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Il giorno dopo, Laurain, rimasta sveglia tutta la notte, aveva sentito Mattia andare via presto.
Daniel sarebbe venuto a riprendere Matteo e subito dopo, Laurain, avrebbe cercato disperatamente un appartamento. Non avrebbe convissuto con l'imbarazzo e la paura di incontrare Mattia e non poteva nascondersi nella sua stanza per sempre.

La donna si alzò, sistemò il letto, impregnato dell'odore di Mattia ed uscì dalla propria stanza per andare a prepararsi del caffè.
Si portò le mani davanti la bocca per sbadigliare e sentì l'odore di Mattia, stessa cosa per il resto dei suoi vestiti e del suo corpo.
Sospirò mentre guardava un ritratto di Mattia, fatto da lui in persona, in bianco e nero.

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<<A dopodomani mamma>>

Daniel era venuto a prendere Matteo per passare il loro primo weekend insieme dopo molto tempo. Matteo non vedeva l'ora.

<<A dopodomani amore mio. Divertiti con papà e stai attento!>> disse la madre mentre il bambino entrava nella macchina del padre.

<<È in casa?>> chiese Daniel sbirciando da l'uscio della porta d'ingresso. Si riferì a Mattia.

<<No, mezzasega! E ora vai, più tempo sprechi con me, meno tempo hai da passare con tuo figlio>>

<<Hai perfettamente ragione. Ci vediamo dopodomani, pompinara>> Daniel sembrava rallegrarsi del fatto di poter passare del tempo con il figlio, dopo un lungo periodo che gli sembrò un eternità.

Entrò in macchina, accese il motore e partì sorridendo al figlio che lo guardava.

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Era sera e Laurain stava sotto la doccia quando sentì dei passi percorrere il corridoio. I muscoli, che prima erano rilassati, divennero rigidi. Mattia non era tornato per pranzo e non aveva lasciato scritto niente perciò poteva anche essersi intrufolato un ladro. Uscì dal box doccia e si asciugò il corpo il più velocemente possibile, prima di infilarsi un vestito poco attillato verde smeraldo, unico indumento che aveva portato con se, a parte le mutande.
Camminò in punta di piedi andando verso la cucina per afferrare un coltello, per difendersi dal presunto ladro e si fermò quando Mattia pronunciò il suo nome.

<<Oh, ciao>> disse Laurain girandosi per guardarlo. Fortunatamente non era ancora entrata in cucina, si rilassò all'istante quando vide Mattia.

Indossava dei jeans neri e una t-shirt che faceva risaltare i suoi capelli e la sua barba marrone. Le mani erano sporche di colore, così come gli anfibi neri. Laurain si guardò le sue di mani. Da giorni erano pulite, le mancava fare il suo lavoro e la sua passione.

<<Come... com'è stato rivedere Daniel?>> Mattia si maledisse per aver chiesto una cosa del genere.

Laurain sorrise facendo un'alzata di spalle:<<Normale... non lo vedevo da ieri, quindi...>>, si maledisse per avergli ricordato di ieri.

I due distolsero lo sguardo per qualche secondo fino a quando Laurain non riprese a parlare:<<Hai lavorato oggi?>>

Mattia si guardò le mani ed annuì:<<Si sa che l'arte è il prodotto del dolore>>

Laurain si sentì sprofondare perciò decise di girarsi per non far vedere il suo dispiacere a Mattia.

<<È vero>> sussurrò infine cominciando ad incamminarsi verso camera sua.

<<Esci?>> chiese Mattia guardando il corpo di Laurain, quella zip dorata che partiva dalla nuca e terminava a metà schiena.

Quest'ultima si voltò di nuovo, quella situazione la stava mettendo in imbarazzo.

<<Si, vado a vedere una mostra, qui vicino>>

Quel pomeriggio, dopo aver cercato invano un appartamento, aveva incontrato un suo vecchio amico. L'aveva invitata alla sua prima esposizione e sperava nella sua presenza per dare un suo parere su quello che ritraeva e come lo faceva.

Mattia annuì:<<La mostra di Emanuel?>>

<<Si, lo conosci?>> chiese Laurain.

<<Si, mi ha invitato. Infatti ero tornato per farmi una doccia ed andare>>

<<Oh>> indietreggiò la donna pensando di non andare più alla mostra.

<<Se vuoi, possiamo andarci insieme>> propose l'uomo.

<<S-si, non c'è problema>> Laurain si voltò ed andò in camera prima di arrossire del tutto davanti a Mattia.

Peggio di così non poteva iniziare la serata.

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Emanuel non era tipo di tante parole, ma quella sera sembrava avere una grandissima voglia di parlare, indossando un completo nero e la cravatta color arcobaleno sembrava un artista al 100%.
Per Laurain e Mattia fu straziante il tragitto per il ritorno a casa. Per tutta la serata si erano lanciati sguardi furtivi, parlando con altre persone o guardando le opere di Emanuel. Erano semplici ma limpidi ritratti di persone di qualsiasi età, colore e rango.

Quando i due entrarono in casa non trovarono le parole per darsi la buonanotte.

<<Dovremmo farne altre di uscite>> disse Mattia.

<<Si>> annuì Laurain, nel buio.

<<A proposito, la tua mostra in tutta Italia?>> chiese Mattia, portando avanti la conversazione.

<<Prosegue, ma senza di me... non me la sento di lasciare Matteo in questo momento>> sussurrò Laurain.

<<Fai bene... prima di tutto il bambino>>

<<Tu adori a Matteo, non è così?!>> sorrise Laurain.

<<Quel bambino è fantastico... a volte lo considero mio figlio>>

<<Ciò che hai appena detto è una cosa strana e nel contempo bellissima>> si avvicinò Laurain silenziosamente.

<<Si?>> la voce di Mattia divenne roca.

<<Si>> Laurain gli accarezzò la nuca, sfiorandogli le labbra.

<<Mi attrai>> sussurrò la donna.

Mattia le diede un bacio a stampo allontanandosi dalle sue labbra per guardarla nel buio. I suoi occhi si stavano abituando alla pochissima luce che filtrava attraverso le tapparelle.
Laurain gli accarezzò la cravatta nera e subito dopo il petto, sfilandogli la giacca grigia che cadde a terra.
I due presero a baciarsi appassionatamente. Fianchi contro fianchi, sospirando e gemendo, toccandosi ovunque fino a quando Mattia non la portò in camera sua prendendola in braccio.
Tirò un calcio alla porta per aprirla e la adagiò sul letto continuando a baciarla. Laurain gli stava sbottonando la camicia levandosi, in simultanea, i tacchi. Non riuscendo a sbottonargli la camicia, la strappò facendo partire i bottoni in varie direzioni. Gli tolse la cravatta e passò alla parte inferiore.
Mattia voleva accarezzarle il corpo senza nessuna barriera a dividerlo dalla pelle morbida di Laurain, così la fece voltare e le abbassò la zip, che aveva guardato per tutto il tempo alla mostra. Si alzò in piedi per sfilarle il vestito e tornò sopra di lei, che stava ancora a pancia in giù, tirandole i capelli e mordendole la nuca e l'incavo del collo.
Laurain gemette inarcando la schiena per via dei brividi che le attraversavano il corpo. Si voltò e terminò di spogliare Mattia. Quest'ultimo le baciò e succhiò i seni già turgidi, ottenendo gemiti come risposta.

<<Domani te ne pentirai?>> le chiese fermandosi.

Laurain lo guardò e scosse la testa.

<<No>>

Mattia sorrise e riprese a baciarle tutto il corpo sfilandole le mutande.

//Laurain

Il nostro amore||D.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora