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<<Matteo!>>

Quando Laurain usava quel tono monocorde significava solo una cosa:
Qualcuno era entrato nella sua zona rossa.

La zona rossa era la stanza dedicata agli sfoghi di Laurain.
Ogni sfogo dava un buon dipinto; un buon dipinto, di conseguenza, dava soldi e fama.
Laurain era contenta di doversi sfogare in quel modo, un po' meno quando si accorgeva che qualcuno subentrava nei suoi momenti intimi.
Era come una coppia che, facendo l'amore, scopre di essere osservata da qualcuno.

<<Si?>> la voce del piccolo Matteo, che di anni ne aveva sette, parve tremolante.

<<Vieni, immediatamente!>> Laurain restò ad osservare le chiazze colorate sparse sul pavimento fatto in parquet.

Anche i muri erano colorati ma lei continuava a guardare il pavimento, i suoi piedi, spogli, che calpestavano la tempera disciolta nell'acqua.
Alzò lo sguardo guardando, fuori dalla finestra, le strade di Milano.
Da quando si era sposata con Daniel aveva desiderato restare a Milano, trovare una casa dove poter vedere un bel paesaggio, anche se urbano, per continuare quel che meglio sapeva fare:
Arte.

Quando sentì i passi del bambino farsi più vicini, incrociò le braccia girandosi, aspettando di trovare la sua figura sulla soglia di quella stanza.
Poco dopo incrociò quei grandi occhi verdi, ereditati dal padre, e quel ciuffo riccio marrone, ereditato dalla madre.

<<Per caso, così... tanto per sapere, sei entrato in questa stanza?>> Laurain alzò le spalle aspettando risposta.

<<Io?... No>>

<<Hmm, non sai proprio mentire, Matteo... Mi spieghi cosa non capisci quando dico non entrate nella mia zona rossa?!>> si alterò Laurain avvicinandosi al figlio.

<<Il fatto che tu abbia sporcato le mura non m importa, quello già lo faccio io! Neanche il fatto che tu abbia sporcato il pavimento. A me da fastidio il fatto che tu non riesca a rispettare le regole, Matteo!>> urlò Laurain.

Il bambino restò a guardarla con l'indice in bocca.
Una cosa che aveva anche ereditato dal padre era la sua insensibilità.
Tutte le volte che cadeva, sbucciandosi un gomito o un ginocchio, non versava una lacrima.
I genitori potevano urlargli tutto il tempo ma lui non si scomponeva.
Lo faceva solo quando li vedeva litigare fra loro, e questo accadeva di rado.

<<Scusa>> disse il piccolo levando il dito dalla bocca.

<<Non lo faccio più>>

<<Questa è la terza volta che lo fai, Matteo!>>

Il campanello risuonò per tutta casa.
Laurain uscì dalla stanza percorrendo il breve tratto che la divideva dalla porta.
La aprì.

<<Ciao, tesoro>> Laurain baciò suo marito.

<<Ciao a te, piedi colorati>> sorrise Daniel sbottonandosi la giacca ed entrando in casa.

<<Ecco, adesso dovrò ripulire anche il salotto!>> la riccia richiuse la porta alle sue spalle.

<<Papà!>> il piccolo Matteo prese la rincorsa saltando addosso a Daniel.

<<Ehi, peperoncino!>> sorrise il padre spettinando il ciuffo a Matteo.

<<Sii meno sorridente, guarda come ha combinato la mia stanza!>> Laurain sottolineò la parola mia.

Daniel posò Matteo a terra e seguì la moglie sfilandosi la giacca.

<<Ti sembra normale? Vado dieci minuti a farmi una doccia ed ecco cosa mi ritrovo!>>

<<Non dovevamo farla insieme la doccia?!>> Daniel stuzzicò sua moglie.

Laurain non poté non sorridere.

<<Deniel non cambiare discorso>> spinse il marito sorridendo.

<<Matteo mi spieghi perché sei entrato quando sai che non puoi?!>> Daniel si piegò raggiungendo l'altezza del figlio.

<<Avevo bisogno dei colori a spirito>>

<<E dato che c'eri hai pensato di dare una schizzata qua e là per la stanza?!>> sorrise il padre.

<<Sono inciampato e, per reggermi al cavalletto, sono caduti i pennelli, le tempere e gli acquerelli. Anche l'acqua da cambiare. Ma ho già detto che non l'avrei più fatto>> Matteo guardò negli occhi Daniel, sembrava sincero.

<<D'accordo, ci conto!>> disse Daniel.

Matteo sorrise andando in camera sua.

<<È la terza volta che lo fa, Daniel>> Laurain rientrò nella sua stanza.

Si sentiva spoglia, come se qualcuno le avesse invaso il suo territorio prosciugandolo orribilmente di tutte le ricchezze che c'erano.

<<E sarà anche l'ultima, perché da domani la chiuderai a chiave>> Daniel l'abbraccio baciandole la fronte.

<<No! Deve resistere alla tentazione, quando crescerà non credo che chiuderanno con il lucchetto le cose che non andrebbero toccate. Deve resistere alla tentazione, punto!>> Laurain circondò il collo di Daniel con le sue braccia.

<<Cioè che tu resisteresti alla tentazione di venire a fare una doccia con me?>> la sfidò Daniel sollevando un sopracciglio.

Laurain si morse il labbro inferiore.
Stavano per darsi un bacio quando la punta del naso di Laurain venne bagnata da una goccia colorata di blu.
I due alzarono gli occhi guardando il soffitto: macchie colorate avevano circondavano anche il soffitto.

Daniel e Laurain si guardarono urlando all'unisono: <<Matteo!>>

//Laura🐼
Ed ecco che sono ritornati!
Non avrei proseguito la storia se non avessi ricevuto commenti e messaggi da parte vostra (anche se non avessi avuto ispirazione).
Spero vi sia piaciuto il primo capitolo.

Il nostro amore||D.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora