Zende's Pov
Harrison sta cercando in tutti i modi di mettermi il bastone tra le ruote. Alla festa di compleanno di suo padre ha invitato anche Andy.
Il ragazzo sembra essere abbastanza adorato dai signori Stevens e grazie all'aiuto di Harrison, sta cercando in tutti i modi di avvicinarsi a Sharon. Ne approfitta adesso che non posso fare o dire nulla. A meno che io non voglia mettermi in cattiva luce davanti ai genitori della mia ragazza.
Il signor George sorride ogni volta che Andy lo lusinga o parla dei vecchi tempi passati con i loro figli e la madre sembra volergli bene come a un figlio. Su questo piano, non ho scampo.
A un certo punto, proprio nel momento in cui sto quasi per alzarmi e andare in bagno per rinfrescarmi un po', il signor George mi rivolge parola.
«Dimmi Zende, anche tu come Harrison e Andy vivi da solo o vivi ancora con i tuoi genitori? Non che questo sia un male, attenzione. Io pagherei per condividere questa casa ancora con entrambi i miei figli!».
«Papà... no» Sharon lo interrompe ma io scuoto la testa.
«Tranquilla, va bene così» cerco di tranquillizzarla. A quanto pare io non sono mai stato così abbastanza "importante" per Harrison da permettergli di raccontargli, ai suoi genitori, della mia storia... della mia famiglia.
«Non devi farlo per forza, Zende. Non parlarne se non te la senti» Sharon è in imbarazzo ma io le accenno un sorriso.
È dolce come cerca di "proteggermi".
«Anche io come loro due vivo da solo... o meglio con mia sorella minore. I miei... vede signor Stevens... anche io pagherei per poter ancora condividere casa con i miei genitori ma purtroppo non basterebbe nemmeno tutto l'oro del mondo per farlo».
Noto nei loro sguardi confusione, così continuo a spiegare.«Mia madre e mio padre sono morti in un incidente stradale diversi anni fa».
Non riuscendo a reggere lo sguardo di nessuno dei presenti, fingo indifferenza afferrando il bicchiere davanti a me e bevendo qualche sorso di vino.
È sempre così che va a finire e io non voglio la compassione di nessuno.
«Figliolo... ti prego di perdonarmi. Sia io che mia moglie non sapevo nulla. Ti chiedo scusa».
«Non è colpa sua, non poteva saperlo. Non deve scusarsi signor Stevens».
L'uomo stringe la mano della moglie che di rimando mi sorride. «Ho avuto modo di osservarti oggi e penso che tu sia davvero un ragazzo molto forte» continua Anna Stevens.
«Lo è» conferma Sharon per poi afferrare la mia mano da sopra il tavolo. La guardo. Non ha paura di far vedere questo gesto di affetto nei miei confronti ai suoi genitori.
Aspetto che la conversazione si sposti su un altro argomento e scusandomi mi allontano per andare un attimo in bagno. Ho bisogno di stare da solo per qualche minuto.
Li osservo da lontano. Andy sembra far parte della famiglia.
Sembrano felici.
L'indomani mattina decido di afferrare tutta la mia roba e andare in un albergo.
Prima di uscire da casa, mi soffermo a parlare ancora un po' con i signori Stevens. Li ringrazio per l'ospitalità e salutandoli vado via.
La mia sicurezza crolla quando volto l'angolo. Non so da che parte andare ma non avrei potuto passare un solo minuto in più in quella casa. Non con Harrison che mi fa sentire sbagliato.
Sono già passate due ore da quando ho lasciato casa Stevens, due ore in cui Sharon cerca di mettersi in contatto con me. So che non è sua la colpa del mio malessere ma in questo momento non riesco a parlare.
Questa mattina, sono andato via senza nemmeno salutarla e non perché fossi arrabbiato con lei ma per il semplice fatto che vederla e non poterla nemmeno sfiorare mi fa dannatamente male.
Nel pomeriggio, all'ennesima chiamata di Sharon, decido di rispondere.
«Zende... ho provato a chiamarti per tutta la mattina. Si può sapere dove diavolo sei?».
«Io... non lo so. La verità è che non ne ho la più pallida idea».
«Allora prova a descrivermi cosa vedi attorno a te... c'è una pizza? Una statua che possa aiutarmi a capire dove ti trovi?».
Cerco di essere il più preciso possibile descrivendo ciò che vedo e così... circa quaranta minuti dopo, Sharon arriva quasi correndo.
«Sei scemo?» Mi urla spingendomi.
«Perché?» Le chiedo.
«Perché all'inizio pensavo te ne fossi andato via... che fossi tornato a Londra senza dirmi nulla!».
«Non avrei mai potuto farlo!».
«Lo so ma... non farlo mai più okay? Mai più!».Non le rispondo, l'abbraccio solo.
«Portami sempre con te, ovunque tu vada» le sento dire.
Sorrido tra i suoi capelli non volendo andare da nessun'altra parte se non, d'ovunque con lei.
«Mi dispiace per tutto quello che Harrison ti sta facendo passare...ma te lo posso assicurare, lui ti vuole bene. Non è una cattiva persona e solo che non riesce a gestire questa cosa di noi».
«Lo so...» ammetto. «Ma non voglio che tu litighi con lui a causa mia».
«Non devi preoccuparti per me, dico sul serio. Quella testa dura di mio fratello capirà».
«Ma nel frattempo?» Le chiedo. «Nel non voglio che a causa mia tu e lui vi allontaniate».
«Non accadrà Zende e poi...detto sinceramente io litigherei con il mondo per te».
«Io... io non sarò mai il ragazzo che i tuoi genitori o tuo fratello vorrebbero per te, lo capisci?».
«Non sono loro che devono decidere».
«Sì ma...»
«Ti amo Zende, non so cosa succederà o come andrà a finire ma so solo che ti amo».
Improvvisamente non capisco più niente.
So solo che ritrovo la forza per andare avanti.
Per lottare per lei, per noi.
«Ti amo» le dico sorprendendo anche me stesso. «Ti amo» ripeto perché è quasi una liberazione dirlo a voce alta.
Non ho mai provato un sentimento del genere prima d'ora. Con Sharon, il mio cuore torna a vivere.
Io torno a respirare.•Spazio Autrice•
Lo so, starete pensando "mamma mia quanto sono dolci questi due" ma... godetevi questi momenti miei cari lettori, perché i poveri Zende ne passeranno davvero tante! 🤭
Vabbè fate finta che io non vi abbia detto nulla. Ok? Vi voglio bene! Ricordatevelo quando leggerete i prossimi capitoli! 😂Vi aspetto sui miei altri profilo social!
Vi mando un abbraccioLu♥️
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Il migliore amico di mio fratello - Zayn Malik [COMPLETA]
Fanfiction🔥[IN TUTTE LE LIBRERIE E STORE ONLINE]🩷📚 Sharon vive a Verona coi genitori e sta per cominciare l'ultimo anno di Liceo. Suo fratello maggiore Harrison, già da molto tempo si è trasferito a Londra, bramoso d'indipendenza, e lì gestisce un negozio...