Arriva il ragazzo texano

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Quando si tratta di ospitare qualcuno in casa per qualche settimana, ci sono due tipi di reazione: chi, come mia madre, si affretta a svaligiare tutti i reparti del supermercato e torna a casa con buste piene di barattoli di pesto, un nuovo set di tazze, cuscini a forma di cuore e vaschette di gelato da due chili (per la gioia della mia cellulite) e chi, come me, continua ad andare avanti tranquillamente con la propria noiosa e inutile vita. Ammetto di provare un po' di curiosità, ma non sono arrivata al punto di installare un nuovo impianto stereo nella camera degli ospiti per "facilitargli l'ambientamento riproducendo della musica che gli ricordi casa", come dice mia madre. Lei lavora in uno zoo appena fuori Nottingham e a forza di stare a contatto con gli animali non si rende conto che io e mio fratello non siamo elefanti a cui lanciare cibo surgelato quando ci sono quaranta gradi.
Non so di preciso chi sia il ragazzo che deve stare da noi. So solo che è il figlio di un collega di mio padre e che noi lo ospiteremo perché a casa ha una situazione complicata, anche se la cosa che mi stupisce di più è che mio padre ha degli amici texani. Ovviamente mia madre si è informata su tutti i particolari. Ha persino una cartella arancione nel cassetto del comodino, come se fosse una delle sue scimmie schedate che lanciano le proprie feci. Ho provato più volte a cercare la chiave del cassetto, ma non l'ho mai trovata.
- Kate, non ti sta un po' sfuggendo di mano la situazione?- chiede mio padre accigliato mentre osserva mia madre appendere dei cappelli da cowboy al muro.
Io, mio fratello e mio padre in questi giorni ce ne stiamo sull'uscio della camera degli ospiti a guardare mia madre che la trasforma nel set di un film western.
- Se continua così stasera ci ritroveremo in giardino un cavallo e un lazo.- commento mentre mia madre incolla degli stickers a forma di stivali con gli speroni sul vetro della finestra.
- Voi non capite l'importanza degli oggetti quotidiani.- ci riprende lei sistemando una testa di cavallo ai piedi del letto.- Per un adolescente umano il cambiamento improvviso di habitat può avere effetti nocivi sul suo carattere. Potrebbe diventare un ragazzo aggressivo e pericoloso per la comunità, che non lascia la mancia quando va a mangiare fuori e che non lascia passare i pedoni sulle strisce o che decide di bucarsi la pelle e riempirsi di piercing per poi andare a drogarsi sotto a un ponte, dove  verrà contagiato dallo spirito della strada, si lascerà crescere i capelli e la barba e smetterà di lavarsi, scapperà di casa e vivrà con i suoi amici del ponte fino a quando suo padre non gli camminerà a fianco e non lo riconoscerà più. Allora, dandolo per morto, quel poveruomo si crogiolerà nel dolore per il resto dei suoi giorni, chiedendosi perché suo figlio sia cambiato così in fretta e chi lo abbia portato su quella cattiva strada!
Guardo mia mamma con la bocca aperta.
- Tutto questo verrà evitato grazie alla nuova tendina della doccia con le balle di fieno disegnate e alla spugna a forma di pistola?- chiedo inarcando un sopracciglio.
- Certo.- annuisce orgogliosa.- E ora se volete scusarmi, devo andare a comprare uno striscione di benvenuto.
- Kate, non mi sembra proprio il cas...- prova a farla ragionare papà.
- Che ne sai tu di come si tirano su i cuccioli di umano? Guarda che bel lavoro che ho fatto con i nostri figli, ed è tutto merito di quello che ho imparato con il mio lavoro. Devo tanto a quelle scimmiette.
Detto questo, mia madre esce dalla stanza, seguita da mio padre che la deve accompagnare in macchina al negozio di bricolage visto che lei non ha la patente perchè non vuole sentirsi responsabile del buco nell'ozono.
- Questo ragazzo deve ancora arrivare e già lo odio.
Guardo Sheldon, il mio fratellino. È un bambino di nove anni, ma le caratteristiche di un bambino comune si fermano all'età. Sheldon è praticamente un piccolo Einstein, però più irritante e con l'armadio pieno di magliette dei supereroi. Ha smesso di giocare all'aria aperta a cinque anni perchè teme che le radiazioni dei raggi ultravioletti possano colpire e modificare i suoi spermatozoi, facendo nascere così fra vent'anni un neonato con dei petali di girasole in testa e capace di fare la fotosintesi.
- Perchè dovresti odiarlo? Mamma continua a portarti al negozio di fumetti e non ha smesso di comprarti gli evidenziatori laser per evidenziare le tue idee più brillanti.- gli faccio notare.
Lui sospira e mi guarda con un'aria di compassione non troppo velata.
- Si sta indirettamente appropriando della mia casa, con tutti questi oggetti texani stereotipati sparsi in giro come elettroni di valenza nella rappresentazione di Lewis.
Lo guardo inebetita.
- Claire, lo sai che è l'argomento del tuo prossimo test di chimica?- mi chiede con la sua solita faccia inespressiva.
Sento il sangue defluire dal mio viso.
- Ho un test di chimica?
- Sì, venerdì prossimo.
- Come fai a saperlo tu e non io?
- Hai lasciato il diario aperto sul letto e, nel caso te lo fossi dimenticato, condividiamo la stessa stanza. Ora perdonami, ma questa conversazione non giova al mio cervello. Sento i neuroni spegnersi come le luci in un film horror e in questo momento l'unica cosa che potrebbe aiutarmi è un documentario di Alberto Angela.
Sheldon raddrizza la schiena ed esce dalla camera degli ospiti, diretto verso il salotto. Ben presto sento la voce calda di Alberto Angela che si interroga sui traumi infantili che possono aver spinto Caligola a ingaggiare una guerra contro Poseidone.
Visto che il nostro ospite arriverà stasera e ormai sono le sei, non mi sembra il caso di iniziare a studiare. Potrei chiamare Fed, la mia migliore amica, ma probabilmente starà dormendo. Ha subito una specie di trauma da piccola e sono ormai dieci anni che dorme di giorno e la notte resta sveglia. Potrei chiamare Jack, un altro mio amico, ma a quest'ora sarà in palestra insieme a Jonah. Decido dunque di accendere il computer e guardare qualche puntata di Teen Wolf. Mentre la puntata si sta caricando, vado in cucina e prendo un po' di scorte di cibo: un pacco famiglia di patatine, mezzo chilo di biscotti, un pacchetto di cracker, una barretta di cioccolato, delle caramelle e dei cereali. Torno in camera, mi lancio sul letto e spargo il cibo tutto intorno a me. Non appena parte l'ottava puntata della quarta stagione, apro il sacchetto di patatine e me ne lancio una manciata in bocca, spargendo briciole dappertutto. Sono così presa dalla serie TV che dopo quasi quattro ore non mi accorgo di aver premuto il tasto "prossima puntata" almeno cinque volte e di aver fatto fuori metà del cibo. Mi pare che ad un certo punto mia madre sia entrata in camera chiedendomi qualcosa, ma non ne sono sicura. Penso di aver annuito o qualcosa del genere, mi avrà sicuramente chiesto se il pollo mi va bene per cena. Ad un certo punto la puntata si blocca mentre Scott e Kira si stanno baciando nel loft di Derek. Reprimo il fastidio causato dalla scena e non dal blocco della puntata e mi sgranchisco un po' le gambe.
- Mamma e papà stanno tornando.- dice Sheldon entrando in camera e arricciando il naso davanti alla pila di cibo aperto e briciole sul mio letto.
- Va bene.- rispondo senza pensarci.
- Dovresti darti una sistemata, o spaventerai il nostro nuovo ospite.
Quasi cado per terra per la sorpresa. Scott e Stiles mi hanno fatta dimenticare completamente dell'ospite che deve arrivare stasera. E forse mia madre non mi aveva chiesto se mi andava bene il pollo. E forse Sheldon non è mio fratello.
- Secondo il GPS che ho installato l'anno scorso nel bagagliaio della loro auto, dovrebbero essere di ritorno fra otto minuti e tre secondi.
Corro fuori dalla camera ringraziando Sheldon e la sua inquietante rivelazione e mi sbatto la porta del bagno alle spalle. Trovo una t-shirt con il simbolo dei doni della morte sulla sedia di legno accanto al water e me la infilo spruzzandomi addosso del deodorante. Mi metto un po' di mascara e mi sciolgo i capelli, ma non appena mi accorgo che è rimasto il segno della coda li lego subito. Mi spruzzo un po' di profumo dietro le orecchie e torno in camera, infilandomi le mie inseparabili Vans nere.
- Quanto manca?- chiedo a Sheldon.
- Due minuti e cinquantasette con semaforo rosso in fondo alla strada.
- Ricevuto.
- Mamma darà di matto quando vedrà in che condizioni si trova il tuo letto. Lo sai che non vuole che mangi in camera, e nemmeno io se devo essere sincero, visto che l'odore delle tue patatine al formaggio e ketchup si sparge in tutta la stanza.
Sospiro e chiudo il sacchetto delle patatine, lanciandolo sulla scrivania. Nel frattempo sento suonare alla porta. Mi giro di scatto verso Sheldon. Lui mi guarda con gli occhi socchiusi. Io gli faccio cenno di no con la testa, ma lui è già partito. Mi lancio all'inseguimento giù per le scale e quando lo raggiungo gli afferro il colletto della maglietta, facendolo andare dietro di me mentre mi allungo verso la maniglia della porta con un colpo di reni. Spalanco la porta, con Sheldon che mi tempesta il fianco di pugni. Da sempre facciamo una gara a chi deve andare ad aprire per primo e di solito vinco sempre io perché non ci sono regole, dunque posso anche buttarlo per terra e calpestarlo come una gomma da masticare. Questo è il massimo dello sport che faccio. E sì, so di essere una sorella degenere.
Mi sporgo ulteriormente per scorgere la faccia del nuovo arrivato che sta scendendo dalla macchina.
- Spostati dalla porta.- mi sgrida mamma entrando. Noto che indossa un imbarazzante cappello da cowboy e tiene una bandierina del Texas nella mano destra.
Finalmente papà chiude la portiera dell'auto e si incammina sul vialetto, trascinandosi dietro con evidente fatica la valigia e il borsone dell'ospite. In pochi secondi entrambi sono sull'uscio. Il ragazzo si toglie i Ray Ban a goccia e apre la bocca in un sorriso da pubblicità della Mentadent.
- Ciao, io sono Corbyn.

Double up // Corbyn Besson why don't weDove le storie prendono vita. Scoprilo ora