Capitolo 43.

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Senza attendere oltre, decisi di aiutare Minho, il quale era rimasto disarmato per qualche motivo e cercava di tenere testa ai pugni meccanici di Glader.
Tirai l'arco con tutta la forza che avevo, trovandolo molto più duro e meno flessibile del mio, ma non mi lasciai distrarre da quel particolare. Non ero sicura di saperlo utilizzare da subito dato che probabilmente prima avrei dovuto prenderci la mano e abituarmi alle sue caratteristiche totalmente diverse dal mio arco precedente, perciò decisi di puntare dritta alla testa del robot. Se fossi riuscita a centrare il colpo sarebbe stato mortale e non avrei dovuto sprecare altre frecce per farlo fuori.

Trattenni il respiro e presi bene la mira, cercando di calcolare bene i movimenti dei due: mi presi il mio tempo dato che non volevo rischiare di colpire Minho, ma allo stesso tempo non volevo neanche sprecare la freccia e lasciarla conficcarsi nel vuoto.
Poi, sfruttando un preciso istante in cui Glader riuscì a mettersi sopra Minho, tenendolo fermo a terra e riempendolo di pugni, rilasciai il respiro e tolsi le dita dalla corda dell'arco, osservando la mia freccia vibrare nell'aria e andarsi a conficcare esattamente al centro della tempia del robot, trapassandolo da parte a parte.

Vidi Minho sussultare sotto di lui non appena il robot, visibilmente fuori combattimento, si accasciò su di lui. Corsi velocemente verso il Velocista e lo aiutai a spostare quel cadavere – se così si poteva definire – a lato, per poi porgergli una mano e tirarlo nuovamente in piedi.
Lo osservai attentamente alla ricerca di qualche ferita mortale o preoccupante, ma quando notai che i suoi vestiti fossero perfettamente integri, tirai un sospiro di sollievo. Solo il suo volto era chiazzato da qualche macchia rossa e da qualche traccia di sangue, ma in ragazzo sembrava stare bene.
"Grazie per avermi salvato la vita." mormorai, sfilando il machete dal cinturino e porgendolo al ragazzo. "Tieni, penso che ti potrà servire."

Il Velocista annuì e accettò l'arma, guardandomi con aria preoccupata e facendo saltare lo sguardo dal mio collo al mio volto. "Sicura di stare bene?" mi domandò alla fine, guardando velocemente alle mie spalle per essere forse sicuro che nessuno ci avrebbe dato rogne.
Annuii di scatto, sfilando un'altra freccia dalla faretra e incoccandola senza però tendere l'arco. Per quanto mi sarebbe piaciuto fermarmi a fare una chiacchierata con Minho e riprendermi, eravamo nel bel mezzo di una battaglia e molti dei nostri amici stavano ancora lottando, quindi era nostro dovere dare loro supporto e aiutarli nell'impresa.

"Stai attento." borbottai, guardandolo con un sorrisetto malizioso. "Non morire."
Poi, senza attendere una sua risposta, mi girai verso la battaglia, aumentando il passo e tentando di raggiungere i miei compagni.
"Hey!" sentii Minho urlare dietro di me. "Quella è la mia battuta!" continuò poi, causando in me un sorrisetto che però sparì ben presto.
Nel guardarmi attorno mi accorsi che la situazione in cui erano i miei compagni non fosse delle migliori. Vidi Brenda combattere contro la copia di Jorge, sembrava che se la stesse cavando bene, ma il suo corpo era pieno di tagli qua e là, probabilmente lasciati dal robot che continuava a lanciare colpi a casaccio con il suo coltello. 

Teresa, a qualche metro di distanza dall'altra ragazza, sembrava aver già atterrato Ava Paige – il cui corpo era steso a qualche metro di distanza, privo della testa – e ora stava aiutando il vero Jorge a mettere la copia di Vince fuori combattimento. I due stavano facendo un bel lavoro di squadra dato che, mentre Jorge tentava di tenere il corpo del robot più fermo possibile, Teresa lo colpiva agli arti, forse nel tentativo di staccarglieli dal resto del corpo.

A qualche metro di distanza potevo notare Violet combattere contro la copia di Minho e una ragazza riccia e, dato il modo in cui la mia amica aveva reagito quando questa era uscita dal bosco, supposi che fosse una sua ex compagna di Labirinto. La ragazza stava avendo qualche difficoltà, facendo del suo meglio per tenere testa a entrambi, ma decisi di non accorrere in suo aiuto dato che con la coda dell'occhio notai che Minho stesse già correndo in sua direzione.
Riportando lo sguardo verso l'inizio del bosco, trovai Thomas e Gally, circondati letteralmente dal caos più totale: non solo ai loro piedi c'era il corpo della copia di Brenda, ma i ragazzi stavano combattendo spalla a spalla nel tentativo di affrontare ben cinque robot in contemporanea, ottenendo però scarsi risultati.

The Maze Runner - LiveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora