Twelve

657 54 33
                                    

Canzone del capitolo: We don't talk anymore, Charlie Put ft. Selena Gomez

Sette mesi dopo.

Mi guardo nel riflesso dello specchio attaccato alla parete di camera mia.
L'abito color blu notte che indosso risalta le mie curve perfettamente, almeno così Manuel mi ha detto.

Oggi dovrebbe essere un giorno speciale per tutti, ma per me no, un matrimonio non può essere speciale, quando la persona che ami, non si sta per sposare con te.

Sono questi i pensieri che mi rimbombano nella testa e mi chiedo se un giorno supererò tutto ciò.

Prendo le chiavi nere -appoggiate al tavolo della cucina-del mio Mercedes e ci giocherello due minuti, giusto per mettere i miei pensieri a tacere.

Mi alzo e seduta sul divano in pelle mi infilo le scarpe che oggi mi accompagneranno in una delle giornate più brutte della mia vita.

Di essere tornata a lavorare là se n'è parlato soltanto due giorni fa e la cosa mi ha fatto ridere, con piena amarezza.
La società ha tagliato i fondi per il personale e le cose stanno andando a rotoli, nessun ragazzo della squadra ha più avuto a che fare con aziende pubblicitarie o marche da sponsorizzare e la cosa mi dispiace, perché hanno preso grandi opportunità.
Non vorrei essere modesta, ma quello era il mio settore e da quando mi hanno cacciata via, la mia mancanza si è fatta sentire, pensate che i profili social non vengono aggiornati da sette mesi, dal tempo in cui io sono andata via.

Mentre sono seduta sul divano noto la maglia di Julian lasciata a terra, alla rinfusa, quando ieri sera ci siamo fatti travolgere della passione.

E allora vi starete chiedendo, chi è il mio grande amore che oggi si sposa, se ieri sera io e Julian abbiamo fatto l'amore  esattamente su questo divano?

Per rispondere a questa domanda bisogna fare un salto nel passato, andare agli inizi di questa storia malsana.

4 mesi prima

Il suono della porta di legno sbattuta incessantemente si diffuse in tutto il salone, dove all'ora  mi trovavo.
"Fammi entrare" disse una voce, quella voce che in quei tre mesi mi era mancata così tanto.
Eccome se ti faccio entrare.
Corsi ad aprire la porta, i nostri occhi si scontrarono interminabilmente e non potei far a meno di lasciar la mia bocca schiudersi in un ampio sorriso.
"Cazzo Charlotte, mi sono fatto da qua allo stadio a piedi, con sta pioggia di merda, mi sei mancata, ti amo"
Disse tutto così infretta, senza che io avessi avuto il tempo di prendere tutto sul sul serio.
Nemmeno mi avesse letto nel pensiero e continuò dicendo ", hai capito bene, io ti amo Charlotte, ti amo da impazzire, dal primo giorno" disse con le lacrime agli occhi.
"E Linda? State per sposarvi" la notizia a suo tempo mi aveva devastata.
"Quattro mesi per l'esattezza, ma io amo te Charlotte, ti prego, amami, io ho bisogno del tuo amore"
Quelle sue parole mi fecero dimenticare tutto, presi il suo volto fra le mie mani e lo iniziai a baciare.
Chiuse la porta che era stata l'unica protagonista di questa sua rivelazione d'amore e dopo avermi presa in braccio iniziò a baciarmi focosamente, le sue labbra sulle mie le sognavo ogni notte, ma mai avrei pensato che i miei sogni avrebbero preso forma e realtà.
Iniziò a scendere giù, su tutto il collo, a lasciarmi segni suoi, di appartenenza ed io non potevo fare altro che bearmi di quel paradiso in cui stavo vivendo.
Quella notte, sotto una gelida pioggia che si infrangeva sopra di noi, ci amammo.
Come la prima volta, ma senza ballare.

Pensavo di saperti amare/Julian Draxler  [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora