21.Un luogo segreto

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Zende's Pov

Siamo in macchina da diversi minuti e sia io che lei non sappiamo cosa dire.
Stanchi e delusi dai nostri amici, continuiamo a guardare la strada davanti a noi.
E adesso dove la porto? Penso fra me e me e nello stesso istante sgrano parla.
«Dove andiamo?» Domanda con lo sguardo perso fuori dal finestrino.
«Ti riporto a casa» Dico improvvisando non volendolo fare veramente. Non voglio vedere Harrison, Eve o... insomma non voglio vedere nessuno di loro!
«No» Sussurra «Ti prego, non ho voglia di ritornare a casa dalle persone che mi hanno mentito per tutto questo tempo».
«Dove dovrei portarti?» Fermo l'auto in un parcheggio e rimango a fissarla.
Lei scuote la testa. «Non lo so, ma non a casa mia».
Sharon porta le mani sulle sue gambe iniziando a sfregarle per il freddo. Aziono l'aria calda. «Ho bisogno di pensare e di certo, una casa affollata non mi può essere d'aiuto».
«Penso che anch'io non dormirò a casa questa sera» ammetto poggiando il capo sull'appoggiatesta.
«Potremmo andare in un hotel, ma non ho soldi» Propone, per poi pentirsi subito dell'idea sembrandole indecente come idea.
Sorrido senza farmi vedere da lei, poi, rifletto.
A un certo punto penso che non abbiamo bisogno di un hotel o di casa nostra, io so dove andare! Accendo l'auto e partendo sicuro mi avvio verso l'unica direzione che mi passa per la testa.
«Zende, dove mi stai portando?» Chiede la ragazza alzando il tono della voce. «Ti prego, non dirmi che mi stai portando a casa del tuo amico. Sai benissimo che quella casetta intorno al bosco mi fa un po' paura e poi, non ho intenso di perdermi di nuovo».
Sorrido, ricordando quando l'ho "rapita" per qualche oretta portandola con me in quella casa.
«No, ho qualcosa di meglio per noi questa sera» Le lancio uno sguardo che lei però non accoglie bene, per questo, mi guarda impaurita.
La mia auto si ferma in un quartiere poco distante dal centro di Londra. Una lunga via di palazzetti che decorano la zona e che frequento ogni volta che non ho voglia di sentire noie.
Scendo dall'auto e chiudo lo sportello dietro di me. La ragazza rimane in macchina osservando ogni mio movimento.
«Vuoi passare la notte qui dentro?» Le chiedo e lei insicura scende per poi raggiungermi.
Chiudo l'auto e con lei, mi avvio al portone.
Con la mano destra cerco nella tasca la chiave e quando la inserisco nella toppa, faccio passare prima lei.

Sharon guarda ogni angolo dell'ambiente.
Come al solito l'ascensore non funziona e così, siamo co- stretti a prendere le scale.
«Non sei molto agile!» La prendo in giro per poi lanciarle uno sguardo. Siamo solo al secondo piano e lei è già col fiato corto. Mi volto verso di lei e scendo i pochi scalini che ci separano, la prendo di peso portandola in braccio.
«Zende, mettimi giù!» Si lamenta ma io faccio finta di non ascoltarla.
Mancano solo tre piani e io non vedo l'ora di arrivare al quinto.
Quando i piedi della ragazza toccano di nuovo terra, Sharon abbassa lo sguardo imbarazzata. Vorrei continuare a penderla in giro, ma evito, è già abbastanza triste per quello che è successo e io non voglio litigare con lei, almeno non stasera.
Riprendo il mazzo di chiavi che avevo riposato dentro la mia tasca e apro la porta di casa. Entro e aspetto che lo faccia anche lei.
«Preferisci entrare o dormire fuori? Saresti carina come cane da guardia!» La stuzzico e lei sospirando mi segue dentro.
Chiudo la porta dietro di noi e accendendo la luce, butto il mio giubbotto sul divano rosso.
«Dove siamo?» Chiede, facendo qualche in avanti.
«A casa mia» Dico con naturalezza.
«Non capisco...». Ammette. «Tu non abiti con Eveline?».
Domanda e io annuisco.
«Sì, ma non sempre. Ho comprato questa casa per quando non ho voglia di vedere o sentire nessuno».
«E non pensi che Harrison o Eveline possano trovarci?» domanda e nel frattempo sfiora con la mano la libreria che si trova nella parete di sinistra.
«Nessuno conosce questo posto, quindi tranquilla Stevens, siamo al sicuro qui» Ammetto per poi andare dritto, fino alla cucina. Sharon mi segue mentre io apro il frigo per notare ancora una volta che ho dimenticato di fare la spesa. Lo richiudo per poi prendere semplicemente una lattina di birra.
«Beh proprio nessuno no, adesso io ne sono al corrente!». Sorride appena per poi sedersi su uno degli sgabelli di legno che circondano l'isola della cucina.
Le lancio uno sguardo per poi sedermi di fronte. «Non parlare con nessuno di questa casa. Non ho voglia di avere noie qui! Amo starmene in solitudine e questo posto è perfetto!» Le spiego portandomi alle labbra la lattina.
Sharon annuisce ed io soddisfatto abbasso lo sguardo per poi notare un piccolo graffio sulla mia mano.
La ragazza si alza per venire verso di me e io la guardo con sospetto quando prende la mia mano. «Che fai?» Le chiedo ritraendomi.
«Ti sei fatto male per spingere quel ragazzo, hai bisogno di disinfettarla».
«Cosa? Tutta questa storia per un piccolo graffietto?» La prendo in giro. Se vedeva le mie mani mesi fa, quando ritornavo a casa da uno dei miei tanti litigi, beh avrebbe chiamato l'intero ospedale per soccorrermi.
Sharon si allontana da me per uscire dalla cucina, la seguo.

Il migliore amico di mio fratello - Zayn Malik [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora