108.

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Jimin aprì gli occhi per vedere di fronte a sé il muro dell'infermieria; subito si ricordò della lite e di come Taehyung li aveva sbattuti per terra entrambi, sorrise, che grande uomo era il suo Taehyung, se fosse stato qualcun altro ad intromettersi si sarebbe probabilmente arrabbiato, ma in quel caso sorrise e basta.
Cercò di alzarsi ancora dolorante, in fondo alla parete davanti a sé vide la sua immagine riflessa, era ridotto malissimo, ma pensò che quell'occhio ero gli donava.
Si voltò immaginando che Taehyung fosse seduto accanto al suo letto ma non era così, era deluso, pensava che Tae sarebbe rimasto accanto a lui fino a che non si fosse svegliato, ma se ne era andato prima, poi, facendo spallucce, si alzò da quel letto e se ne tornò a casa.
Non si ricordava di aver tirato un pugno a Taehyung, l'aveva completamente rimosso, si era reso conto di aver perso tutta la sua lucidità in quel momento d'ira magli andava bene così.
Lui non era come Tae e non lo sarebbe mai stato, era cattivo dentro e anche se ci provava a comportarsi bene, a seguire l'esempio di Taehyung non ci riusciva essere cattivo sembrava quasi un obbligo per Jimin, come se ci fosse qualcosa dentro che di lui che lo frenava dal sentirsi bene.
Girò la chiave dentro la serratura e quella schioccò
"TaeTae sono tornato" urlò, ma nessuno gli rispose, si diresse in salotto e il ragazzo era sul divano a guardare la tv, ma non lo stava facendo veramente, stava pensando a Jimin a quello che avrebbe dovuto dirgli, al fatto che era incazzato nero con lui e che Dio, avrebbe tanto voluto odiarlo invece di innamorarsi di lui.
"Ya Tae, perché non rispondi, questo programma è più interessante di me?" disse fermandosi davanti a lui per poi notare il labbro spaccato
"Oh cazzo, che ti è successo? È stato Jackson?" disse inginocchiandosi accanto al divano, Taehyung fece sorriso amaro, non voleva scoppiare, non doveva
"Stai scherzando vero?" Jimin si alzò di scatto in piedi pronto per uscire di casa e andare a cercare Jackson per picchiarlo di nuovo così da fargli capire che Taehyung non lo doveva neanche guardare altroché tirargli un cazzotto
"Dove cazzo stai andando ora?" gli urlò Tae
"A cercare Jackson, io l'ammazzo ti ha spaccato il labbro" il ragazzo abbassò la testa e sorrise di nuovo per poi tornare a guardarlo negli occhi
"Jimin sei stato tu a farmi questo"
Fu di nuovo il buio.

Caro Diario. ~ VMin ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora