Qualunque cosa accada...

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Sabato sera Corbyn mi ha fatto guardare un film per aiutarmi a distrarmi, ma non è servito a molto: mi sono addormentata dopo venti minuti. Non ricordo nemmeno il titolo, da tanta attenzione gli ho dedicato. Lunedì pomeriggio sono invece stata con Jack e credo che la sua presenza mi abbia aiutata molto perché anche lui è coinvolto in questa faccenda. C'è una sorta di complicità, insomma. Abbiamo più o meno riallacciato i rapporti; dapprima eravamo entrambi abbastanza in imbarazzo, ma poi siamo ritornati a parlare quasi come prima del bacio.

Alle 10 e mezza ci sarà il funerale. Mi sembra ancora tutto così surreale mentre mi abbottono la camicia nera e non riesco a impedire alle mie dita di tremare. Non ho intenzione di tirarmi a lucido, come invece sono sicura che faranno la metà dei partecipanti al funerale che lo avranno scambiato per una nuova occasione di rispolverare vestitini e collane. Mi limito a raccogliermi i capelli e poi con un sospiro scendo le scale, raggiungendo la mia famiglia e Corbyn all'ingresso. Grazie a Dio mamma è riuscita a impedire a Sheldon di indossare la tuta protettiva.

Mio padre mi mette una mano sulla spalla e la stringe, come faceva sempre quando ero piccola prima delle recite a scuola. Sapeva quanto mi mettessero in imbarazzo e con quel gesto sembrava volermi dire "ce la farai anche stavolta". Gli rivolgo un sorriso forzato e mi infilo il cappotto.

- Andiamo?- mi chiede papà, rigirandosi fra le mani le chiavi della macchina.

Annuisco, evitando di parlare perché temo che la voce possa tradirmi. Una volta saliti in macchina appoggio la testa al finestrino e cerco di combattere contro la voglia di mettermi gli auricolari per non sentire i miei genitori parlare.

Corbyn si è probabilmente accorto di quanto sia tesa e irritata e cerca la mia mano per poterla stringere, ma io lo evito mettendomela davanti alla bocca dopo aver fatto finta di tossire. Non so perché sto reagendo così. So solo che in questo momento mi dà sui nervi ogni cosa.

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La funzione non è durata molto. La parte più difficile è stata sicuramente una volta arrivati al cimitero e non sarei riuscita ad arrivare alla fine se Jack non mi fosse stato vicino tutto il tempo. Incredibile come la relazione con una persona possa cambiare da un giorno all'altro: oggi ci sei, domani no, dopodomani è come oggi, poi chissà.

Dopo aver abbracciato con lo sguardo un'ultima volta la tomba di Jonah, mi volto verso i miei genitori e vedo che stanno parlando poco lontano con i signori Marais. Sheldon si è fiondato in macchina subito dopo la fine della funzione, probabilmente per verificare che la presenza di umani intorno a lui non gli abbia causato qualche infezione. Cerco Jack con lo sguardo e lo trovo seduto da solo su una panchina. Vado a sedermi accanto a lui.

- Dunque è finita così.- dice dal nulla.

- No, sarà finita solo quando chi l'ha ucciso finirà dietro le sbarre.

- Lo prenderanno mai?- mi guarda intensamente negli occhi da dietro il suo casco di ricci castani.

- Certo che sì. Venderei anche la mia stessa anima per vedere quel pezzo di...- mi interrompo solo perché mi ricordo che siamo in un camposanto.- in carcere.

Jack rimane in silenzio e abbassa lo sguardo. Vedo mia madre farmi cenno che è ora di andare, così lo saluto.

- Ci vediamo domani a scuola?

- Sì, certo.

Mi alzo e faccio per allontanarmi, quando lo sento prendermi il polso. D'istinto mi irrigidisco e mi volto di scatto verso Jack.

- Claire?

- Dimmi.

- Ti voglio bene. Per favore, ricordatelo. Qualunque cosa accada, io ti voglio bene.- La sua voce lascia trapelare una traccia di disperazione che mi scombussola.

Double up // Corbyn Besson why don't weDove le storie prendono vita. Scoprilo ora