CAPITOLO 2

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Oggi la professoressa ha ridato i compiti di matematica, io già sapevo il voto tanto, ovviamente 4. Non sono mai riuscita a prendere la sufficienza in matematica da quando sono al liceo. Un ottimo inizio di giornata direi. Oggi devo vedermi con Paulo, non ne ho la minima voglia, tanto so come andrà a finire. Mi sento stranissima da una settimana, non riesco a mangiare nulla senza vomitare e sento spesso delle fitte dolorossissime alla pancia. A mia mamma non ho detto nulla sennò chi sa cosa si va a pensare, anche se qualche dubbio c'è l'ho anche io... Ma no che dico, è impossibile, anche se... Per togliermi ogni dubbio andrò a comprare un test. A Paulo non l'ho detto ancora, voglio esserne certa prima di dirglielo.
Un'ora dopo.
Sono passata in farmacia a prendere un test. Ce l'ho tra le mani, ho fatto tutto il procedimento ma non ho coraggio a guardarlo, mi faccio coraggio e sposto il dito sullo schermetto, apro gli occhi. Due lineette, sono incinta di 2 settimane.
Il primo a cui lo dirò sarà per forza Paulo, non so come la prenderà, ma penso abbastanza bene, è vero che non è un bellissimo periodo per noi ma potrebbe essere una svolta, potrebbe capire la responsabilità che deve avere e mettere a posto le cosa fra di noi. Voglio essere felice e sono sicura che questo bambino aiuterà a riessere la coppia che eravamo, magari uscendo anche visto che ora la cosa è seria, lo diremo a mia mamma che sicuramente capirà, certo a primo impatto non sarà facile, ma si abituerà. Si ne sono sicura.
Un'ora dopo
Sto andando da Paulo.
<Ciao> Mi accoglie freddo.
<Hey devo dirti una cosa> Lo bacio ma non risponde ed è assente.
<No prima io>
<Dimmi>
<È ora di dire basta> Dice deciso.
<Come scusa?> Una lacrima mi comincia a scendere giù dagli occhi.
<Hai capito, basta> Alza la voce
Prendo un lungo respiro.
<Sono incinta> Dico a bassa voce con le lacrime che continuano a scendere.
<Ma che cazzo dici?!> Strilla.
<Sono incinta di due settimane, sta mattina ho fatto il test> Sta volta dico decisa.
<Mi dispiace ma non posso aiutarti> Con voce convinta e senza vergogna e senza un minimo di rispetto per me, anzi per noi.
<Eh!?? In che senso non puoi aiutarmi, Paulo è tuo figlio, c'eri anche tu mica solo io?>
<Si ma no>
<No che cosa? Paulo è tuo figlio>
<Non mi interessa, sono cazzi tuoi ora, io domani parto per Buenos Aires e ci rimarrò, quindi arrangiati da sola e vattene a fare in culo ora, lasciami in pace>
<Ma...> Non mi lascia finire di parlare che mi urla contro.
<Ho detto che mi devi lasciare in pace> Urla e mi trascina per il braccio fuori dalla porta.
<Vaffanculo> Gli urlo contro in lacrime.
<Sci cià> Risponde con sciaguratezza.
Mi cade il mondo addosso, non riesco a respirare per le lacrime. Voglio solo morire ora.

&quot;Si ritorna sempre dove si è stati bene.&quot;//Dries Mertens♥ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora