la cantina era immobile come tutto il resto. Sembrava non esserci nessuno, a dire il vero. Si fece un po' di coraggio e, non curandosi del rumore, scese tutte le scale. Si guardò un poco intorno, non vide nessuno e pensò di dover risalire, ma qualcosa di freddo sul collo e un rumore metallico lo immobilizzarono e irrigidirono in un singolo istante.

STAI LEGGENDO
Anita
Mystery / ThrillerQuando il legame col suo passato diventa insopportabile, Anita si rende conto di non aver vissuto nemmeno un giorno, dopo la morte inspiegabile dei suoi genitori. Sará Andy, un promettente fotografo australiano, a restituirle quella che risulterá es...