Fourteen

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Canzone del capitolo: Dont let me down The chainsmokers ft. Daya

Alla fine non ho saputo dire di no, non che mi dispiaccia stare qua e mi ritrovo dietro a Julian che in modo buffo sta cercando di aprire casa.

Quando finalmente riesce nell'intento, entriamo nella sua enorme casa.

Esteticamente è perfetta, il colore bianco domina su tutti i mobili, in perfetta coordinanza con il medesimo colore delle pareti, ma la cosa che preferisco è l'odore.

Si respira odore di lui da tutte le parti, solo ampliato.
Linda non mette profumi e quindi si sente solo il suo, il profumo che mi fa sentire a casa.

"A cosa pensi amore?" mi chiede Julia, dato che mi sono imbambolata sulla porta di casa.
"A nulla" mento, ma il sorriso che nasce sul suo viso mi fa capire che lo sa pure lui che sto mentendo.
"Ora mai ti conosco, dimmi la verità"
"Stavo pensando a te, che hai il profumo di casa" dico senza guidarlo negli occhi, non reggerei il contatto.
Con la coda dell'occhio lo vedo smettere di trafficare, sorridere e venirmi ad abbracciare da dietro.

Le sue braccia mi stringono forte, lo fa quando vuole dire ad una persona che quel determinato gesto che ha fatto per lui è importante, perché con le parole un po scarseggia.
Le mie mani sono poggiate sul suo braccio e starei così a vita.

"Amor mangiamo?" mi chiede Julia, che sicuramente avrà fame.
Quando sta con me sgarra sempre, mangia pizza, kebab, cinese, sushi e schifezze varie, quando non dovrebbe, la famosa dieta dei calciatori.
Ma alla fine non ingrassa per nulla e nessuno lo viene a sapere.
Annuisco e lo vedo andare in cucina, ama cucinare ed io lo lascio fare.

Un quarto d'ora dopo, sento buonissimo profumo invadermi le narici e il mio stomaco inizia a brontolare, così decido di andare ad sondare il terreno.

Quando entro in cucina la visione che mi si para davanti agli occhi è paradisiaca.
Julian è concentrato a cucinare la pasta, con la lingua fra i denti e i capelli tutti scompigliati ed io non riesco a fare a meno di pensare che sia l'ottava meraviglia del mondo.

Ancora con il sorriso sulle labbra, in punta di piedi lo raggiungo e gli chiedo cosa sta cucinando.
"I tagliolini ai gamberetti e zucchine" mi dice con un'espressione piena di fierezza ed io non posso far a meno che ridere, è il nostro piatto preferito.

Inizio ad apparecchiare, perché ora che ho saputo che ci sarà il mio piatto preferito non vedo l'ora di mangiare.
Metto la tovaglia, i piatti, le posate ed i bicchieri in tempo zero e Julian si congratula ironicamente con me per la velocità.

Quando finalmente la cena è pronta è passato un altro quarto d'ora.

Julian mi sta per mettere la pasta nel piatto, ma si ferma.
Scoppio in un sonoro sbuffo che lo fa sorridere con astuzzia.
"Come si dice?"
"Grazie papà" lo prendo in giro.
"Oh no, io voglio un grazie materiale" dice chiudendo gli occhi e mettendo le labbrucce a cuoricino.
Nonostante io abbia un'infinita voglia di baciarlo decido di torturato un pochino.
Noto che sta tenendo gli occhi chiusi, gli dico di aspettare e infilo un gamberetto nella sua bocca.
Inutile dire che la sua faccia mi fa ridere tantissimo e lui per vendetta inizia a rincorrermi per la casa.

Alla fine vince lui, come al solito, ed ora mi sta facendo il solletico, solo una cosa non sopporto ed è quella.
Devo imparare anch'io a correre veloci come loro, altrimenti tra Marco e Julian ci rimetto sempre io.
Sto ridendo come una bisbetica e mi sto dimenando sul pavimento.
"Che bestiolina selvatica che sei" scoppia a ridere Julian per la mia reazione alla sua tortura.
Io faccio la finta offesa e alzo la testa per baciarlo, per scappare dal famigerato solletico.
"Per colpa tua la pasta si è raffreddata ed ora la mangiamo sul divano!" dico decisa.

Pensavo di saperti amare/Julian Draxler  [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora