Mi scambiano per la bocca della verità

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Avete presente quel momento in cui vi sentite a disagio e non sapete nemmeno voi perché? Come quando c'è un gruppetto di ragazzi su un lato del marciapiede, voi dovete passare per forza davanti a loro e vi sembra di dimenticarvi improvvisamente come si cammina? O come quando vi spostate con la sedia e fate un rumore piuttosto ambiguo e allora per non essere scambiate per delle petomani continuate a cercare di rifarlo, risultando ancora più ridicole di prima? Ecco, è esattamente così che mi sento in questo momento. Stavo camminando nel corridoio del mio piano a scuola, diretta verso il bagno delle ragazze, quando Jack mi si è letteralmente buttato addosso per mettermi un braccio attorno alle spalle.

- Ciao Claire, come va?- mi ha chiesto continuando a camminare.

- Starei meglio se non avessi la tua ascella sulla guancia.

- Scusami. Com'è andata la verifica di matematica?- mi ha chiesto con interesse palesemente finto.

- Era di arte. E comunque penso sia andata bene, mi sono fatta aiutare da Corbyn.

- Corbyn? Il tipo che vive a casa tua?- dice in tono sorpreso.

- Ovvio, razza di idiota. Quanti altri Corbyn conosciamo?- alzo gli occhi al cielo.

- E come mai non viene più a scuola, però ti aiuta con i compiti?

- è complicato. Diciamo che in questi giorni non è stato molto in forma, ma sono sicura che ritornerà presto.

- Sì, speriamo. E ti ha aiutata solo in arte? O anche in qualcos'altro? Perché sai che puoi chiedere anche a me. Me la cavo, sono più grande di te, posso aiutarti in qualunque materia. Facciamo oggi pomeriggio, da me?

- Frena Jack, che diavolo stai dicendo? Sarai più grande di me, ma ti ricordo che non sai ancora distinguere l'Irlanda dall'Islanda, quindi fossi in te non me ne vanterei tanto. Senza offesa, ma non verrei a chiedere ripetizioni a te nemmeno se io perdessi la memoria e non sapessi più contare.

Ci fermiamo davanti al bagno delle femmine. Io lo fisso, aspettando che se ne vada, ma lui rimane piantato davanti a me.

- Non so, vuoi entrare con me e farti un selfie allo specchio? Devi sistemarti il fondotinta?

- No, anche se a dire il vero avrei proprio bisogno di aggiustarmi i capelli. Credo di aver messo troppo poco spray stamattina.

Aggrotto le sopracciglia, guardando il suo casco di ricci.

- Se ti vedesse un cinese da lontano, si chiederebbe perché hai dei noodles in testa.

-Perché cambi discorso? Non mi hai ancora risposto.

- Ah, ma stavamo facendo un discorso? E io che pensavo fossero solo frasi sconnesse!- incrocio le braccia, aspettando che si faccia da parte per farmi entrare in bagno.

- Ti ho chiesto se vieni da me oggi pomeriggio.

- Per?

- Non so, cosa vuoi fare?

- Sinceramente avrei voglia di fare una maratona di film muti polacchi in bianco e nero.

Lui fa un sorriso a trentadue denti. Il sorriso del bugiardo.

- Anche a me piacciono un sacco quei film! Anzi, li adoro. Io e i film bosniaci in bianco e nero siamo come il pane e la Nutella.

- O come una spranga e i tuoi denti.- borbotto ridacchiando.

- Quindi vieni oggi pomeriggio?- insiste.

- Ti faccio sapere. Vorrei prima vedere come sta Corbyn.

Double up // Corbyn Besson why don't weDove le storie prendono vita. Scoprilo ora