Capitolo 17.

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L'espressione di Gally mutò mentre pronunciavo quelle pesanti parole. Il volto del ragazzo si fece pallido e spento, quasi come se avesse visto la morte davanti ai suoi occhi; la sua bocca si socchiuse leggermente e ci fu un momento, un breve istante, in cui il ragazzo perse il suo autocontrollo e lasciò che la paura gli facesse tremare le labbra; i suoi occhi fissi sulla mia bocca, quasi increduli di ciò che gli avevo appena detto, in cerca di spiegazioni ulteriori da parte mia; le sue guance precedentemente rosse per via della corsa, persero tutto il colore, diventando di un bianco glaciale, privo di vita.

"Non... Non può essere." mormorò con la sua solita voce profonda, ma questa volta con una nuova sfumatura. Sapevo che non fosse semplice paura... C'era anche dell'altro, eppure non riuscivo a capire cosa.
"I-Io..." presi un profondo respiro. Non era il momento adatto per farsi prendere dal panico. La vita di tutti – in particolare quella dei bambini – dipendeva da noi e dal modo in cui decidevamo di giocare le nostre carte. Eravamo in vantaggio, questo era vero: nessuno sapeva dove fossimo e se eravamo ancora più fortunati la W.I.C.K.E.D. non aveva nemmeno notato la nostra assenza.

Dovevamo solo riuscire a sfruttare questo a nostro favore, agire in modo silenzioso, senza farci notare e poi attaccare a sorpresa. La cosa negativa era che non sapevamo quanti fossero, ma in ogni caso non saremmo riusciti a batterli tutti con combattimenti corpo a corpo. Dovevamo impedirgli di portare via i bambini, ma come...
Un'idea balzò nella mia mente. "Distruggiamo le loro Berghe." proposi.
"Già, come?" domandò frustrato lui. "Io propongo di trattenerli fino a che riusciamo. Dobbiamo arrivare alla mente di tutto. Se riusciamo a prendere il capo dell'operazione e lo minacciamo forse potremmo avere abbastanza tempo per liberare gli altri e cacciarli."

Mi morsi il labbro. In effetti non avevo la minima idea di come funzionassero le Berghe e in ogni caso non sarei riuscita a sabotarne una da sola, anche con l'aiuto delle mie frecce. Il piano di Gally era molto più rischioso, ma allo stesso tempo fattibile. 
"Okay." accettai annuendo preoccupata. "Tu uccidi la guardia di controllo e io vado a prendere il capo."
Gally sgranò gli occhi. "No, diamine." replicò. "Restiamo insieme."

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, poi però decisi che avevamo perso fin troppo tempo a discutere e che la guardia doveva aver ormai finito il suo giro esterno delle case. Ordinai a Gally di muoversi fino alla prima casa e di acquattarsi accanto alla parete di essa, rimanendo nascosto dietro l'angolo fino a che la guardia non lo avesse raggiunto. A quel punto sarei entrata in gioco io. Non appena la guarda fosse sbucata dall'angolo, le avrei lanciato contro una freccia, dritta alla trachea in modo che non potesse urlare. Gally sarebbe uscito e gli avrebbe dato il colpo finale.

Il ragazzo, fortunatamente, fece come richiesto e seguì alla perfezione il mio piccolo piano, riuscendo perciò nell'intento di operare in modo silenzioso. Il corpo morto della guardia venne trascinato dal ragazzo nel bosco e nascosto dietro a uno dei tanti cespugli. Gally poi mi raggiunse di nuovo, tenendo saldo a sé il lanciagranate rubato alla guardia deceduta.
"Ora inizia la parte difficile." constatò il ragazzo. "Abbiamo poco tempo prima che si accorgano della sua assenza." mi informò indicando in modo distratto il punto in cui aveva nascosto il corpo.

"Sfruttiamo la copertura delle case." proposi, avanzando in avanti e sporgendomi attentamente quando arrivai alla fine del muro della prima abitazione. Sbirciai oltre il bordo e quando constatai che nessuno ci potesse vedere, corsi per pochi metri e mi nascosi dietro un altro muro.
Io e Gally avanzammo in questo modo fino a che non raggiungemmo l'ultima casa della fila adiacente al bosco. Qui ci fermammo ad ascoltare le voci fattesi sempre più alte e chiare.
"Qualcun'altro ha qualcosa da dire?" domandò una voce, altamente scocciata. "No?" insistette ancora. Lanciai uno sguardo a Gally e con un'occhiata compresi i suoi pensieri. Lui, proprio come me, aveva intuito che i nostri cari amici della W.I.C.K.E.D. dovessero essere dalla parte opposta della casa.

The Maze Runner - LiveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora