CAPITOLO 40

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Arriviamo alla casa che Piotr ha messo in vendita. Entriamo per vedere in che condizioni è messa prima di farla vedere agli acquirenti.
Tutte le serrande sono chiuse ed è tutto buio, non riesco a vedere niente; tant'è che inciampo anche ad uno scalino.  Piotr mi aiuta ad alzarmi e apre le tapparelle. Ora ci vedo e vedo lo scalino che mi ha fatto cadere.
Il pavimento è in pietra marroncina e non è arredata, il colore delle pareti riprende un pò quello del pavimento. Le porte sono a scomparsa, amo le porte così, soprattutto perché non sbattono, ho brutti ricordi con le porte che sbattono, uno è di quando ero bambina, e mio padre non lavorava, c'era vento e le finestre erano aperte, così come le porte. Ad un certo punto, il vento soffiò fortissimo e la porta della mia cameretta, che era in vetro, si ruppe sbattendo. Papà si arrabbiò molto, accusandomi di essere stata io a farla rompere con la palla, così mi diede uno schiaffo, talmente forte, che se ci ripenso ora, mi fa ancora male la guancia, urlando che la casa non era nostra e che l'avrebbe dovuta ripagare lui, e che non aveva i soldi per farlo.
Bando alle ciance, mi avvicino al balcone ed esco fuori. È alto, è al decimo di dodici piani, sul balcone ci sono varie piante e fiori. La ringhiera è in ferro, mentre la parte inferiore è di vetro. Sotto c'è il giardino che confina il condominio. È molto ben curato e ci sono molte palme. C'è anche un campetto per giocare a calcio, ora ci sono dei bambini, uno segna in questo preciso istante, urlando una cosa in polacco, credo, e scivolando dall'altra parte.
Poco dopo mi raggiunge Piotr.
<Ti piace qui?> Mi chiede appoggiandosi alla ringhiera.
<Si, è bellissima>
<Speriamo la vedo subito>
<Perché tu non abiti qui?>
<Ci abitavo, una volta,  con la mia ex fidanzata, poi ci siamo lasciati e sono andato ad abitare da un'altra parte perché questa la occupava lei. La casa però è mia e lei ci abitava con il suo nuovo ragazzo. Le bollette ,però, arrivavano a me, e credimi, erano altissime. Così un giorno sono venuto qui e gli ho detto che doveva pagare tutto e poi andarsene, stranamente l'ha fatto, non l'ho più rivista>
<Ah, da quanto stavate insieme?>
<Circa un anno, mi ha lasciato dicendomi che si era stancata e che non mi amava più>
<Stronza, però in tanto la casa se l'è tenuta>
<Lascia perdere, tanto ora è tutto risolto, penso sia in Germania con quello, sempre se ha resistito a stare con lei>
<Come si chiama?>
<Laura>
<Ah, ci sei stato male quando ti ha lasciato?>
<Diciamo, però era una cosa insopportabile> Mi dice ridendo un pochino.
<Perché?> Io invece non rido, non lo faccio da tanto, troppo oramai.
<Quella era attaccata solamente ai soldi, ogni sabato andavamo ad un negozio diverso, e ci rimettevo sempre trecento euro come minimo, poi se mi volevo comprare qualcosa io, cominciava con la cantilena che spendevo troppo>
<Oddio, io non avrei resisto, l'avrei lasciata lì, con un suoi vestiti che voleva comprare con lei, dicendole che se li voleva se li pagava lei>
<Stavo per farlo una volta, ma lei, da figlia di papà mi ricattava sempre, anche con delle cose che non erano proprio vere>
<Felice per te che sia finita>
<Già> Mentre parliamo sento una fitta fortissima alla pancia, e quasi urlo dal dolore.  È veramente lancinante.
<Ceci??!!> Mi chiede preoccupato Piotr.
<Nulla, mi fa male la panc... AHIA> Le fitte continuano.
<Vieni, andiamo dal pronto soccorso, fa molto male?> Mi da una mano ad alzarmi, visto che mi ero accasciata a terra.
<No ora pass... AH>  Con una mano mi rengo la pancia e con l'altra mi massaggio la tempia>
<Andiamo dal pronto soccorso, ti daranno qualcosa per il dolore>
<Va bene, andiamo> E usciamo di casa.
Arrivano al pronto soccorso dopo un'altra decina di fittte, ancora più forti. Fortunatamente non c'è nessuno e ci fanno entrare subito.
I dottori capiscono e parlano un pò l'italiano, quindi, un pò io e un pò Piotr gli spieghiamo cosa succede. Capiscono tutto e mi fanno un'ecografia.
Dopo una mezz'oretta usciamo dal pronto soccorso. Ci hanno detto che arriveranno i risultati precisi a casa tra circa tre giorni, intanto mi hanno detto che è normale che senta questi dolori.
Torniamo alla casa in vendita e richiudiamo tutto. Poi andiamo a cena.

















HEYYY,
ALLORA, VORREI PRECISE UNA COSA.
NON HO NULLA CONTRO KAT O LAURA, O ALTRE FIDANZATE REALI DEI GIOCATORI CITATI, È SOLO PER ESSERE COERENTE UN PÒ CON LA RELTÀ... COMUNQUE,  IL PROSSIMO CAPITOLO SARÀ UNA CHALLENG CHE FARÒ ADESSO, DOMANI FARÒ IL CAPITOLO VERO E PROPRIO.

&quot;Si ritorna sempre dove si è stati bene.&quot;//Dries Mertens♥ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora