Il berretto a forma di testa di carlino

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Si sa che quando ospiti qualcuno, all'inizio ti preoccupi di qualunque cosa: dal numero giornaliero di starnuti a quante cellule epiteliali ha perso nel corso della giornata. Essendo arrivato ieri, ora siamo ancora pienamente in questa fase. Potete dunque immaginare l'ansia che mi ha attanagliato lo stomaco come un granchio con il piede di un bambino quando ho visto che mia madre non mi ha lasciato niente per pranzo. Ovviamente io sono abituata a prepararmi toast e scaldarmi pranzi surgelati da mangiare da sola, ma oggi è diverso perché c'è anche Corbyn. Non avendo mai dovuto cucinare pasti luculliani non ho idea di cosa preparare per noi due oggi.
Con la coda dell'occhio vedo che Corbyn è seduto al tavolo di cucina e guarda distrattamente dei quadri di frutta appesi alle pareti. Forse avrei dovuto fermarmi al ristorante messicano.
Spalanco tutte le ante della cucina, ma non mi viene in mente nessun piatto non radioattivo da preparare. A questo punto c'è solo una cosa che possiamo fare.
- Corbyn, hai mai provato a mangiare messicano?
Lui scuote la testa.
- Bene, allora oggi è il tuo giorno fortunato.

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Se San Pietro vi desse le chiavi del paradiso e in questo momento voi ascendeste al cielo, non trovereste nessuno, perché credo di aver tirato giù tutti i santi esistenti, di qualunque età e nazionalità. Non sono mica razzista io.
Nemmeno io sono mai stata a mangiare messicano e allora ho preso un paio di piatti che parevano potermi piacere. Per la precisione, ho preso una zuppa di fagioli e cipolle calda e piccante come le fiamme dell'inferno che sta facendo brontolare parti della mia pancia che non sapevo potessero brontolare.

Ora stiamo aspettando Fed, Jack e Jonah. Sheldon non ha voluto farci uscire di casa prima delle tre perchè "siamo sotto la sua responsabilità, essendo lui lapalissianamente più intelligente di noi". Datemi un buon motivo per non soffocarlo nel sonno con il suo cuscino di Batman.

- Sono quelli i tuoi amici?- mi chiede Corbyn indicando tre ragazzi seduti vicino alla fontana della piazza. La ragazza sembra avere sui sedici anni ed è seduta fra due ragazzi della stessa età. Tutti e tre stanno leggendo un libro a gambe incrociate, indossano un paio di occhiali rettangolari e riguardo al loro abbigliamento persino mia nonna avrebbe molto da ridire. Non sapevo ci fosse ancora qualcuno che tiene volontariamente nell'armadio i pantaloni a coste verdi. La loro espressione è pacifica, sembra quasi che niente e nessuno, nemmeno Sheldon, possa far uscire dalle loro bocche la benché minima parola scurrile. Sembrano esattamente il tipo di persona che quando sbatte il mignolo contro uno spigolo dice "mannaggia" o "perbacco".

Ed ecco comparire all'inizio della strada principale, signore e signori, il trio Medusa, il mio trio. Fed sta barcollando in avanti come se fosse ubriaca e ogni tanto si piega in avanti come se dovesse vomitare. In realtà, come si può ben udire, sta ridendo. Come un'alcolizzata che ha fatto le ore piccole, ma sta ridendo. Al suo fianco, Jack si sta facendo trascinare da Jonah. Anche lui è piegato in due dalle risate e si batte una mano sul ginocchio come un vecchio in un bar sport che vuole altro vino. In tutto questo, Jonah sta prendendo in spalle Jack e sta facendo squat mentre cammina verso me e Corbyn.
- Sono quelli i miei amici.- mi batto una mano sulla fronte. A loro discolpa, sanno vestirsi bene. Fed, per esempio, indossa una maglietta a righe con delle banane sorridenti.
- Ciao ragazzi.- li saluto non appena ci raggiungono.- Lui è Corbyn. Rimarrà da me per un po'.
- Posso provare a sollevare anche te?- chiede subito Jonah mettendo giù Jack.
- Non puoi andare in giro a sollevare le persone. Quello che fai in palestra deve rimanere là dentro, quante volte te lo devo dire?- sbraita Fed.
- Comunque io sono Jack.- interviene l'altro, sedendosi a fianco a me.
- Sì, sa già i vostri nomi. Gli ho spiegato tutto stamattina.
- Perché getti sempre merda sul nostro conto? Siamo brave persone.- si indigna Jonah.
Scoppiamo tutti a ridere tranne Jonah. A meno che non si parli di palestra, lui è il ragazzo più stupidamente ingenuo della Terra. Una volta Sheldon ha provato a dargli ripetizioni per superare l'esame di riparazione. Dopo due lezioni Sheldon è salito sul tavolo della cucina con in mano una lametta e minacciava di tagliarsi le vene.
- Allora, Corbyn, dicci tutto di te. Da dove vieni, cosa fai nella vita, vogliamo sapere tutto.- dice Fed sedendosi in braccio a me, mentre Jonah si aggrappa al ramo di un albero e rimane là appeso come un salame.
- Sembra un colloquio di lavoro, Fed. Gli hanno già fatto abbastanza domande oggi in classe, poverino.- si intromette Jack.
- No, aspetta un momento. Voi due siete in classe insieme?- sento la mascella che si spalanca come le porte del paradiso.
- Certo.- Jack allunga un braccio dietro di me e batte una mano sulla spalla di Corbyn. Il suo braccio rimane poi intorno alle mie spalle.
- Non ho bisogno dello scalda collo, grazie.- gli tiro uno schiaffo sul braccio, che si ritira come un tentacolo mozzato.
- Come ti trovi nella sua classe?- chiedo a Corbyn.
- A parte la ragazza che ha iniziato a scattarmi foto di nascosto, piuttosto bene.- si stringe nelle spalle.
Gli rivolgo uno sguardo interrogativo.
- Che storia è mai questa?- ridacchio.
- Si chiama Camila. Scatta foto a tutti e a tutto, ma non ci rivolge mai la parola. È abbastanza strana, e se devo essere sincero, a volte mi fa quasi paura.- spiega Jack.
- È inquietante. Proprio come quando ti abbiamo conosciuto e tu avevi la matita nera sotto agli occhi come Billie Joe Armstrong.- ride Fed indicando Jack.
- Non serve far sapere proprio tutto a Corbyn, ma se è questo che volete...- Jack si sporge in avanti per guardare Corbyn.
- Fed l'anno scorso ha conosciuto un ragazzo su Internet.
- No, Jack, stai zitto.- cerca di tappargli la bocca lei.
- Al primo appuntamento lui non si è mai presentato. Quando Fed l'ha chiamato, dopo due ore che lo aspettava, ha iniziato ad insultarlo. Durante tutta la chiamata lui non ha spiccicato parola, allora Fed gli ha detto che era uno stronzo, che non ci si prende gioco così di una ragazza eccetera. Abbiamo scoperto più avanti che lui è muto.
- Me lo ricordo.- dico.- Non abbiamo parlato di altro per giorni.
- Lui non me l'aveva mai detto, non è stata del tutto colpa mia.- borbotta Fed.
- Come avrebbe dovuto dirti che era muto?- scoppia a ridere Jack.
- Idiota, sai che intendevo via messaggio. E comunque, muto o no, resta il fatto che non si è presentato.
- Faceva più ridere se non raccontavi tutti i dettagli.- si imbroncia Jack.
- Queste cose capitano solo a Fed.
- Claire, meglio che tu stia zitta. Vuoi parlare del tuo berretto a forma di testa di carlino?
- Appena torniamo a casa voglio vederlo assolutamente.- mi sorride Corbyn.

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Sheldon è in cucina con mamma e papà per accertarsi che non mettano del cianuro nella sua cena ed è da esattamente tredici minuti che c'è un ragazzo con i capelli decolorati sulla soglia di camera mia che continua a chiedermi di vedere il famoso berretto.
- Non so nemmeno più dov'è, è inutile che insisti.- mi spazientisco buttandomi sul letto con il cellulare. Pochi secondi dopo sento la porta sbattere. Mi giro di scatto e sento Corbyn allontanarsi pestando i piedi. Mi sembra abbastanza strano, così mi alzo e riapro la porta. Attraverso il corridoio e busso piano alla porta di Corbyn.
- Va tutto bene? Spero tu non te la sia presa veramen...
- Vattene.
- Che succede? Mi stai facendo preoccupare.
- Vattene, vattene, vattene, vattene.- cantilena lui dall'altro lato della porta.
C'è assolutamente qualcosa che non quadra.
- Corbyn, fammi entrare.
Proprio mentre sto avvicinando la mano alla maniglia della porta, questa si spalanca. Corbyn mi guarda, ma i suoi occhi sono inespressivi. Mi scansa con una spallata e prende a vagare per il corridoio. Non capisco cosa sta succedendo, né tanto meno so cosa fare. Dovrei chiamare i miei genitori? E se fosse solo una stupida messinscena?
- Corbyn, smettila. Smettila subito, non è divertente.- cerco di reprimere il più possibile l'ansia nella mia voce.
Lui si ferma di botto in mezzo al corridoio.
- Corbyn?- lo chiamo piano.
Lui mi guarda, ma non dice niente. Tutto questo è estremamente inquietante. Mi avvicino con cautela, mantenendo il contatto visivo con lui. Quando arrivo a un passo di distanza, allungo una mano e sfioro le dita della sua.
- Va tutto bene.- sussurro stringendo la sua mano fra le mie.
Lo guido verso la sua camera e lo aiuto a mettersi a letto. Gli sistemo le coperte e gli lancio un ultimo sguardo prima di andare al piano di sotto a cenare. È coricato sulla schiena e ha il viso rivolto verso il soffitto. Ha ancora lo sguardo assente che aveva prima. Non è un semplice scherzo. È successo qualcosa prima, in camera, e ho intenzione di scoprire cosa, anche a costo di chiedere aiuto a Sheldon.

Double up // Corbyn Besson why don't weDove le storie prendono vita. Scoprilo ora