Anita

Sogni interrotti

"Questo vestito come mi sta?"

Charlotte uscì dalla camera da letto di Anita, col volto speranzoso. Si era preparata a casa dell'amica, in attesa che passassero a prenderle per una serata nella villetta di una loro ex compagna di classe del liceo.
Era un vestitino piuttosto corto e aderente, che effettivamente le stava davvero bene.
"Accidenti Charlie, se mi prestassi la metá delle tue tette per stasera mi sentirei decisamente più sicura di me"
"Smettila, stai benissimo!"

Anita non era sicura che fosse la veritá. Spesso sentiva la gente complimentarsi con lei per la sua bellezza ed eleganza, ma poi, se si andava a vedere la concretezza dei fatti, Anita era l'unica tra le sue amiche che a venti anni non aveva mai avuto un ragazzo. Non perché non ne avesse avuto l'occasione, ma perché semplicemente nessuno l'aveva mai attratta davvero. Le sembravano tutti o troppo seri, o troppo ignoranti, o troppo sciocchi. Ad ogni modo, questo portava Anita a sentirsi piuttosto insicura e poco avvezza ad accettare complimenti.

"No, sono piatta e ho i capelli attaccati alla testa"
Charlotte sospiró alzando gli occhi al cielo. Quando Anita si fu girata, la abbracciò da dietro. Quelli erano i suoi abbracci preferiti e Charlotte lo sapeva bene. Gli abbracci devono essere inaspettati per essere davvero efficaci.
Anita si coccoló un po' in quell'abbraccio.
"Charlie, non so se ho voglia di venire a questa festa"
L'amica si staccó da lei e le diede un colpo sul braccio.
"Stai scherzando? Smettila"
"Non ci faccio nulla, mi sento in imbarazzo con quella gente, lo sai"
Charlotte aveva un tono di voce davvero bizzarro, molto alto e squillante. In particolare in quel momento, Anita giurò che la sua voce si sarebbe sentita anche nella casa dei vicini.
"Devi finirla, davvero. Se continui a essere così timida e imbarazzata finirai per ammazzarti, te lo dico io"

A quelle parole Anita si sentì come una bambina quando viene scoperta dai suoi genitori con le mani nella cioccolata. Ammutolì.
"Hey che c'é?" disse Charlotte, schioccandole le dita davanti agli occhi.
"Nulla"
"Avanti, che c'é?!"
Si sedette e trascinó sul divano anche Anita, che aveva finalmente una gran voglia di raccontarle tutto. D'altra parte non teneva nascosto niente a Charlotte, a parte lo strato più profondo e oscuro del suo stato d'animo: non voleva la compassione di nessuno, nemmeno della sua migliore amica. Ma in quel momento aveva bisogno di dirglielo.

"Nulla é che... hai ragione. Finirò per ammazzarmi e questa volta davvero"
"Cosa intendi?"
Anita non rispose, aspettó la reazione di Charlotte, che arrivó subito.
"Hai tentato davvero di ammazzarti?"
Lei annuì debolmente, senza guardarla negli occhi.
Rimasero entrambe zitte per molto tempo. Charlotte era a bocca aperta, non sapeva come reagire. Sapeva quello che era successo ai genitori di Anita, ma era accaduto molti anni prima e lei non ne parlava mai. Le sembrava impossibile che avesse deciso di compiere un atto del genere per loro.
"Perché?"
Fu allora che Anita parló. Disse tutto quello che c'era da dire. Le raccontó dei suoi attacchi di panico, che duravano da tanti anni, degli incubi, delle insicurezze, della psicologa.
Di Andy. Soprattutto di Andy.
Piansero insieme diverse volte, abbracciate, durante il racconto.
"Io non sapevo che tu ti sentissi così. Nessuno lo sa. Ti tieni sempre tutto dentro... come é possibile? Se fossi morta avrei detto "era una ragazza gentile e allegra" senza sapere la veritá. E sono la tua migliore amica. Dio... mi sento in colpa per non averlo capito."
Anita si asciugò le lacrime con la mano.
"Non devi, tu non hai colpa. Però ti prego, non dirlo alle altre. Accidenti, ora dobbiamo rifarci il trucco"

Le altre erano Sarah e Lora. Anche loro erano amiche di Anita, anche se il rapporto che aveva con Charlotte era ben altra cosa. Sarebbero arrivate a momenti per portarle entrambe alla festa.

Il doppio suono di un clacson fu il segnale del loro arrivo. Charlotte e Anita scesero di fretta in ascensore e salirono nella macchina di Sarah.
Le quattro amiche si salutarono calorosamente come sempre, come se non si vedessero da mesi.