Veritá

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4 mesi dopo

ANDY'S POV
Erano trascorsi centoventitre giorni da quando avevamo risolto il primo indovinello.
Centoventitre giorni e altri sedici enigmi svelati. Ci impiegammo molto più tempo rispetto al primo: i nomi e i delitti si facevano sempre più complicati e non mancarono momenti in cui pensavamo di non farcela più.
A dire il vero, ci sono stati dei giorni in cui volevo solo andarmene.
Non sono un eroe, io.
Non me la faccio sotto facilmente, é vero, ma non sono un eroe.
E pur non essendolo, pur avendo paura di quello che stavo facendo, rimasi con lei, sempre.
Amavo Anita come non avevo mai amato nessuno. Sapevo che stavamo rischiando la vita entrambi, sapevo che stavo solo complicando la mia esistenza giá incasinata. Sapevo tutto questo. Ma, cosapevolmente, scelsi Anita. Lei mi completava. Si adattava perfettamente ai miei pensieri, alle mie esigenze. Capiva il mio dolore. Capiva che stavo patendo l'ansia e la rabbia che travolgevano anche lei, anche se non me ne lamentavo. E allora con un bacio ricominciavamo tutto da capo, insieme.
Avrei preferito la mia vita a quella di chiunque altro, perché Anita faceva parte solo della mia. E anche se a volte mi sentivo morire dentro, avevo capito che fino a prima di conoscerla io non avevo mai vissuto.
La guardavo con dolcezza mentre era intenta a studiare un grosso libro di medicina, accucciata sul divano con la testa sul mio braccio. Si, perché in tutto questo non aveva mollato i suoi studi, e dava esami su esami all'universitá con il massimo dei voti, sempre.
La ammiravo per questo, era una forza della natura che lavorava instancabilmente pur di dimostrare di essere speciale, di servire a qualcosa. Se solo avesse saputo che ai miei occhi era speciale anche quando la vidi per la prima volta, così debole e senza forza di combattere!

"Mi guardi?" mi disse, senza distogliere lo sguardo dal libro che stava sottolineando.
"Beccato"
Lei rise e chiuse il libro.
Passó una mano sulla mia guancia e poi, con aria preoccupata, mi chiese come stavo.
"Bene, amore. Ci mancano solo tre indovinelli. É presto per dire che che ce l'abbiamo fatta, ma siamo quasi arrivati al capolinea, no?"
Lei annuì: "Si, ma chissà quanto altro tempo ci impiegheremo a risolverli. E nel frattempo possono succedere tante cose. Dio... sei così stanco"
"Ho solo un po' di sonno, niente di che"
"No, tu sei stanco dentro. Mi dispiace averti coinvolto così. Io non volevo"
"Ne abbiamo già parlato Annie. Io voglio stare con te. Voglio te. Non mi importa delle conseguenze"
E poi le feci una richiesta, che mi tenevo dentro da tempo: "Ti va di conoscere i miei genitori?"
Lei sgranó gli occhi, ma era felice: "I tuoi genitori?! Si, si! Certo che mi va. Devo comprare un bel vestito e farmi carina per quando li incontrerò, allora"
Era il momento.
"Sei bellissima anche adesso, in pigiama, occhiali, e i capelli tutti scompigliati. Ma..."
Lei inclinò la testa, un po'sorpresa: "Ma?"
Non le risposi, semplicemente mi alzai e andai ad aprire l'armadio della sua camera da letto, dove tenevo nascosto qualcosa da centoventi giorni circa.
Le porsi una grande busta, quando ritornai da lei.
"Ma forse questo ti puó aiutare"
Lei scartó l'involucro con le sue bellissme dita bianche. Moriva dalla curiositá.
E quando vide il vestito rosso che aveva desiderato di sfuggita mesi prima, mi saltó al collo dalla gioia.
"Ommioddio! Andy!! Tu sei pazzo!"
Io la presi tra le braccia e me la tenni stretta stretta, perso nel profumo dei suoi capelli.
"Come ti é saltato in mente di comprarlo? Costava un occhio della testa!"
"Ho pensato che vedere questo sorriso felice valesse qualsiasi prezzo"
Quasi piangeva dalla commozione.
"Dio Dio...."
"Oh, ma puoi continuare a chiamarmi Andy, Dio mi pare esagerato"
Mi diede un colpetto scherzoso al braccio mentre rimirava il vestito.
Non vedevo l'ora di vederglielo addosso.
***
NARRATORE

I genitori di Andy invitarono Anita a pranzo due giorni dopo.
Avevano parlato con lei al telefono e la ragazza era entusiasta: sembravano due persone gentilissime.
Trascorse un'ora e mezza in bagno, tra trucco, vestito e messa in piega. Voleva essere perfetta e fare una buona impressione ai genitori del ragazzo che amava.
Quando uscì dal bagno, l'espressione di Andy la ripagò di tutto il lavoro fatto: scattò in piedi, come se avesse appena visto un'apparizione. In due passi le fu vicino, ma rimase immobile a guardarla estasiato.
"Beh, come ti sembro?"
"Non lo so. Ma sento il cuore battermi dentro la testa per quanto sei bella e ho una gran voglia di baciarti, ma poi ti rovinerei il trucco e dovresti ricominciare da capo. Sto odiando quel rossetto"
Anita rise di contentezza, mostrando i suoi denti bianchissimi, risaltati dal rosso delle labbra.
"Controlli se ho chiuso bene la zip?" gli disse, voltandosi di schiena e spostandosi i capelli da un lato.
"Si, é chiusa, ma non per molto..." le sussurrò, in un tono più che allusivo.

Anita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora