||Capitolo 22||Leo

539 37 15
                                    

||Leonardo
Stasera era perfetta e non sapevo il perché la respingessi continuamente, dopo che la bacio me ne pento subito, magari so che tipo sono e la farei soffrire.
Solo che diamine! Lei eccome se mi piace mi manda in tilt il cervello e il cuore inizia a fare capriole.
Sarò anche uno stronzo ma quando mi piace qualcuno, non c'è la faccio proprio, o meglio, da quando mi piace Eleonora non c'è la faccio a contenermi, la voglia di baciarla oggi era troppa, e il mio istinto l'ha ferita.
Stasera quando ho provato a parlarci non mi ha ascoltato, dopo quello che le ho fatto, nemmeno io mi ascolterei.
Stasera era semplicemente...bellissima, la osservavo anche mentre mangiava senza farmi notare. In ogni suo più leggero movimento, dovevo essere vigile.

《Siamo arrivati》annunciò Federico spegnendo il motore della macchina. Le luci strobostopiche (?) E i laser fuoriuscivano dal tetto in vetro molto resistente. Invece dalle porte oscurate non usciva niente se non il forte rumore della musica.
Entrammo pagando il biglietto. C'erano persone dappertutto

"Maddai Leonardo, è una discoteca." Pensai

Mh si giusto, arrivato al bancone ordinai del whisky, con me c'era soltanto Federico, ogni tanto giravo lo sguardo ad Eleonora che ballava con Saul e Bea.

《Ecco a lei》il barista mise davanti alle mie braccia incrociate sul bancone il piccolo bicchierino di whisky con due piccoli cubetti di ghiaccio.
Pensai, io Eleonora non la voglio assolutamente perdere, vorrei ancora sentirla ridere con me, fare uno dei suoi sorrisi che ti fanno sciogliere e assaporare ancora le sue labbra così morbide.
Mi girai verso di lei e sorrisi, buttai giù l'alcolico e mi girai verso Federico che mi aveva richiamato.

《Cosa è successo adesso》chiese mentre iniziava a sorseggiare della vodka.

《Abbiamo litigato, perché l'ho baciata e poi mi sono pentito》ammisi, lui quasi si strozzava con il liquido.

《Perché ti sei pentito?》si ricompose. E parlò in modo molto calmo.

《Perché so che non sono adatto a lei, la farei soffrire...》lasciai sospeso il discorso un attimo ed ordinai un'altro bicchierino di whisky, so che lo riesco a reggere l'alcool.

《E...》mi incitò a continuare bevendo l'ultima goccia del liquido.

《E poi sono pericoloso, la farei soffrire e non voglio》aggiunsi bevendo tutta una volta il bicchierino per poi alzarmi.

《Dove vai?》gridò Federico, gli indicai la porta e lui annuì.

Dovevo riflettere e quale posto migliore e più tranquillo di fuori.
Mi passai una mano fra i capelli, dal giubbotto di pelle estrassi un pacchetto di sigarette, la misi in bocca e l'accesi.
Ogni respiro che facevo sospiravo, perché mi incasina i pensieri?
Finita la sigaretta mi avvicinai all'albero e sedetti ai piedi, ero rivolto verso la luna.
Troppi pensieri e troppa ansia.
Presi un'altra sigaretta e l'accesi.
Mentre osservavo la luna dei rumori di tacchi si facevano sempre più vicini.
Era lei.
Si sedette accanto a me.

《Perché fumi?》chiese innocentemente, dio mio se amavo la sua voce.

《Sono nervoso》risposi buttando il fumo fuori e passandomi una mano fra i capelli.

《E perché lo sei?》domandò ancora innocente e la voglia di saltarle addosso saliva.

《Fatti miei》spensi la sigaretta e mi girai verso di lei. La guardai negli occhi. Luccicavano come la luna.

Non riuscivo a dire quello che le volevo confessare, ovvero che lei mi piaceva, ma un nome non me lo permetteva, non mi permetteva di essere felice.

《Sai, il mio essere "stronzo" è una conseguenza》confessai a lei, che subito rispose.

《Conseguenza di che?》mi chiese dolcemente.

《Lunga la storia》mi limitai a dire.

《Ho tempo》fece un mezzo sorriso incitandomi ad iniziare il discorso.

《Vedi...prima, molto tempo fa avevo una cugina, se così si potesse definire, mi innamorai tanto di lei. Solo che...non mi disse tutto di lei...ebbene eravamo ad una festa, una di quelle feste nelle case enormi, con ubriachi e cose varie. Mi si frantumò il cuore a vederla che stava fumando una canna, ma l'accettai, lei disse che era ubriaca, portò anche me a provarci, ma fu orrendo e quindi non lo provai più, ma lei continuava e lo capivo, nonostante mentisse. A scuola, un giorno stavo girando così, la vidi con un'altro ragazzo a baciarsi con una sigaretta in mano e accettai anche quello, cercai di farla smettere ma mi mandò a quel paese. Fummo ad un'altra festa e...si infiltrarono dei poliziotti sgamando tutte le persone che facevano uso di sostanze. Fra di loro c'era anche la mia ragazza, lei si chiamava Martina. Riuscì a scappare e non si è mai più fatta sentire, non ho notizie di nessuno dalla parte di mia madre, non si sa nemmeno se sia andata in carcere, fatto sta che non so più come si ama, mi manca talmente tanto》confessai il mio passato, ogni volta era una tortura nominare il suo nome oppure parlarne. Nessuno la può nominare, mi manca come l'aria.

《Aveva dei lunghi capelli castani e molte meches bionde, schiarite dal sole》ricordai come si presentò e mi disse anche che non se li era mai tinti ma al mare si sono schiariti. Ridacchiai mentalmente, feci una piccola pausa e presi un'altra sigaretta. Dopo ripresi la sua descrizione.

《Aveva degli occhi verdi, molto vispi, era vivace, allegra, molto dolce e coraggiosa. Era magra ed alta, scherzava sempre con me, mi sentivo felice anche appena faceva un mezzo sorriso. Con lei mi sentivo...libero e felice, mi divertivo con lei, credo significhi, questo, amare》finii il discorso strofinando la sigaretta ormai finita sui mattoni per poi buttarla.

《Sai, mi ricordi molto lei》glielo confessai, girandomi di poco.

《Ma non assomiglio per nulla a lei》mi mandò un occhiata confusa.

《Di carattere, e poi ti ci vedo.》sorrisi, ma poi quel sorriso si spense e tornò ad essere un labbro normale.

《Ma tu quindi...mi ami?》mormorò lei.
L'indecisione regna sovrana su di me.

《No》ammisi.

《La sai la mia intenzione, ti porterei solo a letto》la vidi girarsi, mandò velocemente un occhiata verso di me, e si alzò furibonda.

《Sei un fottuto stronzo!》rimasi impassibile, dai suoi occhi uscivano lacrime su lacrime e le sue guance erano sempre più arrossate.

Appena se ne andò di nuovo nella discoteca rimasi solo sotto l'ombra dell'albero e la luna riflessa negli occhi.
Dopo che guardai la luna mi misi le mani nei capelli e la faccia fra le gambe, aveva ragione, ero uno stronzo, solo per un fottuto nome che mi sta rovinando.
Sono diventato stronzo. Per tutti.
Ma lei, lei, nonostante mi abbia rovinato con la sua risata allegra e i suoi occhi verdi impressi nella mente, le devo tutto l'amore possibile, vorrei che tornasse da me, fra le mie braccia.
Ma ciò, è impossibile.

Ora devo solo pensare a una cosa, sistemare le cose con Eleonora sono la mia priorità. L'ho ferita, e credo che l'ho persa.

Come posso rimediare?

My space
Allourrr, oggi avevo particolarmente voglia di scrivere e quindi ne è uscito questooo.
This is a capitolo speciale perché è dal punto di vista di Leo, credo che c'è ne saranno solo altri due di capitoli dal punto di vista di leo.
Spero che lascerete un bel commento e anche un stellina! Se ci spolliciate su è meglio😂
Anyway al prossimo chapterrrrr.

-Th🌚

The brother of my best friend (#wattys2018)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora