Take me back to the start

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Che diavolo ci fa il padre di Corbyn qui? A giudicare dall'espressione di mia madre si è trattata di una sorpresa anche per i miei genitori.

- Claire, va' in camera tua.- mi ordina mia madre.

- No, stavolta rimango qui. Voglio sapere cosa sta succedendo. È lui il motivo per cui litigate sempre?- chiedo risoluta abbandonando distrattamente le borse per terra.

- Tesoro credo tu ti stia sbagliando.- mi corregge il padre di Corbyn.

- Lui lo sa che è qui?- chiedo ancora.

- Sì e tu dovresti fare come lui e andare di sopra.- mi prega mio padre indicando le scale con un cenno della testa.

- Neanche per idea. Abbiamo il diritto di sapere cosa sta succedendo.- mi oppongo testarda prima di urlare a Corbyn di venire giù in salotto.

Mio padre si prende la testa fra le mani con un sospiro.

Ray Besson mi rivolge un sorriso e un cenno d'approvazione. Sostengo il suo sguardo e mi siedo sul divano a fianco a mio padre. Corbyn rimane in piedi vicino a me e mia madre inizia a camminare nervosamente avanti e indietro. Per qualche istante nessuno osa fiatare. È come la calma prima della tempesta, quando le foglie degli alberi sono immobili e per strada non passa nessuno.

- Qualcuno ha intenzione di spiegarmi cosa sta succedendo?- rompo il silenzio bruscamente.

I miei genitori e il padre di Corbyn si scambiano uno sguardo eloquente. Poi Ray Besson si schiarisce la voce.

- Io e tuo padre ci siamo conosciuti al college. Una volta diplomati, siamo andati a cercare fortuna in America.- inizia.

- Non mi avete mai detto che c'entrava anche lui.- lo interrompo, guardando i miei genitori.

- Tesoro, lascialo parlare.- mi zittisce mia madre.

- Stavo dicendo- riprende Ray- io e tuo padre andammo in America. Venimmo assunti entrambi nella stessa associazione di agenti di cambio, ma dopo poche settimane tuo padre decise di dimettersi. Diciamo che metà del nostro lavoro era illegale. Io continuai e in poco tempo riuscii a crearmi il mio giro di clienti, fino guadagnare qualche milione a settimana. Truffe e riciclaggio di denaro erano all'ordine del giorno. Se ci avessero mandato degli ispettori, saremmo finiti tutti dietro le sbarre senza neanche il tempo di fiatare. Tuo padre, Claire, se n'era tirato fuori quasi subito e per questo le conseguenze per lui furono più rosee rispetto a quello che toccò a me. Io fui sbattuto in carcere e ci rimasi per sette anni, con l'accusa di estorsione, truffa ai danni dello Stato, riciclaggio di denaro e possesso di stupefacenti. Dopo aver pagato la valanga di debiti che avevo, mi ritrovai senza più un soldo. Chiesi aiuto a tuo padre e lui mi aiutò mandandomi dei soldi dall'Inghilterra, all'insaputa di tua madre. Non lo ringrazierò mai abbastanza per quello che ha fatto per me.

Fa una pausa. Noto che mio padre tiene lo sguardo basso.

- Tutto questo cosa c'entra con Corbyn?- chiedo.

- Poco tempo dopo essere uscito dal carcere, mi trovai un lavoro part-time e conobbi la mia attuale moglie. Ero sicuro di essere riuscito a mettere la testa a posto. Ci comprammo una casetta in Texas e due anni dopo nacque Corbyn. Consideravo la storia dell'agente di cambio un capitolo chiuso della mia vita e così fu per più di dieci anni. Quando mi licenziarono, non sapendo più dove sbattere la testa, ci ricascai. Mi ripromisi che sarei stato più attento, che non mi sarei lasciato trascinare di nuovo nel vortice della droga e dei soldi, ma devi capire che quando ti danno la possibilità di guadagnare dieci milioni semplicemente facendo investire in Borsa una persona nel modo sbagliato, è difficile resistere alla tentazione se in più stanno per sfrattare tu, tua moglie incinta e i tuoi due figli adolescenti. Vedevo Corbyn andare a scuola con i libri in una busta della spesa perché non avevamo i soldi per comprargli uno zaino. Avrei fatto qualsiasi cosa per la mia famiglia, così ricominciai a truffare la gente proprio come quasi vent'anni prima. Il nostro conto in banca lievitò in un batter d'occhi. In quel periodo accompagnavo Corbyn a scuola con la Ferrari, cenavamo in un ristorante diverso ogni weekend e bevevamo champagne da ventimila dollari. A settembre di quest'anno le autorità hanno indagato su di me e avevano intenzione di sbattermi presto in carcere. Mia moglie ha chiesto il divorzio e ha chiesto la custodia di tutti i nostri figli tranne quella di Corbyn. Non l'ha mai accettato a causa della sua bipolarità. Ed ecco che arriva la parte che Corb non sa. Io non volevo che mi vedesse in carcere, così mi sono messo in contatto con tuo padre e gli ho chiesto aiuto una seconda volta, in nome della nostra amicizia storica. Gli ho chiesto di ospitare Corb qui in Inghilterra, lontano da tutte le voci sul mio conto che avrebbe potuto sentire in America. Sono stato in carcere per due mesi, poi mi hanno fatto uscire per buona condotta. I miei debiti erano molto più bassi rispetto al primo scandalo e stavolta non c'entravo niente con la droga. Ora sono di nuovo libero ed è tutto grazie a tuo padre, Claire, che non ha mai smesso di aiutarmi. È per questo che ho intenzione di trasferire dal mio conto al vostro cinque milioni di dollari di ringraziamento.- conclude Ray Besson.

Sono senza parole. Sembra la trama di un film.

- Io e Adam non accetteremo i tuoi soldi sporchi e soprattutto non accetto la tua presenza in casa nostra ancora per molto.- sibila mia madre.- Con che diritto tu, che hai passato metà della tua vita a fare soldi facili ingannando la gente, siedi nel nostro salotto?

- Capisco che tu sia arrabbiata, ma lascia che trasferisca quei soldi. Dopodiché entro la fine della settimana io e Corbyn ce ne torneremo negli Stati Uniti e vi lasceremo in pace.- tenta di spiegare Ray.

- Non ci possiamo fidare, lo capisci o no? Se quei soldi sono sporchi, indagheranno anche su di noi e non ti permetterò di rovinare la nostra famiglia come hai fatto con la tua.- lo attacca mia madre. Non l'ho mai vista così agguerrita come in questo momento.

La mia testa però si è focalizzata su un'unica frase del signor Besson. "Entro la fine della settimana io e Corbyn ce ne torneremo negli Stati Uniti". Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato, ma non immaginavo così presto. Non posso nemmeno ribattere qualcosa, perché è logico che Corbyn non starà qui all'infinito.

- Non può andarsene prima del ballo d'inverno.- è l'unica cosa che riesco a dire.

- Per me non sarebbe un problema restare in città, ma credo lo sia per tua madre.- dice il padre di Corbyn.

Guardo mia madre con aria supplichevole.

- Claire, non fare la bambina. Non ho assolutamente niente contro Corbyn, ma contro suo padre sì. Voglio che se ne vada il prima possibile.

- Mamma, ti chiedo solo un'altra settimana. Ti prego.

- Io non posso. Non voglio. Non dopo tutto quello che ha fatto.

- Mamma, ti scongiuro. Se non vuoi che il signor Besson rimanga in casa nostra possiamo cercargli un hotel. Per favore, falli restare un'altra settimana.- la mia voce si incrina.

Mia madre sospira. Guarda mio padre, che finalmente alza lo sguardo da terra. Lui annuisce piano. Mia madre alza gli occhi al cielo, si mordicchia l'unghia del pollice, si passa una mano fra i capelli. Poi annuisce piano anche lei. Il mio cuore esplode di gioia e corro ad abbracciarla, senza preoccuparmi di trattenere le lacrime.

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I sei giorni che precedono il ballo scorrono via come seta fra le dita. Ogni notte vado a letto tardissimo per poter passare più tempo possibile con Corbyn. Non sono ancora pronta a dire addio per sempre alle nostre conversazioni notturne, sussurrate appena per non farci sentire, alle nostre corse sotto alla pioggia per prendere l'autobus, ai nostri baci rubati, ai sorrisi timidi che ne derivano subito dopo, alle nostre canzoni che hanno segnato la nostra relazione mano a mano come le luci dei lampioni lungo una strada buia. Non sono ancora pronta a lasciarlo andare per sempre.

- Sei silenziosa.- mi sussurra Corbyn sfiorandomi l'orecchio con le labbra.

È notte fonda, tutti in casa dormono e io sono nel letto di Corbyn, stretta a lui con la fronte premuta sul suo petto. Gli sto silenziosamente bagnando la maglietta di lacrime. Lui se ne accorge e inizia ad accarezzarmi piano i capelli, con dolci e leggeri movimenti circolari.

- Ti amo tanto, Claire.- sussurra ad un tratto, quasi impercettibilmente.

Il mio cuore prende a galoppare e le lacrime scendono ancora più copiose. Corbyn si muove un attimo per prendere il cellulare e le cuffiette appoggiati sul comodino. Mi infila nell'orecchio un auricolare e si tiene l'altro per sé. Le dolci e malinconiche note iniziali di The scientist mi invadono la mente.

Mi stringo ancora di più a lui e lo bacio con urgenza. È un bacio disperato, amaro, che sa di lacrime e sofferenza.

Oh, take me back to the start.

Double up // Corbyn Besson why don't weDove le storie prendono vita. Scoprilo ora